Caro Icrewer, oggi ti porterò a conoscere un collettivo artistico molto originale, che ha trasformato la programmazione e le installazioni video in vere e proprie opere artistiche interattive, dove il pubblico può e deve prendere parte attivamente alle installazioni. Sto parlando del collettivo teamLab.
teamLab è un collettivo giapponese fondato dall’ingegnere Toshiyuki Inoko nel 2001 e racchiude un gran numero di artisti, programmatori, ingegneri, matematici, architetti e animatori, tutti anonimi e tutti impegnati nella progettazione e nella realizzazione di opere d’arte in grado di esplorare la complessa e antica relazione tra uomo e natura, utilizzando i mezzi tecnologici più avanzati.
Il collettivo giapponese segue i tempi, o forse ne è il precursore. Il teamLab ha sede nella baia di Tokyo, a Odaiba, il suo edificio è il Mori Building Digital Art Museum. In questo edificio il teamLab Borderless ha il suo spazio espositivo permanente, due piani di ambienti ad alta suggestione.
Il primo piano è dedicato alla Foresta atletica, caratterizzato da un ampio spazio aperto dove è stata progettata una foresta multimediale in cui il pubblico, dai bambini piccolissimi agli adulti possono esplorare, giocare, saltare, rotolarsi, disegnare, immergendosi in una natura digitale in trasformazione continua, sensibile alla nostra presenza. E’ possibile inserire un animale nell’ecosistema, sperimentare con il proprio corpo i cambiamenti della natura, arricchire la fauna di un acquario, ricreato in una stanza dedicata.
Il piano terra presenta invece una serie di ambienti più vari, dalla cascata nella foresta agli ologrammi interattivi danzanti alle sculture di luce. Questa sezione è quella più vicina a una visita museale abituale, dove il corpo è meno coinvolto e meno sollecitato al movimento, ma vengono stimolati i sensi: la vista è stimolata con le immagini interattive, l’udito attraverso la musica e i suoni, che sono fondamentali nelle installazioni, le sensazioni tattili, ed alcuni stati emotivi, come meraviglia, stupore e curiosità.
Il teamLab è vicina ad un approccio animista e segue la cosmogonia scintoista, rendendo il collettivo molto sensibile al tema che ritorna in ogni loro installazione: la natura. Il team si propone di esplorare la relazione tra il sé e il mondo e le nuove percezioni attraverso l’arte, trascende i confini della nostra percezione del mondo, della relazione tra l’uomo e il mondo e della continuità del tempo.
Le installazioni del gruppo nipponico si avvalgono di avanzati sistemi di interazione, rendendo il pubblico una parte attiva e indispensabile per l’essenza stessa dell’opera. È il caso, ad esempio, di Wander through the Crystal Universe (2016), un ambiente all’interno del quale sono gli spettatori stessi a governare le luci e dunque la percezione dello spazio attraverso la loro stessa presenza e l’uso di una applicazione dedicata.
teamLab nel Mondo
Le opere di teamLab sono nella collezione permanente dell’Art Gallery of New South Wales, Sydney; Galleria d’arte dell’Australia Meridionale, Adelaide; Museo d’arte asiatica, San Francisco; Museo dell’Asia Society, New York; Collezione d’Arte Contemporanea Borusan, Istanbul; Galleria Nazionale di Victoria, Melbourne; e Amos Rex, Helsinki.
Il teamLab, nell’estate 2019, ha aperto un museo a New York, in un magazzino di oltre 4.600 metri quadrati presso la Industry City di Brooklyn a Sunset Park, per la durata di 11 anni. Il progetto viene sostenuto dalla Pace Gallery, che rappresenta il collettivo a New York. In occasione dell’opening del museo statunitense, il collettivo ha esposto alcune installazioni che erano in mostra a Tokyo.
Il nuovo museo di teamLab a Fukuoka
Il collettivo teamLab non smette di stupire. Recentemente, il 21 luglio 2020, ha inaugurato a Fukuoka, in Giappone, un nuovo museo con sette nuove installazioni multimediali, puntando sull’incontro tra suggestione e didattica. teamLab forest contiene sette ambienti interattivi completamente inediti in cui i visitatori possono immergersi, Il pubblico interagirà con una mutevole e viva foresta virtuale e da creature da favola. In alcune delle installazioni gli animali possono essere catturati digitalmente attraverso una app installata sul proprio smartphone, per essere studiati più a fondo e poi rilasciati, arricchendo l’esperienza sensoriale di un apporto didattico. Gli autori hanno dichiarato:
Esplorare fisicamente insieme agli altri, scoprire e catturare qualcosa, quindi cogliere l’occasione per ampliare gli interessi in base a ciò che è stato catturato. Questo è ciò che abbiamo fatto naturalmente nel corso della storia. Per l’umanità, gli atti di cattura e raccolta sono divertenti, educativi e fanno parte della vita.
Caro Icrewe, spero di averti incuriosito. Impossibilitati a raggiungere il Paese del Sol Levante, non ci resta che guardare i video che il collettivo propone sul suo canale Youtube, sperando di vederle di persona ed interagire con le meravigliose installazioni.