Il 10 agosto abbiamo avuto la possibilità di ammirare una stella cadente, oppure di restare con il naso all’insù e sperare di esprimere un desiderio. Ma mentre noi attendiamo una stella cadente, in Giappone si aspetta la festa del Tanabata 七夕, ovvero l’incontro delle stelle innamorate.
Il nostro 10 agosto è legato a San Lorenzo, diacono martirizzato nel nel 258 durante la persecuzione voluta dall’imperatore romano Valeriano nel 257, e alle stelle cadenti. La tradizione popolare collega il fenomeno astrale al martirio di San Lorenzo, di cui le stelle cadenti rappresentano le lacrime del Santo, e ricordano i carboni ardenti del martirio.
Tanabata: la leggenda delle stelle innamorate
La festa del Tanabata, non è una pioggia di stelle cadenti, ma l’illusione ottica di due importanti stelle, Vega e Altair, avvicinarsi. Un triste destino è toccato a queste due stelle rappresentate da Orihime, una tessitrice di abiti per le divinità, e Hikoboshi, un mandriano dei buoi del cielo. Qui di seguito potrete leggere il testo della leggenda:
Anticamente sulle sponde del Fiume Celeste (Via Lattea) viveva il sovrano di tutti gli dei e imperatore del Cielo, Tentei, la cui figlia Orihime (per noi occidentali Vega) passava le giornate a tessere e cucire stoffe e vestiti regali per le divinità.
Lavorava di giorno e di notte e senza avere mai un attimo di sosta maneggiava con rapidità e destrezza il suo fuso e realizzava abiti sempre più belli e splendidi per poter vestire tutte le divinità.
Lavorava talmente tanto che non aveva neppure il tempo di pensare a sé stessa e ai propri interessi. Giunta all’età adulta però, il padre mosso da pietà, giacché alla figlia non era mai stato concesso altro che lavorare il fuso, le scelse un marito: era un giovane mandriano, di nome Hikoboshi (per noi Altair) la cui attività consisteva nel far pascolare buoi e fare attraversare loro le sponde del Fiume Celeste. Era un grande lavoratore e anche lui non pensava ad altro che a svolgere il suo lavoro.
Essendo matrimonio combinato, i due finirono per conoscersi solo il giorno delle nozze; poco male però perché non appena i due si conobbero finirono per innamorarsi follemente l’uno dell’altro. Furono talmente presi dal profondo sentimento che provavano l’un per l’altro che dimenticarono completamente i loro doveri, il loro lavoro e gli altri Dei. La loro unica ragione di vita sembrava essere diventata l’amore e la passione.
Così la mandria di buoi finì per essere abbandonata a sé stessa e agli dei cominciarono a mancare gli abiti fino ad ora confezionati da Orihime. A questo punto il sovrano degli dei non poté trattenere la rabbia e punì i due severamente: i due sposini che fino a quel momento erano diventati inseparabili, avrebbero dovuto vivere le loro vite separatamente. Per evitare che i due avrebbero potuto incontrarsi, rischiando così di abbandonare nuovamente i loro doveri, l’Imperatore del Cielo creò due sponde separate dal fiume Ama no Gawa (Via Lattea) e rendendolo anche impetuoso e privo di ponti fece si che i due non potessero mai più incontrarsi.
Il risultato non fu però quello sperato: il pastore sognando e pensando sempre alla sua innamorata non accudiva ugualmente le bestie e neppure la dolce fanciulla, pensando continuamente al suo amore non cuciva più i vestiti agli dei. Il sovrano allora, disperato e mosso da pietà e commozione, con il consenso anche degli altri dei altrettanto commossi, emise tale sentenza: “Se deciderete di ritornare ad occuparvi delle vostre attività come un tempo rispettando i vostri doveri, rimarrete divisi dalle sponde del Fiume Celeste per un anno intero però, vi sarà consentito di potervi incontrare una volta soltanto nella notte del settimo giorno del settimo mese dell’anno.”
A queste parole, i due giovani innamorati, pensando all’idea di potersi incontrare di nuovo ripresero di buona lena a lavorare sodo con la speranza di potersi presto riabbracciare. Da quel momento in poi infatti, dopo un anno di lavoro e fatica i due ogni 7 luglio attraversano il Fiume Celeste e nel cielo stellato si incontrano.
Tradizioni e usanze del popolo nipponico
Tradizionalmente, la festa del Tanabata viene celebrata il settimo giorno del settimo mese, quindi il 7 luglio. In realtà, questa data fa riferimento all’introduzione del calendario gregoriano, di cui il settimo mese è luglio. Secondo il tradizionale calendario lunisolare nipponico, che fa iniziare l’anno da febbraio, il settimo mese era agosto.
Tra le molte tradizioni del Tanabata, la più famosa usanza è quello di scrivere i propri desideri su alcune strisce di carta, chiamate tanzaku, e di appenderle ai bambù. Si pensava che l’unione ben augurante delle due divinità avrebbe senza dubbio aiutato i desideri a realizzarsi.
Passeggiando per le città e i paesi nipponici, durante il periodo del Tanabata, si possono ammirare le decorazioni che inondano e avvolgono le strade. Le decorazioni tipiche della festa sono sette: Kamigoromo, gli abiti di carta usati nelle sfilate e nelle parate; Senbazuru, file di origami; Tanzaku, strisce di carta dove scrivere poesie e desideri da appendere sugli alberi; Toami, reti come quelle da pesca per varie decorazioni; Kuzukago, cestini per la carta e bigliettini; Fukinagashi, strisce colorati penzolanti da ogni parte; Kinchaku, borsettine.
Molte città giapponesi si trasformano radicalmente in vista del Tanabata. Tra le celebrazioni più sfarzose, c’è sicuramente quella di Sendai. La città viene addobbata da più di 5.000 decorazioni che abbelliscono le strade per i tre giorni in cui dura la festa, e i festeggiamenti sono preceduti da un attesissimo spettacolo pirotecnico.
Oltre le decorazioni, anche gli stessi giapponesi si preparano e rendono caratteristica questa festa, infatti indossano il proprio Yukata, un kimono informale ed estivo. Il popolo giapponese si partecipa alle danze, balli e festeggiamenti di ogni tipo con giochi e bancarelle. E alla fine, in un clima di totale spensieratezza e ilarità, si possono ammirare i fuochi d’artificio.
Caro Icrewer, spero che tu riesca un giorno ad organizzare un viaggio in Giappone e poter essere catturato dalla magia di questa triste e romantica festa. Io sono stata fortunata, e ho avuto l’occasione di festeggiare le due stelle innamorate. Ho potuto assistere ai preparativi della festa, che coinvolgono tutti i cittadini; ho visto sistemare i rami di bambù completamente ricoperti dai tanzaku. Ho fatto la fila, per assaggiare i prodotti tipici della cucina nipponica, tra donne e ragazze vestite con variopinti Yukata.
E dunque, caro lettore, spero che anche tu possa partecipare alla festa del Tanabata ed esprimere un desiderio con la benedizione delle due stelle innamorate.