San Francesco d’Assisi è una delle figure più conosciute della storia medievale e su questo poco o nulla c’è da disquisire ma va detto che oltre alla personalità storica, l’influenza del poverello di Assisi ha toccato ampiamente anche l’arte e la letteratura.
Un’influenza che continua inarrestabile ancora ai giorni nostri, con la basilica di Assisi meta ogni anno di numerosissimi pellegrinaggi e anche l’attuale pontefice, papa Francesco, ha scelto come nome proprio in omaggio al Santo umbro.
Queste alcune delle opere che maggiormente hanno fatto di San Francesco, propria fonte di ispirazione.
L’immagine di San Francesco d’Assisi ha percorso, dicevamo, secoli e secoli di storia dell’Arte.
Sono stati, infatti, proprio numerosi gli artisti di ogni tempo che si sono cimentati e confrontati nel ritrarre San Francesco.
Tutti con espressioni di colore e forme differenti, spesso lontane tra loro hanno rappresentato il santo umbro su tele o sul legno.
San Francesco d’Assisi è diventato così uno dei santi più rappresentati dall’arte pittorica.
Ti porto quindi in un piccolo viaggio tra alcune delle più importanti opere che hanno visto il santo d’Assisi protagonista.
San Francesco nelle opere d’arte
La rinuncia degli averi, è tratto dal ciclo di affreschi della Cappella Sassetti nella chiesa di Santa Trinità a Firenze, considerato dalla critica il capolavoro che Domenico Ghirlandaio dipinse negli anni 1482-1485.
Il primo riquadro del ciclo delle Storie di San Francesco, con l’episodio della “Rinuncia dei beni”, si trova nella parte alta della parete a sinistra dell’entrata nella Cappella.
E’ raffigurato un giovane Francesco senza indumenti che viene rappresentato. Al cospetto del vescovo Guido di Perugia il quale cerca di proteggerlo dall’ira del padre, Pietro Bernardone. Questo affresco presenta una grande differenza dal modello giottesco: la scena non è ambientata ad Assisi, bensì collocata dal Ghirlandaio, fuori dalle mura di una città ideale.
E’ di Guido Reni il “San Francesco confortato da angelo musicante”, una delle più eleganti composizioni giovanili dell’artista. È stato dipinto a Roma, intorno al 1605.
L’episodio rappresenta San Francesco che in meditazione sul Monte La Verna viene visitato da un angelo musicante che lo induce ad un sonno estatico.
Il dipinto è estatico, immerso in un’atmosfera quasi fiabesca. L’angelo è posto sopra il santo d’Assisi e reca in mano un violino. Colpisce il cielo, tenebroso e misterioso che campeggia dietro le due figure.
San Francesco dorme, appoggiato a una roccia. Nella mano destra ha un teschio, simbolo della fugacità della vita mentre la mano sinistra, invece, regge il capo reclinante di Francesco.
Maestoso è il ciclo pittorico delle “Storie di San Francesco” di Benozzo Gozzoli, conservato nel Museo Comunale di San Francesco a Montefalco.
La cappella maggiore della chiesa francescana di Montefalco fu costruita tra il 1336 e il 1340 e decorata da Benozzo Gozzoli tra il 1450 e il 1452. Il ciclo di affreschi raffigura i più importanti episodi della vita del santo. Con questo ciclo si poneva l’accento sulla vita di Francesco, in particolare sulle analogie tra il santo d’Assisi e Cristo.
La vicinanza della città di Montefalco ad Assisi non impedì a questo ciclo di differenziarsi sensibilmente rispetto all’impostazione e agli episodi rappresentati dalle Storie affrescate da Giotto nella Chiesa Superiore, alle quali tradizionalmente gli artisti tendevano ispirarsi. Benozzo attualizzò le antiche storie francescane ambientandole in un contesto contemporaneo all’artista: è questa una delle particolarità dei magnifici affreschi.
Dodici riquadri, per un totale di 19 episodi, disposti su tre registri hanno un ordine di lettura che procede da sinistra verso destra e dal basso verso l’alto. Il ciclo si conclude sulla volta con la rappresentazione di Francesco e di cinque santi appartenenti all’Ordine in gloria tra gli angeli.
“Stigmate di san Francesco” è il soggetto di due dipinti – assai identici – del pittore fiammingo Jan van Eyck.
Il più antico è considerato quello conservato presso il Philadelphia Museum of Art, generalmente attribuito al periodo del soggiorno in Spagna.
Quest’opera è conservata nella Galleria Sabauda di Torino.
Le due opere sono identiche anche nei più piccoli particolari. L’episodio è quello narrato dal biografo del santo, Tommaso da Celano. Al racconto tradizionale, l’artista fiammingo aggiunge la figura di frate Leone, il confratello addormentato sulla roccia della grotta. Sullo sfondo, un paesaggio di una città fiamminga, vista in lontananza.
I tempi moderni non hanno salvato neanche San Francesco dall’irriverenza di certa arte contemporanea che qualche anno fa e bisogna correre indietro al 2018, con i favori della notte che garantisce nell’immediatezza, il necessario anonimato, è spuntato, come dal nulla, un murale molto singolare.
La firma, con tanto di informale rivendicazione, riconducibile allo street artist Tvboy che in una sola notte con un’incursione degna di ben altri scenari, metteva artisticamente a segno tutta la sua irriverenza, atteggiamento per il quale è divenuto ormai famoso a più latitudini.
Un murale in pieno centro storico, in vicolo Savelli per la precisione, che raffigurava San Francesco nei suoi caratteristici panni ma non sembianze.
Il volto infatti era quello del calciatore Francesco Totti con il saio francescano, l’aureola, contornato da colombe e con un’immancabile pallone da calcio ai suoi piedi.
E’ però durato poco perché il San Francesco giallo-rosso è stato prontamente rimosso assieme agli altri di spiccato accento politico.
Questo per sottolineare come la figura di San Francesco abbia percorso secoli di storia pressoché indenne, anzi, con una forza comunicativa sempre molto forte e globalmente riconosciuta.
L’opera è comunque stata esposta nel 2021/22 alla mostra personale dell’artista al MUDEC di Milano.
Insomma come hai potuto vedere da questa breve escursione nel mondo pittorico che ha tratto ispirazione dal Santo, sono davvero stati molti gli spunti a cui il Santo, solo con il suo essere, ha dato vita e protratti davvero nel tempo fino ad arrivare ai giorni nostri quasi immutati nella loro spinta ispirativa.
Tale e tanto forte che penso non si esaurirà davvero mai, rimanendo così nella storia un punto fermo, in parte cangiante in parte saldamente legato alla figura originaria.