Un grande classico del teatro e del cinema va in scena al Teatro Quirino di Roma: Un tram che si chiama desiderio di Tennessee Williams per la regia di Pierluigi Pizzi con Mariangela D’Abbraccio nel ruolo di Blanche e Daniele Pecci nel ruolo di Kowalski. E’ una produzione GTS Artisti riuniti, in collaborazione con AMAT.
Un dramma in tre atti, vincitore del Premio Pulitzer nel 47 e che svelava il disagio nascosto dietro la società americana, apparentemente perfetta. Il dramma dell’omosessualità, famiglia come luogo non più sicuro, ma come focolaio di tensioni, disagio mentale, ipocrisia e pregiudizio: questi i temi di un’opera che ha appassionato parecchi registi ed attori dell’epoca.
Fu proprio un viaggio in tram a svelare allo studente Tennessee Williams il volto oscuro e nascosto della società americana, già proprio quei primi viaggi che vivi con gli occhi di giovane studente e ti aiutano ad uscire dalla tua realtà ovattata e dalle semplici nozioni che apprendi sui manuali scolastici e sui testi universitari.
La New Orleans degli anni 40 fa da sfondo alla vicenda di Blanche, una donna rimasta sola e in preda al suo disagio mentale.
Un tram che si chiama desiderio: la trama
Blanche è interpretata dalla bravissima Mariangela D’Abbraccio che di recente ha interpretato Filumena Marturano, con la regia di Liliana Cavani.
La protagonista subisce il pignoramento della casa di famiglia e si trasferisce dalla sorella Stella, sposata con Stanley Kowalski (Daniele Pecci), uomo di origine polacca, molto rozzo e volgare. Blanche è caduta nell’alcool ed è vedova di un marito omosessuale. Ella cerca così di rimettere in piedi la sua vita frequentando Mitch, amico di Stanley.
Tuttavia tra Blanche e Stanley si instaura un rapporto conflittuale che non farà altro che far esplodere in lei la pazzia, tra l’altro già latente.
Un tram che si chiama desiderio: chi è il regista e la sua fortuna in Italia
Il regista è Pierluigi Pizzi, storico fondatore della Compagnia dei giovani insieme a Giorgio De Lullo, Rossella Falk e Romolo Valli. Ma ha lavorato a lungo anche con Luigi Squarzina, Luca Ronconi, Gianfranco De Bosio e Mario Ferrero. Oltre che regista è anche scenografo e costumista ed è un esempio di intellettuale umanista e di artista versatile, eclettico, raffinato ed esteta e ha spaziato dalla regia del teatro di prosa, alla regia del teatro lirico, dal cinema alla televisione.
Un tram che si chiama desiderio è reduce da una tourneè del 2019, poi interrotta nel 2020 a causa del Covid.
Un tram che si chiama desiderio: La prima in Italia nel 1949 al teatro Eliseo, per la regia di Luchino Visconti
Tra i registi italiani che verso la fine degli anni 40 affrontarono il complesso testo di Tennessee Williams, ricordiamo Luchino Visconti che lo inserì nella stagione del teatro Eliseo di Roma nel 1948. Secondo la critica dell’epoca prevalse la vena di crudo realismo di Visconti. Il critico Silvio D’Amico parlava di “Torbidissimo ambiente, in cui Luchino Visconti…ritrovandosi in scena il letto e i corpi in sudore e la biancheria all’aria e il gabinetto di toeletta, con baruffe e sganassoni e convulsioni e rottura di tutte le bottiglie e di tutti i mobili di casa, s’è buttato dentro a capofitto”.
In realtà Visconti voleva muoversi in una direzione di teatro totale, immergendosi profondamente nel realismo, ma senza perdere di vista la continua ricerca della forma teatrale, come sottolineava invece Giovanni Calendoli, Visconti voleva “Conquistare una forma teatrale che, ricorrendo alle suggestioni della musica, della coreografia, della pantomima, del ballo, si ponga in sintesi con tutte le arti”.
Quest’ultima parte sottolineata da Calendoli, rientra invece nella natura decadente ed esteta di Luchino Visconti. Un tram che si chiama desiderio era dunque un testo che permetteva sia una messinscena realista, sia un discorso politico e ideologico e sia un discorso di estetica della forma teatrale.
La prima italiana al Teatro Eliseo ci fu il 21 gennaio 1949 con Vittorio Gassman nel ruolo di Kowalski, Rina Morelli nel ruolo di Blanche e Marcello Mastroianni nel ruolo di Mitch. Le scenografie furono realizzate da Anna e Italo Valentini su bozzetto di Franco Zeffirelli che disegnò lo spaccato di una casa su due piani con dei praticabili per salire al piano di sopra.
Il ruolo di Blanche in passato fu anche interpretato da Mariangela Melato allo Spoleto festival del 1993, poi da Paola Quattrini nel 2000, regia di Lorenzo Salveti, nel 2012 da Laura Marinoni diretta da Antonio Latella, poi nel 2016 da Mascia Musy al Teatro stabile di Napoli.
Un tram che si chiama desiderio fu quindi un’opera teatrale e cinematografica (ricordiamo la versione con Marlon Brando e Vivien Leigh) che creò scalpore e scandalo tra la fine degli anni 40 e gli anni 50, ma che oggi è ancora attuale in una società che è ambigua con gli omosessuali, fortemente discriminante nei confronti della malattia mentale e che da un lato condanna la violenza, ma dall’altro continua ad esaltarla in ogni sua forma.
Per informazioni e prenotazioni andare su www.teatroquirino.it