La Fondazione Magnani Rocca, per onorare la memoria del suo fondatore, propone una grande mostra dedicata a Luigi Magnani: L’ultimo romantico. Luigi Magnani il signore della Villa dei Capolavori.
L’ultimo romantico. Luigi Magnani il signore della Villa dei Capolavori
La mostra, allestita dal 12 settembre al 13 dicembre 2020, rappresenta un ricchissimo omaggio espositivo a Luigi Magnani (Reggio Emilia, 1906 – Mamiano di Traversetolo, 1984). Per esaltarne l’importanza e la bellezza, la mostra verrà allestita nella dimora che il grande critico musicale, musicologo e collezionista trasformò in una casa-museo sontuosa e sorprendente, la “Villa dei Capolavori” a Mamiano di Traversetolo, nel parmense.
Uomo di cultura tra i grandi della sua epoca, Luigi Magnani può essere legittimamente assunto a testimone di Parma Capitale Italiana della Cultura 2020, sotto la cui egida la mostra L’ultimo romantico si svolge, sempre nella splendida villa della Fondazione Magnani-Rocca.
Luigi Magnani ha realizzato, dal 1978, un vero e proprio tempio dell’arte. Infatti nella sua casa delle meraviglie ha dato vita ad un vero Pantheon dei grandi artisti di ogni epoca, un tempio che si andò animando lentamente con l’acquisizione di dipinti e arredi unici. Il museo espone opere di: Gentile da Fabriano, Albrecht Dürer, Vittore Carpaccio, Tiziano, Rubens, Van Dyck, Francisco Goya, Claude Monet, Auguste Renoir, Paul Cézanne, Giorgio Morandi (50 opere), Giorgio De Chirico, Filippo de Pisis, Gino Severini, Alberto Burri, Johann Heinrich Füssli, Nicolas de Staël, Lippo di Dalmasio, Filippo Lippi, Domenico Ghirlandaio, Lorenzo Costa, Martin Schongauer e sculture di Antonio Canova e di Lorenzo Bartolini.
La mostra L’ultimo romantico, con oltre cento opere provenienti da celebri musei e prestigiose collezioni, intende raccontare nei saloni della Fondazione Magnani-Rocca destinati alle mostre temporanee (in parallelo alla sua Raccolta d’arte permanente, allestita nei saloni storici della Villa) la figura di Luigi Magnani, che amava il dialogo tra la pittura, la musica, la letteratura, attraverso i suoi interessi e le personalità che frequentò o alle quali si appassionò, rendendolo un “nuovo” e “ultimo romantico”. Intellettuale di primo piano nella cultura italiana del Novecento, nonché frequentatore dei salotti del suo tempo, fu tra i fondatori di Italia Nostra.
L’esposizione, a cura di Stefano Roffi e Mauro Carrera, presenta dipinti, ritratti, autoritratti e documenti autografi dei celeberrimi artisti, critici, musicisti, letterati, registi, aristocratici, capitani d’industria frequentati da Magnani, da Bernard Berenson alla sorella della regina d’Inghilterra, da Eugenio Montale allo stesso Giorgio Morandi; inoltre omaggi pittorici alla passione per la musica di Magnani, resi dai più grandi artisti italiani del Novecento, da Severini a de Chirico a Guttuso a Pistoletto. Per scoprire e conoscere la figura di Luigi Magnani, in occasione della mostra, verranno mostrati importanti strumenti musicali antichi, svelati i segreti della Villa della Fondazione Magnani Rocca.
Luigi Magnani ha sognato e inseguito dei capolavori assoluti, ma mai conquistati, che in occasione della mostra raggiungeranno la Villa dei Capolavori e verranno svelati. Il primo grande sogno realizzato è il celeberrimo dipinto Il cavaliere in rosa di Giovan Battista Moroni, capolavoro cinquecentesco, gemma di Palazzo Moroni a Bergamo, che, dopo la Frick Collection di New York, viene ora esposto alla Fondazione Magnani-Rocca per la durata della mostra.
Luigi Magnani e il suo museo dell’anima
Nella Villa della Fondazione Magnani-Rocca si è realizzato un museo dell’anima in cui quadri dei grandi maestri del passato, degni dei più importanti musei del mondo, accanto ad arredi del primo Ottocento degni di una residenza napoleonica, raccontano di sé e della vita di chi li ha raccolti e custoditi, Luigi Magnani appunto, in una romantica dialettica con alcune delle opere simbolo della contemporaneità, singolarmente raccolte in occasione della mostra L’ultimo romantico.
Tra i dipinti esposti, il grande quadro di Francisco Goya La famiglia dell’infante don Luis (1783-1784). Eccezionali sono anche le tre Madonne col Bambino di Filippo Lippi, Albrecht Dürer, Domenico Beccafumi, dipinte a cinquant’anni l’una dall’altra. La magnificenza dei capolavori pittorici si traduce in scultura nella Tersicore di Canova e nelle due figure femminili di Bartolini.
Il nucleo contemporaneo è dominato dalle ben cinquanta opere di Giorgio Morandi, riunite durante la vita del pittore all’interno di un rapporto di stima e di amicizia con Magnani. Altro pittore emiliano presente nella collezione è Filippo de Pisis, con un gruppo di dipinti intensi e drammatici. Tra le altre opere di artisti italiani spiccano una stupefacente Danseuse futurista di Gino Severini, una piazza metafisica di Giorgio de Chirico, alcuni lavori di Renato Guttuso e considerevoli sculture di Giacomo Manzù e Leoncillo.
L’apertura al pubblico della Villa avvenne trenta anni fa, nell’aprile 1990. Venivano così svelate le opere di una raccolta quasi leggendaria appartenuta a una delle più eclettiche personalità culturali del XX secolo: Magnani fu infatti scrittore, saggista, storico dell’arte, compositore, critico musicale e, con le sue ricerche e i suoi scritti su Correggio, Morandi, Mozart, Beethoven, Goethe, Stendhal, Proust, seppe, come pochi, ricongiungere le ragioni del sentimento e quelle dell’intelletto.
Luigi Magnani: da critico musicale ad “ultimo romantico”
Luigi Magnani nasce a Reggio Emilia il 29 gennaio 1906 da Giuseppe Magnani, imprenditore dedito all’allevamento di bestiame e alla produzione casearia, ed Eugenia Rocca, di nobile famiglia ligure. Il suo talento e le sue doti vengono riconosciute molto presto, infatti gli viene conferito il premio “Campanini” della Regia Deputazione di Storia Patria per la memoria presentata su Gerolamo Toschi e l’Accademia Romana di Filosofia Naturale.
Negli anni Trenta, Luigi Magnani, dopo aver conseguito la laurea in Lettere Moderne (1929) collabora con la “Pontificia Accademia Romana” con consulenze artistiche; in particolare, nel febbraio 1932, tiene una conferenza sul tema Un polittico trecentesco inedito della Pinacoteca Vaticana. Nel medesimo periodo collabora con l’Istituto Treccani ad alcune voci dell’Enciclopedia Italiana sempre inerenti la storia dell’arte.
La grande passione di Magnani è la musica; fin da bambino la madre lo aveva avviato allo studio del pianoforte, che non rimane a livello dilettantesco, tanto che Magnani ha come maestri di composizione Alfredo Casella e Raffaele Casimiri. Per alcuni anni si dedica con passione alla composizione: I Canti di Michelangelo, per voce e pianoforte, I Cori della Passione, per voci sole, Oratorio di Emmaus, Pavane, La Passacaglia, Due Stanze di canzone, tutte eseguite in diverse occasioni negli anni Trenta, Quaranta e Cinquanta.
Nel 1941 la famiglia Magnani acquista le proprietà di Mamiano dai conti Zileri-Dal Verme, compresa la villa dove oggi è interamente esposta la raccolta di opere d’arte di Luigi Magnani. Risale al medesimo periodo uno degli incontri fondamentali per il Magnani collezionista: quello con il pittore Giorgio Morandi che conosce a Colorno presso un altro collezionista parmigiano, Glauco Lombardi, la cui collezione costituisce oggi a Parma il Museo dei cimeli di Maria Luigia, duchessa di Parma. Altri artisti che Magnani frequentò furono Burri, Clerici, de Pisis, Guttuso, Leoncillo, Manzù, Savinio, Tamburi.
Nel 1962 Luigi Magnani entrò a far parte della Pontificia Accademia di belle arti e lettere dei Virtuosi al Pantheon di Roma. Nel 1964, curò una serie per la Rai, di trasmissioni nel quarto centenario della morte di Michelangelo. Determinanti i suoi studi su Beethoven e i Quaderni di conversazione. Nel 1973 vinse il Premio Selezione Campiello col romanzo Il nipote di Beethoven. Nel 1981 venne insignito del premio Otto/Novecento di critica letteraria per la sezione “Edito“. Nel 1982 uscì Il mio Morandi, opera che testimonia l’amicizia fra Luigi Magnani e Giorgio Morandi e ne raccoglie la corrispondenza.
Nel 1977 il collezionista d’arte Luigi Magnani decise di onorare la memoria del padre Giuseppe e della madre Eugenia Rocca creando una fondazione che avesse come finalità lo sviluppo e la promozione di attività culturali legate al mondo dell’arte, della musica e della letteratura. Il 15 marzo del 1978 la fondazione Magnani Rocca fu ufficialmente riconosciuta con decreto del Presidente della Repubblica.
Nel 1979 gli viene conferito il premio mondiale “Targa d’oro per l’Ecologia” a testimoniare l’apprezzamento per il contributo di scienza e di docenza all’impegno per una migliore qualità della vita dell’uomo, che si riscontrano in tutta la vita di Magnani.
Luigi Magnani muore nella villa di Mamiano il 15 novembre 1984. Due mesi prima aveva presentato la sua collezione di arte antica nella mostra dal titolo “Fondazione Magnani Rocca. Capolavori della pittura antica” dal 15 settembre al 14 ottobre 1984 al Palazzo Magnani di Reggio Emilia.
Una vita per l’arte. Una mostra che valorizza l’amore per l’arte che ha saputo coltivare Luigi Magnani, l’ultimo romantico.