Restano a Firenze ma cambiano dimora circa 455 opere d’arte della collezione Carlo Del Bravo che proprio in questi giorni hanno trovato collocazione nel Museo degli Uffizi, dove, con una conferenza stampa dai toni appassionati il direttore Eike Schmidt, dal 2015 alla direzione delle Gallerie degli Uffizi, ne ha delineato in parte i passaggi che hanno portato al perfezionamento della donazione ed in parte ha enunciato quale sistemazione avranno in seguito le opere d’arte ormai da annoverare a parte integrante del Museo degli Uffizi.
Una donazione la cui idea nasce e si concretizza nell’arco di questi ultimi tre anni, da quando, alla morte del grande storico dell’arte, Professore ordinario all’Università di Firenze, l’unico erede universale, il suo allievo Lorenzo Gnocchi, dichiarando di adempiere a quelle che erano le volontà del Prof. Carlo Del Bravo, ha dato mandato di perfezionare la più grande donazione fatta al Museo degli Uffizi dal secondo dopoguerra ad oggi.
Agli Uffizi una donazione dal valore inestimabile
Un grande tesoro quello che è transitato dalla collezione privata di Carlo del Bravo agli Uffizi di Firenze che comprende opere di pittura, scultura e disegni realizzati dal ‘500 al XXI secolo; un arco temporale vastissimo che la dice lunga sull’impegno, la passione e la dedizione che hanno portato negli anni alla sua costituzione.
Una grande passione quella del Prof. Carlo Del Bravo che toscano di nascita, si è visto accompagnare nell’interezza della sua esistenza, da un profondo amore per il sapere, sostenuto da studi rigorosi che uniti ad un innato senso del bello hanno fatto sì che nascesse la collezione in argomento, tessuta opera su opera da colui che a tutt’oggi è senza ombra di dubbio il più grande storico dell’arte che il novecento abbia avuto.
Grandi capolavori trovano casa agli Uffizi
Fanno parte della collezione donata agli Uffizi numerose tele di valore inestimabile perché opere maggiori di grandi artisti; tra queste spicca per importanza la tela dell’inquieto e tormentato artista Rosso Fiorentino, esponente di quelli che la critica annovera tra gli “eccentrici fiorentini”, di originale impronta pittorica, anticonformista per indole che riscosse inizialmente blandi consensi in patria ma che oltralpe, in Francia, diede grande spinta al manierismo internazionale, diventando punto di riferimento per la scuola di Fontainebleau.
Sua la tela che, per anni custodita nella collezione Del Bravo e ora transitata agli Uffizi, di fatto l’ultima del pittore manierista ad essere in mani private, si erge a pezzo di gran pregio che andrà a trovare posto direttamente nell’allestimento della sala del ‘500.
Parliamo del San Giovannino, dipinto olio su tavola, databile intorno al 1520 che ritrae il Santo con i tratti giovanili, in una posa volutamente sgraziata, nell’atto di indicare con una mano il cielo, dimora del Salvatore mentre con l’altra, stringe una croce di canna, attorcigliata alla quale un drappo inneggia all’Agnello di Dio, nel suo ruolo di sacrificale per la redenzione dei peccati dell’umanità. Il tutto avvolto da uno sfondo brunito, quasi neutro che non vuole togliere spazio alla scena in primo piano.
E ancora, dalla collezione Del Bravo, entrano a far parte della Galleria degli Uffizi due pregiate tele, tra le sue opere più struggenti, del pittore fiorentino Jacopo Vignali, parliamo de “il giovane flautista” e ” Gesù incoronato di spine“. Entrambe saranno esposte nella Galleria Palatina.
Il resto della collezione, con opere di importanti maestri dell’800 tra cui Léon Bonnat, Antonio Ciseri, Raffaello Sernesi troveranno naturale collocazione presso la Galleria di Arte Moderna di Palazzo Pitti, dove la direzione museale ha previsto l’allestimento in ben due sale, al momento in corso di restauro, nelle quali è previsto l’alloggiamento anche delle opere di quegli artisti che il Professor Carlo Del Bravo annoverava tra le proprie amicizie; parliamo tra gli altri di Bruno Innocenti, Giovanni Colacicchi, Renzo Dotti e Rodolfo Meli.
Per celebrare la figura di Carlo Del Bravo, nelle sue molteplici vesti di storico dell’arte, collezionista e generoso donatore, la direzione degli Uffizi ha già avviato la preparazione di una mostra che vedrà esporre una parte delle opere del lascito nella natia San Casciano Val di Pesa, volendo così omaggiare e ricalcare quelli che erano i principi dell’insegnamento di Del Bravo Professore e cercare di risvegliare il territorio e i suoi giovani all’interesse per l’arte.