Caro iCrewer, per la festa della Liberazione, vorrei parlarti della canzone Bella ciao, conosciuta dalle nuove generazioni per aver fatto da sfondo alla serie Netflix La Casa di Carta. Nella serie viene cantata dal Professore in onore del nonno che che aveva combattuto i fascisti al fianco dei partigiani. Ovviamente, ci sono tanti altri motivi per cui è stata inserita questa canzone nella serie Netflix, ma oggi ci soffermeremo sull’origine e la storia di Bella ciao.
La storia di Bella ciao
Bella ciao è una canzone popolare italiana (le prime tracce risalgono all’800) la cui versione “partigiana” è databile intorno agli anni ’50. Il ritornello di Bella ciao, in realtà, fu inciso già nel 1919 a New York in un 78 giri con il titolo “Klezmer-Yiddish swing music”. Fu un fisarmonicista zingaro, Mishka Tsiganoff, che lo portò negli Stati Uniti: costui era originario di Odessa, città dell’attuale ucraina che fu praticamente fondata da napoletani, e dove fu scritta la canzone ‘O Sole mio.
Pur essendo considerata infatti una canzone della resistenza non ci sono documentazioni che venisse cantata dai resistenti (partigiani) negli anni ’40. La stessa Associazione Nazionale Partigiani d’Italia (Anpi) riconosce che Bella ciao: “Divenne inno della Resistenza soltanto vent’anni dopo la fine della guerra diventando un inno soltanto quando già da anni i partigiani avevano consegnato le armi“.
Secondo alcune teorie, il canto dei partigiani deriva da un’altra canzone, Il canto delle mondine. Lo storico Cesare Bermani ritiene, invece, che il secondo sia postumo. Il canto delle mondine è stato cantato per la prima volta nel 1962 dalla cantante Giovanna Daffini, e reso celebre dalla grande Milva.
Le prime versioni del canto dei partigiani
La Bella ciao partigiana riprende nella parte testuale la struttura del canto dell’Ottocento Fior di tomba che lo storico Costantino Nigra riporta in numerose versioni tra i Canti popolari del Piemonte, pubblicati per la prima volta nel 1888, tra i quali uno inizia con il verso “Sta mattina, mi sun levata“. Nigra riporta anche una variante veneziana che inizia con “Sta matin, me son levata“. Le varie versioni raccontano la storia di una donna che vuol seguire per amore un uomo, anche se ciò comporterà la morte e l’essere seppellita, tanto le genti che passeranno diranno “che bel fiore” o “che buon odore” a seconda della versione.
La Resistenza
“Non ci sono indizi della rilevanza di Bella ciao tra le brigate partigiane – riporta l’enciclopedia online, Wikipedia – e neppure della stessa esistenza della versione del partigiano antecedente alla prima pubblicazione del testo nel 1953. Non ci sono tracce nei documenti dell’immediato dopoguerra né è presente nei canzonieri importanti: “Non c’è, ad esempio, nel “Canzoniere Italiano” di Pasolini e nemmeno nei “Canti Politici” di Editori Riuniti del ’62. C’è piuttosto evidenza di una sua consacrazione popolare e pop tra il ’63 e il ’64, con la versione di Yves Montand e il festival di Spoleto, quando il Nuovo Canzoniere Italiano la presentò al Festival dei Due Mondi sia come canto delle mondine sia come inno partigiano. Una canzone duttile, dunque, e talmente “inclusiva” da poter tenere insieme le varie anime politiche della lotta di liberazione nazionale (cattoliche, comuniste, socialiste, liberali…) ed esser cantata a conclusione del congresso DC che elesse come segretario l’ex partigiano Zaccagnini“.
Il testo
Una mattina mi son svegliato
o bella ciao bella ciao bella ciao, ciao, ciao
una mattina mi son svegliato
e ho trovato l’invasor.
O partigiano portami via
o bella ciao bella ciao bella ciao, ciao, ciao
o partigiano portami via
che mi sento di morir.
E se io muoio da partigiano
o bella ciao bella ciao bella ciao, ciao, ciao
e se io muoio da partigiano
tu mi devi seppellir.
Seppellire lassù in montagna
o bella ciao bella ciao bella ciao, ciao, ciao
seppellire lassù in montagna
sotto l’ombra di un bel fior.
E le genti che passeranno
o bella ciao bella ciao bella ciao, ciao, ciao
e le genti che passeranno
mi diranno che bel fior.
E questo è il fiore del partigiano
o bella ciao bella ciao bella ciao, ciao, ciao
e questo è il fiore del partigiano
morto per la libertà.