Al maestro Nicola Piovani, premio Oscar nel 1999 per la colonna sonora del pluripremiato film La vita è bella, il compito di inaugurare la riapertura al pubblico del Teatro greco di Siracusa, con una prima andata in scena venerdì 10, con replica programmata il giorno successivo.
Un’emozione che si ripete ogni anno per il Teatro greco di Siracusa, alla riapertura di ogni stagione, nel vederlo tornare in chiave moderna a quegli antichi fasti che ne fecero uno dei più importanti teatri dell’antichità quanto a vivacità culturale.
Il teatro greco di Siracusa tra antico e moderno
Anche per il Teatro greco di Siracusa, come per il Teatro La Fenice di Venezia, il cui debutto stagionale è andato in scena appena qualche giorno fa, è stata una “prima” all’insegna dello stravolgimento, poiché anche per il Teatro greco di Siracusa, si è dovuto pensare ad una totale rimodulazione delle postazioni sceniche, anche in questo caso sovvertendo le posizioni degli orchestrali, del coro e degli stessi spettatori.
Per questi ultimi lo spazio si è notevolmente ridotto dando la possibilità a sole 480 persone di prendere posto per lo spettacolo, a fronte di una capienza consentita di 5610 posti, fissata dalla Commissione provinciale di vigilanza sui locali di pubblico spettacolo nel 2017, quando durante una serata di richiamo, il pubblico dovette trovare posti di fortuna anche sulle scale d’accesso, situazione intollerabile che ha visto l’intervento delle autorità preposte che a quel punto hanno doverosamente fissato dei parametri di riferimento.
La novità assoluta è stata nel posizionamento del pubblico, ben distanziato secondo normativa e per la prima volta nella storia del Teatro greco di Siracusa, alloggiato sul palcoscenico, mentre le maestranze sono state collocate negli spazi della cavea o antistanti. Di nuovo il pubblico spettatore e se vogliamo attore per posizione, poiché millenni di storia non si oscurano certo posizionando una poltrona, ma certamente guardare uno spettacolo dal palcoscenico, conferisce al tutto quantomeno un’atmosfera inusuale.
Al Teatro greco di Siracusa 20 strumentisti e dodici coristi diretti dal maestro Piovani
Sulla note de L’isola della luce, una cantata per coro ed orchestra sui versi del drammaturgo e poeta italiano Vincenzo Cerami, il maestro Nicola Piovani ha magistralmente riproposto in musica l’eterno antagonismo tra luce ed ombra, innescando la riflessione atavica sulla scelta che prima o poi ognuno di noi è chiamato a fare tra l’una o l’altro.
Il tema è quello della nascita del dio Apollo che l’altra sera, sotto la direzione di un superbo Nicola Piovani, ha fatto rivivere tra i gradoni del Teatro greco di Siracusa, probabilmente la stessa atmosfera di quando nel 470 a.C., per la prima volta furono calcate le scene del Teatro greco di Siracusa sotto lo sguardo più che attento del drammaturgo Eschilo.
La rassegna continuerà quindi il 17 luglio e vedrà in scena l’attrice Lunetta Savino con Da Medea a Medea di Euripide, nella traduzione e adattamento di Margherita Rubino e Antonio Tarantino, con musiche eseguite dal vivo della compositrice e pianista Rita Marcotulli.
A seguire il 25 luglio Lella Costa con La vedova Socrate per la regia di Stefania Bonfanelli, in omaggio alla grande Franca Valeri che il prossimo 31 luglio taglierà il traguardo dei 100 anni, la quale fin dal 2003 ha scritto diretto e interpretato questo ruolo.
La rassegna prevede date fino al 30 agosto, consultabili sul sito ufficiale dell’Inda (istituto nazionale del dramma antico) che rassicura inoltre di poter trasmettere in diretta streaming, grazie all’intervento di importanti investitori, tutte le rappresentazioni al fine di sopperire alla drastica riduzione di pubblico.
E chissà che uno dei 480 fortunati spettatori non abbia l’illusione di intravedere, tra i gradoni del Teatro greco di Siracusa un pensieroso Eschilo che con la mano sul mento, non cerchi di capire il perché del totale stravolgimento dei canoni che per primo lui stesso dettò come iniziatore della tragedia greca nella sua forma più completa.