“Noi puffi siam così, noi siamo tutti blu, puffiamo su per giù due mele o poco più”.
https://youtu.be/aZSV3vG2SXA
Tornano in tv I Puffi, dopo 40 anni dal primo esordio, con una nuova serie, un colorato reboot in versione Computer-Generated, che possiamo ammirare dall’ 8 ottobre su NickJr, il brand prescolare di ViacomCbs Networks Italia in onda sul canale 603 di Sky.
Una produzione di Peyo Productions e Dupuis Audiovisuel, in co-produzione con KiKA, Ketnet e Rtbf, con la partecipazione di TF1 e con la partecipazione di Wallimage (La Wallonie), di Screen Flanders, di Bnppfff e con il supporto del Tax Shelter del governo belga e la partecipazione del Cnc. È Sky Media – concessionaria del Gruppo Sky Italia – a curare la raccolta pubblicitaria dei canali Nickelodeon in Italia.
I Puffi, la nuova serie tv
Sono passati 40 anni dal giorno in cui questi esseri “antropomorfi” sono entrati nelle nostre case italiane, piccoli e blu, teneri e buffi, i Puffi ancora oggi continuano a puffare successo, conosciuti ed apprezzati da grandi e piccini.
Un dialogo nuovo e più vivace con una grafica rivoluzionata, che si adatta ai tempi odierni, adeguato a tutta la famiglia, che ci rifarà rituffare nei tempi passati e passare i pomeriggi in compagni puffosa con gli amati ed innumerevoli puffi blu, che andranno ad aumentare con nuove entrate.
I puffi, continuano a mantenere l’aria allegra e tenera, con l’uso di un linguaggio puffoso, una lingua che spesso cambia le parole aggiungendo il termine puff-, creando ogni derivato o coniugazione. Dei piccoli esserini blu che non hanno nomi ma vengono chiamati secondo le loro doti o abilità, come Grande Puffo, il grande capo anziano del villaggio, o Puffo Burlone, o Puffetta, la prima donna apparsa dei puffi, o Puffo Quattrocchi, per via del suo portare gli occhiali da vista e per l’aria nerd, o Puffo Pittore per la sua abilità nel dipingere, sono più di cento e tutti evidenziano degli aspetti particolari.
La serie tv omonima che venne trasmessa in Italia nel 1981, è sempre stata riproposta ma mai in nuova versione come l’attuale reboot, che cerca così di riprenderla dall’inizio con nuovi spunti e personaggi. I puffi, hanno però negli anni raggiunto il grande schermo esordendo al cinema con il film in 3D I Puffi nel 2011, e nel 2013 e 2017 con I Puffi 2 e Viaggio nella foresta segreta.
E adesso dopo 40 anni, ritorna la serie tv, visibile in Italia su Sky canale 603, per il momento, e su Ray Yoyo dal 2022, in una versione rimodernata Computer-Generation.
Perchè chiamarli Puffi?
Dalla matita di Peyo nacquero questi simpatici esserini chiamati in francese Schtroumpfs esattamente nel 1958, ed apparvero per la prima volta come personaggi secondari in un fumetto, fin quando iniziarono ad interessare il pubblico prendendo la parte di protagonisti nel fumetto del 1959. Ma perché Peyo disegnò questi esserini buffi chiamandoli così?
Ecco che gli Schtroumpfs sono stati ribattezzati in Italia con il nome “puffi”, che ha una certa assonanza con buffi, esseri puffosi che fanno parte di un fantastico mondo colorato, inventato, quasi magico e fatato nonché irreale avvalorato dalle sigle di Cristina D’Avena.
Non tutti sanno che il fumettista ebbe un’idea molto simpatica nata da un evento successo realmente durante una cena con un suo amico. Al tavolo, al momento di consumare il pasto, Peyo voleva che l’amico gli passasse la saliera, ma non riuscendo a ricordarne il nome disse «Passe-moi le… schtroumpf» (“Passami il… puffo”), un pò come noi diciamo “coso” quando non riusciamo a ricordare il nome degli oggetti, e l’amico rispose «Tieni, ecco il tuo puffo, e quando avrai finito di puffarlo, me lo ripufferai!».
Per tutta la serata scherzarono in questi termini. Fu questo ispirazione per Peyo per creare questi esseri antropomorfi dapprima neri “Les Schtroumpfs Noir” , poi in seguito sono stati rivisti graficamente e riadattati anche dopo la morte di Peyo dalle mani del figlio per il disegno e la progettazione e della moglie per la grafica.
Valori de I Puffi
Sono quasi 105, vivono in un’epoca medioevale, raggruppati in una grande comunità all’interno di un villaggio puffato, e riflettono valori legati al tema della condivisione della vita, come rispetto, convivenza, democrazia, libera espressione, affetto e condivisione, e si rivolgono ad una figura paterna il Grande Puffo, che regola e cerca di coordinare questi principi. Ma come la storia vuole, è presente sempre l’antagonista che è Gargamella con il suo gatto Birba, vero nome ebreo Azrael, i quali cercano di catturarli e scoprirne le doti magiche.
L’opera di Peyo è stata identificata come nazionalsocialista-comunista. Peyo vissuto in un’epoca di guerra, della seconda guerra mondiale e l’occupazione nazista del Belgio e dopoguerra, si dice che abbia portato la sua storia nelle sue creazioni.
La politica irrompe quindi anche nell’arte e nei fumetti, ma non si può dire con certezza che sia così, Peyo d’altronde non ha mai rilasciato tali confessioni, quel che è certo è che la sua opera, nata per gioco e scherzo, ha riscontrato grande successo sul pubblico mondiale e tutt’ora, dopo più di 40 anni continua a farlo.