Un oggetto sorprendente, tra ironia, scandalo e ricerca storica, racconta la sessualità nascosta dell’Ottocento. E lo fa con un’incisione che non lascia spazio all’immaginazione.
Può un piccolo oggetto raccontare un intero universo culturale? Al Rijksmuseum di Amsterdam ne sono convinti, tanto da aver appena messo in mostra un rarissimo preservativo del 1830, perfettamente conservato e decorato con una incisione erotica. La scena rappresenta una suora circondata da tre ecclesiastici in atteggiamenti inequivocabili, con l’irriverente scritta in francese: Voilà mon choix – “Questa è la mia scelta”.
L’oggetto, lungo 20 cm e realizzato con l’appendice di una pecora (materiale comune all’epoca per questi usi), non è mai stato utilizzato: l’hanno confermato analisi ai raggi UV. Secondo la curatrice Joyce Zelen, si tratterebbe di un souvenir da bordello, più pensato per divertire che per essere usato davvero.
Un lascito di carne e inchiostro: tra satira e desiderio

Il contenuto dell’incisione – la suora seduta con le gambe divaricate, i religiosi in erezione – mescola provocazione religiosa e riferimenti colti, come il Giudizio di Paride della mitologia greca. Questo tipo di oggetti non erano semplici articoli da merceria segreta: erano testimonianze vive della doppia morale ottocentesca, quella che nascondeva i bordelli e ridicolizzava la castità.
Stampato con tecniche raffinate (incisione su rame su materiale organico), il preservativo oggi entra a far parte della collezione grafica del museo, diventando il primo esempio noto di incisione su un preservativo conservato da un’istituzione pubblica.
La mostra sulla prostituzione e la sessualità nel XIX secolo

L’oggetto fa parte di una nuova esposizione temporanea del Rijksmuseum dedicata proprio alla sessualità e alla prostituzione nell’Ottocento. Una realtà che fu marginalizzata per decenni, ma che ha lasciato dietro di sé tracce profonde, tra documenti, dipinti, oggetti di uso quotidiano e memorie silenziose.
Nell’Europa dell’Ottocento, la sifilide era un problema sanitario enorme, eppure la cultura popolare – come questo “souvenir da ridere” – continuava a oscillare tra l’ossessione per la morale e il fascino del proibito.
Quando l’arte rompe i tabù (con intelligenza)
Questa mostra non cerca il sensazionalismo: vuole aprire uno sguardo critico e curioso su un’epoca che è ancora dentro di noi, con le sue contraddizioni e i suoi desideri. E lo fa con eleganza, mescolando testimonianze materiali, ironia e rigore storico.
Il preservativo sarà visibile fino a fine novembre nella Print Room del Rijksmuseum. Un’occasione unica per riflettere su come anche gli oggetti più piccoli possano contenere le domande più grandi.
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