Dal 22 dicembre è uscito in digitale ed è disponibile sulle piattaforme streaming Fuori di me l’EP di esordio del cantautore siciliano Simone Romano, che nel 2023 ha rilasciato i singoli Spento e DANTE. L’EP è stato prodotto di Nuovoimaie all’interno delle “NUOVE PRODUZIONI DISCOGRAFICHE 2022 – 2023”.
Se ogni canzone fosse una serie TV, Fuori di Me è la stagione completa che tocca tutti gli argomenti della società: amicizie, amori, divertimento, paure, ansie e accettazione.
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Con queste parole, il cantautore descrive il contenuto dell’EP, formato da cinque brani molto semplici e d’impatto, dove diventa protagonista la quotidianità dell’esistenza tra amori, amicizie e paure e la volontà di rendere queste sensazioni eterne ed immortali come in Dante e una continua voglia di riscatto in Diluvio universale.
Chi è Simone Romano
Ha 23 anni, studia canto e collabora con il maestro Paolo Li Rosi. Ha studiato chitarra, pianoforte e attualmente sta imparando anche il basso. Le sue canzoni possono essere considerate un mix tra musica contemporanea pop-indie e il cantautorato italiano.
Il suo primo singolo Effetto domino è stato rilasciato nel 2019. Vince il Cantagiro con I miei quadri. Ha fatto parte del cast del musical Actor Dei nel tour invernale 2019/2020. Su RaiRadio1 è stato trasmesso un suo inedito il 31 marzo del 2023.
Nell’estate del 2023 ha avuto l’onore di aprire i concerti di Morgan e Dolcenera e lo spettacolo Emozioni con il maestro Mogol.
Intervista a Simone Romano
Come è nata la tua passione per la musica? Quando hai capito che questa è la tua strada?
Ci sono stati due momenti nella mia vita che mi hanno avvicinato alla musica. La prima volta a 12 anni. Soffro di psoriasi e ho cominciato a studiare canto tramite la musicoterapia. Era un punto di sfogo che pian piano è diventata una passione vera e propria e il mio obiettivo nella vita. Da quando ho compiuto 17 anni ho cominciato a suonare in maniera più seria per far sì che diventasse la mia professione.
Quali sono stati i tuoi riferimenti musicali e le tue passioni?
Ce ne sono due in particolare. Il primo fra tutti è Marco Mengoni, il Bel canto è sempre stato uno dei punti cardine che ho voluto raggiungere e mi piacerebbe arrivare ai suoi livelli. Il secondo è Ed Sheeran, perché se ho cominciato a suonare la chitarra, (suono anche pianoforte e basso) è stato grazie a lui, perché ho capito la differenza tra il vuoto (solo la voce) e la passione che deriva dall’accompagnarsi con uno strumento. Lui mi ha trasmesso questa sensazione vedendo i suoi live su Youtube e mi ha convinto. Egli infatti suona solo la chitarra e si accompagna con la Loop station, quindi riesce ad ottenere l’effetto di una band, ma solo con la chitarra. Visto che sono una persona che “ruba” tanto, ho cominciato così a studiare la chitarra a 16 anni.
Nel parlare dei brani del tuo EP li definisci come delle serie Tv. Qual è la serie Tv che più ti appartiene e quanto ispirano il tuo lavoro?
Seguo How I met your mother, una sit-com che parla principalmente di “sfighe d’amore”, il protagonista, Ted Mosby ha sempre questa voglia di trovare l’amore della sua vita e lo cerca disperatamente, ma non ci riesce mai…piange, viene deluso. E’ un po’ il mio punto cardine che mi ha aiutato. Poi ho preso altri punti di riferimento soprattutto dalla mia vita. Forse la canzone a cui tengo di più è Dante, una canzone malinconica che ti lascia il sorriso stampato in faccia, con quella piccola espressione che ti fa dire “Bello…però peccato!”. E’ una canzone che racchiude la mia essenza.
Parliamo di Dante, un brano che restituisce la sensazione di freschezza quegli amori incompiuti, nati tra i banchi di scuola. Quanto è stata importante per te la letteratura nella composizione delle tue canzoni e sul tuo lavoro cantautorale?
Diciamo la verità. Sono sempre stato scarsissimo a scuola, o meglio, facevo il minimo indispensabile perché tornavo a casa, suonavo la chitarra e mi mettevo a studiare all’ultimo secondo. Volevo soltanto cantare. Sono un esempio da non prendere in considerazione di questo ne sono consapevole. (Ride) Ma quello che mi piaceva lo studiavo. Dante l’ho usato come punto di riferimento, non come poeta, ma come persona, perché io poi mi affeziono a ciò che leggo. E’ un esempio da seguire perché ha amato senza distinzione e senza obiettivi. Beatrice non l’ha nemmeno salutato e Dante ha fatto di tutto per aiutarla, non per conquistarla, questo dovrebbe essere l’amore.
Sempre in Dante mi ha colpito il verso: “la Rivoluzione simile ad un’imperfezione” vuoi spiegare ai lettori il mondo che si nasconde dietro questo verso?
Hai nominato proprio una frase delle mie canzoni alla quale voglio più bene. Dante e Beatrice non sono una coppia, ma c’è un amore di fondo. Questa è una rivoluzione, perché lui la ama nonostante tutto, anche se non sarà ricambiato. Il problema di fondo è che non sarai ricambiato come vuoi tu e vivrai di malinconia, ma la accetti, perché l’imperfezione è la cosa più bella. Se ci pensi, ciò che abbiamo di più bello nella nostra vita sono proprio le cose imperfette perché appartengono solo a noi.
Come nasce 1953, un brano pieno di metafore, ambientato in un passato, che si inserisce però nel tuo EP in bilico tra passato e attualità?
E’ l’unico pezzo che non ho scritto io al 100 per cento. Nasce nel 2017 da un mio carissimo amico che si chiama Kevin Carpinteri. Una mattina mi svegliai e trovai 20 messaggi che il mio amico mi inviò alle 4 di notte e nei quali scrisse l’inizio di questa canzone, accompagnato da questo messaggio: “Simone, secondo me questa canzone è perfetta per te!”, così me la girò, io me ne innamorai, lo ringraziai del regalo fantastico e ci lavorammo insieme. La canzone parla di una storia d’amore di altri tempi. La frase che rivela l’ambientazione nel passato è “Mentre passeggiavamo, quando era maggio del 53”. Era una storia d’amore nata in quegli anni, è andata avanti, ha avuto una fine, ma continua nel cuore di lui, che la ricorda come se fosse tutta la sua vita. Se penso ai miei nonni, loro stanno insieme da 50-60 anni. Al giorno d’oggi queste storie sono rarissime, le persone che si sposano oggi, dopo 10 anni divorziano perché ormai abbiamo una visione dell’amore diversa nel tempo. 1953 vuole richiamare questo concetto dell’amore. Vedere negli occhi del nonno, l’amore che prova per la nonna dopo tanti anni secondo me è quanto di più dolce e bello che tu possa vedere. La canzone ti lascia con l’amore in bocca perché la storia non finisce bene, è un pezzo di cuore.
Hai avuto l’onore di aprire i concerti di Dolcenera e Morgan. Secondo il tuo parere da musicista è giusto il licenziamento di Morgan da Sky ed è giustq la critica che ha mosso ai talent show?
Ho seguito abbastanza la vicenda, in quanto avevo aperto il concerto due mesi prima. Ero molto interessato nel conoscere il suo parere. In realtà non ho né un’idea, né una sentenza specifica, ci sono determinate cose che nessuno di noi può sapere e che stanno dietro le quinte e dietro i contratti.
I talent sono un’arma a doppio taglio. Da un lato possono essere un trampolino di lancio, ma se non si va preparati e possibilmente con qualcuno dietro che ti ha portato, si rischia di fare lo “scaldabanco” o soltanto quello che deve essere lì di passaggio per poi essere eliminato. E’ una brutta cosa che puoi subire, ma sempre un trampolino rimane. Morgan questa cosa non l’accetta, forse perché vede più talento in quei famosi “scaldabanco” che in coloro che devono andare avanti. Questo è quello che ha fatto. Poichè non era della stessa linea di pensiero degli altri giudici e del programma se ne è andato. Sicuramente le sue reazioni sono esageratissime, avrebbe miliardi di modi per far sì che le sue idee, che non sono sbagliate secondo me, possano avere un senso. Se si muovesse in un determinato modo e non come fa di solito, potrebbe creare una realtà e una linea di pensiero più forte, un dibattito, una piccola rivoluzione, chiamiamola così. Purtroppo lui è fatto così, preferisce sbattere i pugni e andare via.
Ho assistito ai suoi live per “rubare” qualcosa ed è fonte di ispirazione, Dolcenera a differenza di Morgan è molto più pacata ed è una musicista e una cantante fantastica, eccezionale, pazzesca.
Progetti futuri?
Sto continuando a scrivere, ma soprattutto vorrei dare spazio ai live. Stiamo preparando più formule per portare avanti il mio disco e la mia musica. Questo è l’unico obiettivo che mi prefiggo.
Il resto è in più. Certamente manderò provini per Talent, Sanremo e quelli che verranno, ma rappresentano quel qualcosa in più, se entrano bene, se non entrano me ne farò una ragione. Per me è importante fare i live, perché il cantante per me deve vivere per fare live. La musica da studio è legata ad un prodotto, ma la musica non è prodotto, bensì passione e deve essere trasmessa in un certo modo.
La nostra redazione Arte.icrewplay.com ringrazia Simone Romano per l’intervista che ci ha concesso.
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