Ricordiamo il 25 Aprile come il giorno della Liberazione. Liberazione dell’Italia dalla devastante occupazione nazista e dal fascismo. Una Liberazione che grida vittoria di un popolo che ha resistito e che ce l’ha fatta. Una Liberazione che ha chiuso una drammatica pagina della nostra storia. Una Liberazione che ricorda la trionfante lotta della resistenza militare, politica e partigiana.
25 Aprile, il giorno della Liberazione nell’arte
In pittura Renato Guttuso rappresentò con grande realismo le vittime delle stragi e la rivolta degli uomini che hanno combattuto e sacrificato tutto in nome della libertà. Le sue opere – intitolate Gott mit Uns – esprimono una forte inquietudine ed un senso di terrore nei confronti della violenza. Questo ciclo di disegni sono una preziosa testimonianza artistica che ci consente una ulteriore riflessione sugli avvenimenti che hanno significato il 25 Aprile.
Il secondo dopoguerra ha visto l’Europa affrontare una profonda crisi sociale e culturale che non ha risparmiato il mondo dell’arte da queste forti scosse. Durante il conflitto, infatti, molti artisti – volendo o dolendo – furono costretti a adeguarsi la loro pittura ai diktat del regime fascista, perdendo di conseguenza la loro identità artistica e non. Caso emblematico è l’allestimento della grande esposizione Arte degenerata che si inaugurò a Monaco nel 1937.
Con la fine della guerra, il clima culturale cambiò notevolmente e ci si ritrovò davanti alla necessità di cambiare volto. L’Italia partecipò attivamente a questo cambiamento, perché nel dopoguerra era un Paese dilaniato dai bombardamenti, oltre a essere distrutto economicamente e socialmente. Artisticamente si assistette ad un acceso dibattito che vedeva all’attivo una nuova generazione di pittori e scultori che erano stati vivi protagonisti durante la stagione di Corrente.
La rivista Corrente fu fondata nel 1938 dal diciottenne Ernesto Treccani, grazie all’aiuto del padre il senatore Treccani . È un giornale di giovani che si rivolge ai giovani esprimendone gli ideali, le speranze e la volontà.
Li univa in gran parte la tendenza a sentire, a pensare e ad esprimersi secondo una modernità» ricca, anche, di radici storiche, e intensamente sensibile ai fatti artistico-letterari, spirituali, politico-sociali […] la resistenza al fascismo proveniva specialmente da questo.
Fin dall’apparizione di Guernica è lo stile di Picasso a diventare un punto di riferimento per i pittori di tutta Europa e in particolare per i pittori italiani che erano alla continua ricerca di un linguaggio che fosse prima di tutto un messaggio di impegno sociale. In Guernica la guerra civile spagnola segnò uno spartiacque nella vita dell’artista il quale scelse di rappresentare la distruzione della cittadina di Guernica da parte dell’aviazione tedesca.
Rispetto ai colori a cui ci ha abituato Picasso, ci troviamo di fronte ad una riduzione ai minimi termini che accentua la drammaticità di quanto accaduto. La narrazione di questa tela – dal madre con il bambino morto fra le braccia, al toro simbolo di ferocia e brutalità, al nitrito lancinante di un cavallo ferito – sono tutti simboli di una terra spezzata. Sono il simbolo di una violenza devastante in cui nessuno riesce a fuggire.
E ancora, nel 1946 un gruppo di pittori fonda il Manifesto del realismo di pittori e scultori, più noto come Oltre Guernica. Nel documento si sostiene che dipingere e scolpire sono un atto di partecipazione alla totale realtà degli uomini, indicando la volontà di dare vita a un’arte calata nel clima del proprio tempo.
In Occupazione delle terre incolte in Sicilia, Renato Guttuso traduce un tema sociale molto concreto nell’immediato dopoguerra: quello della ridistribuzione ai contadini del Sud Italia delle terre dei latifondi. È una terra drammatica la Sicilia. È drammatica fisicamente, è drammatica la sua natura e sono drammatici i suoi personaggi. I siciliani sono tendenzialmente drammatici, e naturalmente non si può essere insensibili a queste cose.
Questo evidenzia un legame con i fatti bellici appena vissuti, il desiderio di una apertura e soprattutto di una presa di coscienza che si protrae nel tempo. L’appello viene accolto dal Fronte Nuovo delle Arti, movimento nato nel 1947, non particolarmente legato a codici estetici della pittura, ma più incline all’appartenenza storica e generazionale in cui si convive senza difficoltà con tendenze astratte.
Questa tendenza si fece sempre più evidente alla Biennale del 1948, dove le opere degli artisti del Fronte Nuovo delle Arti furono esposte insieme alle opere di Picasso. Era doveroso che questa prima Biennale del dopoguerra rivolgesse l’invito a grandi artisti che hanno difeso, in tristi momenti, la libertà della cultura occidentale europea.
25 Aprile, il giorno della Liberazione nella fotografia
Oltre alla pittura, anche la fotografia è legata alla narrazione storica. Va infatti riconosciuto che l’avvento della fotografia contribuì a liberare la pittura dalla necessità di imitare la realtà, offrendo la possibilità di sviluppo ai movimenti di avanguardia quali Futurismo e l’Espressionismo. Negli ultimi anni la fotografia è stata inquadrata come una forma d’arte autonoma, che non imita la pittura o la scultura ma indaga la realtà della vita attraverso un linguaggio similmente importante.
La fotografia manifesta una richiesta ed esprime un sentimento suscitato dalla realtà, coinvolgendo lo spettatore in una narrazione condivisa. Le fotografie del 25 Aprile – in questo caso – esplicitano i contenuti emozionali dell’avvenimento. Il grande archivio fotografico che ricostruisce la giornata del 25 Aprile 1945, non deve essere solo un documento storico di una sola giornata, ma un’emozionalità continua che ripropone, i sentimenti provati dai protagonisti.