Il Primo Maggio come giornata dedicata al lavoro e ai lavoratori di tutte le categorie più disparate viene celebrato anche attraverso le canzoni che entrano con immediatezza nelle coscienze di ciascuno di noi.
Nel ricordare l’Articolo 4 della Costituzione e nel pensare alla nostra vita lavorativa, all’aspirazione per il lavoro dei nostri sogni, a quel lavoro precario che tampona la nostra vita, mentre la nostra mente va alla ricerca di quell’occasione che potrebbe determinare una svolta, facciamoci trasportare dal fascino delle note e carichiamoci di positività.
Vediamo insieme le canzoni legate al Primo Maggio.
Primo Maggio: Ricordiamo Milva con Bella Ciao delle mondine
Milva, durante la sua carriera ha prestato la voce a Bella Ciao nella versione dedicata alle mondine.
Ma nasce prima la versione dedicata alle mondine o prima la versione dedicata alla Resistenza?
Autore di Bella Ciao dedicata alle mondine fu Vasco Scansani, originario di Gualtieri, provincia di Reggio Emilia. Scansani era un mondino e un marmista soprannominato “Cachi”, a causa della sua passione per il frutto. Era autore di canzoni e poesie ed era molto amico del pittore Ligabue.
Negli anni 60 questa versione fu portata al successo da Giovanna Daffini, mondina di Gualtieri. Secondo molti studiosi il brano di partenza fu una melodia yiddish eseguita da un fiasrmonicista ucraino che giunse al popolo emiliano.
Per molti anni si ritenne che la versione delle mondine fosse anteriore a quella della Resistenza, ma in realtà Alfio, figlio di Vasco Scansani dichiara che il padre scrisse il testo nel 1952, quindi dopo la Seconda Guerra mondiale, ma non si conosce chi scrisse quella dedicata alla Resistenza.
Il bello della cultura orale pur nella sua precarietà e nelle sue mille interpretazioni è che comunque diventa voce e repertorio di un popolo, quell’importante punto di riferimento nel quale si affondano le radici.
«Non so chi abbia scritto la versione partigiana di Bella Ciao. Le canzoni popolari sono così. Si cantano, ma poi diventa sempre difficile risalire all’autore».
Così conclude Alfio Scansani, ma a noi rimangone due perle che parlano alle nostre emozioni.
Primo Maggio: La Canzone del Maggio di Fabrizio De Andrè
Il brano è tratto dall’album Storia di un impiegato dell’ottobre del ’73. De Andrè fa riferimento al Maggio francese del 68. Protagonista della canzone è un giovane impiegato che non aveva partecipato alle barricate del 68 e che la voce narrante accusa di essere stato indifferente, di non aver combattuto contro il potere e aver così provocato la sconfitta della Rivoluzione e il trionfo del consumismo.
Questo è quanto è stato riportato negli appunti di Fabrizio De Andrè:
“Un impiegato ascolta, cinque anni dopo, una delle canzoni del maggio francese 1968. É una canzone di lotta: ricorda i fatti accaduti durante la rivolta nata dagli studenti e, rivolgendosi a quelli che alla lotta non hanno partecipato, li accusa e ricorda loro che chiunque, anche chi in quelle giornate si è chiuso in casa per paura, è ugualmente coinvolto negli avvenimenti.”
Il testo è liberamente tratto da un brano del Maggio francese. Roberto Danè trovò questo canto nel materiale propagandistico che gli autori leggevano per trarre ispirazione, scoprì che era stato scritto da una ragazza francese e che era il canto più importante di quei giorni. Danè riuscì così a raggiungere questa coraggiosa ragazza che era ricercata e che gli disse: “Ve la regalo, è una canzone di tutti.”
Lei era Dominique Grange e il titolo originale era Chacun de vous est concernè.
La canzone subì una censura dalla casa discografica e fu proprio la parola “consumismo” ad essere eliminata.
Lo conosciamo bene
il vostro finto progresso
il vostro comandamento
“Ama il consumo come te stesso”
e se voi lo avete osservato
fino ad assolvere chi ci ha sparato
verremo ancora alle vostre porte
e grideremo ancora più forte
voi non potete fermare il vento
gli fate solo perdere tempo.(Fabrizio De Andrè testo originale)
E se credete ora
Che tutto sia come prima
Perché avete votato ancora
La sicurezza, la disciplina
Convinti di allontanare
La paura di cambiare
Verremo ancora alle vostre porte
E grideremo ancora più forte
Per quanto voi vi crediate assolti
Siete per sempre coinvolti
Per quanto voi vi crediate assolti
Siete per sempre coinvolti.(Fabrizio De Andrè testo cambiato)
Primo Maggio: L’operaio della Fiat (la 1100) di Rino Gaetano
La canzone di Rino Gaetano si inserisce nel contesto del boom economico italiano, quando la Fiat produceva la 1100, e si esaltava il mito del tempo libero e della civiltà dei consumi. Il brano appartiene all’album Ingresso Libero del 1974. Rino Gaetano canta con ironia e con una vena surreale le condizioni dei lavoratori in quegli anni.
Per quanto riguarda l’operaio della Fiat, mette in evidenza le fasi alienanti della catena di montaggio, la ricerca del tempo libero e i conseguenti danni materiali che gli impediscono quel legittimo momento di respiro. La sua Fiat 1100, per la quale egli stesso aveva contribuito al lancio, viene incendiata da ignoti.
In quegli anni a Torino c’erano parecchie manifestazioni, molti operai erano stati mandati in cassa integrazione, le Brigate rosse contribuirono ad ampliare i disordini.
Secondo D’Ortenzi Rino Gaetano abbraccia il pamphlet di Pasolini: Il PCI ai giovani, secondo il quale i ragazzi rivoluzionari sono borghesi e perciò lontani dalla realtà dei lavoratori, fatta di sacrifici e sofferenza:
Avete facce di figli di papà.
Vi odio come odio i vostri papà.
Buona razza non mente.
Avete lo stesso occhio cattivo.
Siete pavidi, incerti, disperati
(benissimo!) ma sapete anche come essere
prepotenti, ricattatori, sicuri e sfacciati:
prerogative piccolo-borghesi, cari.Quando ieri a Valle Giulia avete fatto a botte
coi poliziotti,
io simpatizzavo coi poliziotti.
Perché i poliziotti sono figli di poveri.
Vengono da subtopie, contadine o urbane che siano.
Quanto a me, conosco assai bene
il loro modo di esser stati bambini e ragazzi,
le preziose mille lire, il padre rimasto ragazzo anche lui,
a causa della miseria, che non dà autorità.La madre incallita come un facchino, o tenera
per qualche malattia, come un uccellino;
i tanti fratelli; la casupola
tra gli orti con la salvia rossa (in terreni
altrui, lottizzati); i bassi
sulle cloache; o gli appartamenti nei grandi
caseggiati popolari, ecc. ecc.E poi, guardateli come li vestono: come pagliacci,
con quella stoffa ruvida, che puzza di rancio
furerie e popolo. Peggio di tutto, naturalmente,
è lo stato psicologico cui sono ridotti
(per una quarantina di mille lire al mese):
senza più sorriso,
senza più amicizia col mondo,
separati,
esclusi (in un tipo d’esclusione che non ha uguali);
umiliati dalla perdita della qualità di uomini
per quella di poliziotti (l’essere odiati fa odiare).Hanno vent’anni, la vostra età, cari e care.
Siamo ovviamente d’accordo contro l’istituzione della polizia.
Ma prendetevela contro la Magistratura, e vedrete!
I ragazzi poliziotti
che voi per sacro teppismo (di eletta tradizione
risorgimentale)
di figli di papà, avete bastonato,
appartengono all’altra classe sociale.
A Valle Giulia, ieri, si è così avuto un frammento
di lotta di classe: e voi, cari (benché dalla parte
della ragione) eravate i ricchi,
mentre i poliziotti (che erano dalla parte
del torto) erano i poveri.
Per ulteriori informazioni potete consultare l’interessante l’analisi su Treccani.
Primo Maggio: Caparezza e Cristicchi, l’epoca del lavoro precario e dei Co.co.co e Co.co.pro
Primo Maggio: Caparezza Eroe- Storia di Luigi delle Bicocche
Non può non colpire questa bellissima canzone di Caparezza. Il vero eroe, forse oggi un eroe minore, ma pur sempre degno di stima, è il lavoratore precario che nonostante le incertezze manda avanti in maniera dignitosa la famiglia e rinuncia alle facili illusioni di ricchezza dei videopocker, al malaffare e alla trappola degli usurai.
Il singolo fu pubblicato il 28 marzo del 2008 e diventò la colonna sonora del film del 2009 Fuga dal call center di Federico Rizzo. E’ inoltre inserito nell’album Le dimensioni del mio caos, che Caparezza definisce un Fono-romanzo, perchè come un concept album, presenta diverse storie che raccontano la vita dei protagonisti di varie forme di sfruttamento.
Caparezza nell’originale videoclip è soffocato da un cappio, metafora della vita difficile degli operai e dei lavoratori precari che ne sentono l’oppressione, ma non si arrendono.
Primo maggio: Simone Cristicchi Laureata Precaria
La canzone è inserita nell’album Dall’altra parte del cancello del 2007, che contiene la canzone Ti regalerò una rosa vincitrice del Festival di Sanremo 2007. L’album raccoglie gli studi di Simone Cristicchi sull’universo della follia e delle vecchie case di cura psichiatriche. Laureata precaria, è la seconda parte della canzone Studentessa Universitaria.
Con un testo orecchiabile e ironico Simone Cristicchi racconta quella che era allora e purtroppo ancora oggi la situazione di molti neolaureati che vedevano i propri sogni infrangersi contro lo scoglio costituito dai contratti atipici: Co.co.co, Co.co.pro, stipendi miseri, niente ferie, niente malattia, nessuna possibilità di avere la disoccupazione alla scadenza del contratto, fino a quando non hanno introdotto Una tantum e poi la Dis.coll, possibilità di essere licenziati in ogni momento, nessuna certezza, nessuna possibilità di progettare il futuro.
I nostri auguri del Primo maggio, vanno soprattutto a questa categoria di lavoratori, affinchè venga restituita loro la speranza di un futuro.