vanessa beecroft il libro del cibo

Vanessa Beecroft, il “Libro del Cibo”

Un'artista che ha portato la sua vita sulla scena. Si parla di problemi alimentari raccontati con performance artistiche dal vivo

Vanessa Beecroft, è un’artista italiana, che ha raggiunto la popolarità oltre oceano. Attraverso la sua arte, espressa come performance dal vivo, ha rivolto la sua attenzione in alcune sue opere ad un argomento che affligge l’era contemporanea, quella dei disturbi alimentari che, lei stessa ha vissuto in prima persona. Il “Libro del Cibo”, risale al 1994 ed è stata la sua prima messa in scena. Una sensibilizzazione tramite forti performance artistiche con corpi femminili che si rapportano al cibo. 

Vanessa Beecroft, “Il Libro del Cibo”

L’artista negli anni ’80 e ’90 ha sofferto in prima persona di disturbi alimentari. Il suo rapporto col cibo era diventato malsano e con le sue passioni e la sua debolezza ha creato un’opera cruda e reale, tratta dal suo diario personale.

Nel periodo della sua malattia, aveva appuntato tutto il cibo ingerito, con calorie, colori e altre caratteristiche. Vanessa Beecroft ha deciso di rappresentare il tutto, con ragazze, stereotipi di bellezza ma che risultavano scomposte e sgraziate, consumate dal digiuno, simbolo del suo alter ego e tempesta interiore.

vanessa beecroft il libro del cibo

“VB52”

Passiamo al 2003, quando Vanessa Beecroft, realizza un quadro vivente che rappresenta tutti gli anni in cui nella sua malattia ha avuto paura, angoscia e sensazioni sgradevoli. I colori e le donne che fanno parte di questa scena sono studiati nei minimi dettagli.
A partire dal tavolo, di cristallo, trasparente per attraversare i corpi nudi delle 32 commensali, che consumano il loro pasto attraverso una scala di colori, sistemati con un ordine di differenza cromatica. Dal bianco, all’arancio, al verde, rosso e finire col viola.
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Identificazione con la sua arte

Vanessa Beecroft, mette in scena solo donne con le quali si identifica, nonostante le parrucche e zeppe colorate per cercare di mascherare le fragilità che vengono, comunque, messe in risalto. in “VB52” erano presenti anche sua madre e sua sorella, simbolo di aggregazione in cui anche la stessa famiglia viene coinvolta dai problemi di uno dei membri.

In una sua performance, alcune ragazze indossavano gli indumenti intimi appartenenti all’artista, l’esposizione si è tenuta all’Accademia di Brera di Milano.

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Una donna, un’artista che ha messo in primo piano l’accettazione di sé e i problemi di autostima, con un argomento che tocca molte persone, soprattutto donne. Una sensibilizzazione attraverso la creazione di performance che guardandole, seppur in foto, riescono a trasmettere con grande realismo e  con un impatto molto forte.

 
 

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