Ti sei mai chiesto quali tesori nascosti si celano sotto i nostri piedi? Nel basso Friuli, le indagini archeologiche condotte a Rivignano e Ronchis hanno portato alla luce strutture e reperti straordinari, risalenti al II e III secolo d.C., che testimoniano la vitalità e l’ingegnosità del periodo romano.
Le scoperte: pozzi, strutture e reperti locali
A Rivignano, in località Ariis, e a Ronchis, in località Fraforeano, gli scavi hanno rivelato un pozzo, strutture in fondazione e sistemazioni di bonifica, oltre a una grande varietà di reperti. Tra i materiali recuperati spiccano ceramiche, vetri, metalli, tegole e coppi, tutti prodotti localmente, come confermato dal bollo laterizio di una fornace di Rivarotta.
La particolarità delle scoperte non si limita ai manufatti: sono stati rinvenuti anche reperti organici, tra cui noci, nocciole, vinaccioli e persino un frammento di intreccio vegetale. Questi elementi offrono uno spaccato della vita quotidiana e delle attività produttive della zona durante il periodo romano.
Tecnologia e archeologia: un connubio vincente
Gli scavi sono stati condotti con un approccio innovativo, utilizzando droni per le riprese aeree che hanno permesso di identificare e circoscrivere con precisione le strutture sotterranee. Questa metodologia ha reso possibile un’indagine preliminare efficace, seguita da sondaggi e ampliamenti che hanno confermato la presenza di un importante sito archeologico.
La scoperta a Fraforeano di Ronchis
A Fraforeano, lungo la Strada provinciale 7, la Soprintendenza ha collaborato con il Comune per pulire e analizzare un contesto lapideo di epoca post-medievale, composto da due strutture murarie, un voltino in laterizi e alcune epigrafi sepolcrali. Sebbene di epoca successiva rispetto alle scoperte romane di Ariis, questo sito arricchisce la conoscenza del territorio e delle sue trasformazioni nel tempo.
Il lavoro della Soprintendenza e la tutela dei siti
Le indagini, coordinate dalla Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per il Friuli Venezia Giulia, sono state finanziate per verificare e tutelare due siti di incerta identificazione. Gli scavi sul campo sono stati realizzati dalla società archeologica Cora, con la direzione scientifica di Giorgia Musina e il supporto dell’ispettore onorario Sergio Salvador. I dati raccolti sono ora in fase di studio per contestualizzare meglio le scoperte e integrarle con i siti già noti del territorio.
Un patrimonio che racconta il passato
Queste scoperte rappresentano un passo importante nella comprensione della storia del Friuli e del suo ruolo durante l’epoca romana. E tu? Sei curioso di scoprire di più sulle meraviglie archeologiche del nostro Paese? Seguici sui social per aggiornamenti e lasciati affascinare da un patrimonio che continua a svelare storie straordinarie!