Ci sono quei luoghi del cuore in cui il tempo si ferma, in cui ci si può permettere il lusso di essere se stessi e dove le amicizie disegnano storie e determinano il flusso della vita. Uno di questi è lo Spank, il luogo d’azione protagonista dell’opera teatrale scritta dal drammaturgo pakistano di Hanif Kureishi, The Spank.
L’opera tradotta da Monica Capuani, è stata concessa al Teatro Stabile di Torino ed è così arrivata in Italia in prima assoluta l’11 maggio 2021. The Spank ha debuttato al teatro Parioli di Roma il 2 febbraio e rimarrà in scena fino al 13 febbraio. Il dramma è incentrato sull’amicizia di Sonny e Vargas che prende forma grazie al contributo di Valerio Binasco nei panni di Sonny e Filippo Dini nei panni di Vargas. I due interpreti sono anche grandi amici nella vita e per la prima volta Filippo Dini dirige Valerio Binasco.
Le scene sono di Laura Benzi, i costumi di Katarina Vukcevic, luci di Pasquale Mari, musica di Aleph Viola, aiuto regia Carlo Orlando, assistente regia Giulia Odetto.
Per informazioni e prenotazioni consulta il sito del Teatro Parioli
The Spank: il luogo di un’amicizia
La scenografia è avvolta da un telo, dal quale emerge Filippo Dini nel ruolo di Vargas che narra la vicenda di un’amicizia perduta. Con grande delicatezza il telo in plastica svela quel luogo pieno di vita che è lo Spank, e la narrazione si svolge in flashback. La scenografia crea un’atmosfera sospesa, gli specchi laterali frammentano le figure. Dietro le parole dei personaggi, giunti nella fase della mezza età, (“Nel mezzo del cammin di nostra vita”, come afferma Binasco citando l’Inferno di Dante), c’è ironia e un’apparente leggerezza che nascondono tanta vita vissuta e tanta profondità di pensiero.
Vargas è un farmacista e Sonny un dentista. Entrambi sposati con figli e a loro volta, figli di immigrati che hanno fatto enormi sacrifici per garantire alle generazioni future un buon tenore di vita.
Il rock degli anni 70 e le birre scandiscono le entrate e le uscite dei due personaggi. Sonny ha fame di vita, poichè è profondamente insoddisfatto del suo matrimonio e sempre pronto a sperimentare quel mondo giovanile e ipertecnologico e a esplorarne i suoi meandri. Vargas è più tradizionalista e soddisfatto del suo matrimonio che tenta di trasformare ogni giorno in un’isola felice.
Ma dai racconti dei due amici emergono dei dettagli che sconvolgeranno la storia e la regolarità di queste due vite: due racchette da tennis, un bacio appassionato, le conversazioni di Vargas con la moglie, un “dettaglio intimo” di Sonny finito rovinosamente in rete. L’incidente tecnologico farà crollare la vicenda e procurerà un circolo vizioso di distacchi, separazioni, dolore. Un concerto rock farà uscire tutta la rabbia repressa di Leila, la figlia di Sonny. Quest’ultimo andrà via senza lasciare traccia.
In un mondo di amicizie sempre più virtuali The Spank rimane una sorta di santuario dell’amicizia vera, che sarà comunque attraversata da luci e ombre. La profonda sincerità di Vargas, sarà una dannazione per la vita di Sonny. Ma nonostante ciò i due amici continueranno a cercarsi, a sostenersi e a sperare nel bene dell’altro.
«Questa storia di un’amicizia è nata da qualcosa di assolutamente naturale, un’abitudine che ho da anni: vedere un amico una o due volte alla
settimana in un caffè di quartiere. Stranamente, ci mettiamo seduti uno di fianco all’altro, in parte perché io mi devo sistemare vicino all’orecchio che gli funziona […]. Io e il mio amico beviamo un po’, talvolta mangiamo, ci lamentiamo molto, parliamo del più e del meno, e vediamo come va. Analizziamo la commedia dell’esistenza, le nostre famiglie, gli altri amici, parliamo di sport, di politica e del nostro lavoro […]. Amicizie del genere non appartengono all’ambito delle alleanze, e neanche a quello del networking. Non sono relazioni mercantili, e in esse non dovrebbe esserci né profitto né vantaggio. L’amicizia è una forma di ozio volontario. Il rapporto si basa sulla parità, non sul potere».
Un testo molto sfidante progettato per due soli attori che devono possedere grandi doti affabulatorie per mantenere viva l’attenzione degli spettatori e far cogliere quella profondità di emozioni che sgorgano dall’animo umano.
Una prova molto complessa, ma che gli attori Dini e Binasco, attraverso una recitazione molto naturale e dal registro quotidiano, superano con successo e con una grande ovazione del pubblico.