Renato Zero raggiunge il traguardo dei 73 anni. Durante la pandemia ricominciò a scrivere e in un’intervista dichiarò di aver rispolverato una vecchia macchina da scrivere “Olivetti”. Realizzò in quel periodo tre album per ringraziare il suo pubblico per la fedelta’ manifestata in questi anni.
Il primo di questi tre album, uscito il 30 settembre 2020 è stato Zero Settanta, mentre gli altri due sono usciti il 30 ottobre e il 30 novembre.
Renato Zero, all’anagrafe Renato Fiacchini, nasce il 30 settembre 1950 a Roma. Il padre è un poliziotto e la madre è un’infermiera. Vive a via di Ripetta e respira subito la bellezza e l’amore per Roma e per la gente. A causa di un RH negativo che gli fu trasmesso dalla madre, fu affetto dalla nascita da una forte anemia. Si salvò grazie ad una trasfusione di sangue da parte di un frate. In seguito si trasferirà con la famiglia a Eur Montagnola, luogo fondamentale per la sua ispirazione.
L’amore per la vita e per la gente viene proprio da questa sensazione molto forte di essere in bilico tra la terra e un altro mondo, completamente ignoto.
Renato Zero: gli esordi
Ben presto il giovane Renato sentiva la necessità di esprimersi forse per condividere questo suo forte amore per la vita. Questo infatti è il senso profondo dell’arte che viaggia tra buio e luce, tra cieli e inferi.
Ottenne il suo primo contratto al Ciak di Roma per 500 lire al giorno. Venderà appena 20 dischi con il brano Non basta mai, un 45 giri prodotto da Gianni Boncompagni. Renato Zero non ne fu mai soddisfatto perchè sentiva che doveva cercare una sua identità artistica e doveva trovare il modo per fare la differenza.
Ampliò così il suo sguardo artistico a 360 gradi e cominciò a frequentare il famoso locale romano del Piper dove conobbe Mita Medici, Patty Pravo, Mia Martini e Loredana Bertè. Qui verrà anche notato da Renzo Arbore, grande scopritore di talenti, che lo invitò tra il pubblico di giovani di Bandiera gialla e Per voi giovani. Don Lurio invece lo reclutò tra i collettoni, il famoso corpo di ballo di Rita Pavone.
Si inserì in una significativa e soprattutto formativa gavetta passando tra Cinema, televisione, teatro e Musical: interpretò Tancredi nell’opera teatrale di Ruzante l’Anconitana e farà parte del cast di Ciao, Rudy e della versione italiana di Hair insieme a Loredana Bertè e Teo Teocoli. Otterrà piccoli ruoli in alcuni film di Federico Fellini: Satyricon, Roma, Amarcord e Casanova.
Renato Zero ama ricordare con piacere le esperienze di set con Fellini e in particolar modo il suo “spiare” tutto il lavoro che c’era dietro. Apprese così dei rudimenti di sartoria, trucco e parrucco che diventarono fondamentali per passare da Renato Fiacchini a Renato Zero. Sono passati tanti anni, ma Renato ancora trema dall’emozione al pensiero di esibirsi in pubblico, pertanto pratica l’arte del trucco come se fosse “un esercizio dell’anima” in cui si concentra e si immerge profondamente nei protagonisti delle sue storie.
Assistere alle performance di Renato Zero significa entrare in un mondo magico dove le tematiche della solitudine e dell’emarginazione vengono sublimate in un’atmosfera onirica pronta a cambiare una realtà. Il mondo di Zero è quindi una goccia magica rubata dal mondo onirico di Fellini, che si sviluppa ancora in mille nuove storie.
Da Renato Fiacchini a Renato Zero
Tra la fine degli anni 60 e gli inizi degli anni 70, anni in cui nella musica e nella società si piantavano semi di ribellione, Renato Zero stava mettendo a punto il suo personaggio e il suo stile. Ricorda con orgoglio che si cuciva da solo i vestiti e che la vera svolta fu proprio quando gli regalarono una macchina per cucire, attraverso la quale riuscì ad ottimizzare il suo lavoro di sartoria.
Le sue prime esibizioni nei locali romani furono spesso derise. “Sei uno Zero!” Gli gridavano i suoi detrattori inferociti. Ma proprio da queste sconfitte Renato costruì la sua forza e la sua vittoria. Zero divenne così il suo cognome d’arte e il suo marchio di fabbrica. Un segno di rivalsa nei confronti di chi non l’aveva capito.
Sull’onda del glam rock in voga in quegli anni e rappresentato da David Bowie e Marc Bolan, leader del gruppo dei T-Rex, Renato Zero costruisce il suo look di lustrini, paillettes, rielaborandolo in maniera originale.
Nel 1973 esce così il primo LP di Renato Zero, No mamma no! L’album fu registrato in studio, ma furono aggiunti degli applausi per simulare l’effetto live. Tra i brani contenuti nell’album merita menzione Paleobarattolo in cui Renato Zero dichiara la sua posizione contraria ad ogni tipo di conformismo. Oltre alla versione del 1973, Renato Zero ne incise un’altra nel 1995 che sarà inserita nell’album Sulle tracce dell’imperfetto. Sul finale di quest’ultima versione è contenuto un medley dei successi più famosi di Renato Zero.
Invenzioni è il secondo album del 1974. Renato Zero ebbe il coraggio di trattare tematiche importanti e delicate per i tempi, ma che al giorno d’oggi sono molto dibattute, ossia la violenza sui minori. Significativa in tal senso Qualcuno mi renda l’anima. Altra canzone famosa e meritevole è Inventi, un inno alla bellezza e all’amore. Lo sguardo dell’innamorato riesce a fare del mondo e dell’amata un’opera d’arte immortale. La voce e i versi di Renato si espandono nell’aria come morbide e sensuali pennellate d’amore.
Renato Zero e il successo di Trapezio e Zerofobia
Il grande successo arriva nel 1976 con Trapezio. Per la prima volta Renato Zero entra nella Hit Parade dei dischi più venduti. Tra i suoi singoli estratti dall’album e raccolti in un 45 giri, ricordiamo Madame/ Un uomo da bruciare, che si collocò fino alla quindicesima posizione. Madame partecipò al festivalbar 1976. Nell’album sono raccolti anche dei brani degli album precedenti, Inventi e No, mamma no!
Zerofobia nel 1977 lanciò quei successi che rimasero dei classici nel repertorio di Renato Zero: Mi vendo, Il cielo, Morire qui, Manichini e Vivo. Il disco fu pubblicato anche in Brasile, Argentina e Germania. Il periodico statunitense Rolling Stone Italia lo inserì nella classifica dei 100 dischi italiani più belli di sempre. Il 19 novembre 1977 vengono estratti per un 45 giri i due singoli Mi vendo/Morire qui.
Il cielo è ormai rappresentativa della poetica di Renato Zero, Mi vendo parla di prostituzione. Ma ciò che fa la differenza con ogni altro artista è il modo in cui Renato entra nel personaggio e cura ogni dettaglio, dal costume, alla recitazione, alla mimica. Un’intensità espressiva ed interpretativa che è rimasta inalterata negli anni, anche con l’abbandono di paillettes e lustrini.
Zerolandia e la nuova etichetta Zeromania Music Edizioni
Zerolandia, il nuovo album del 1978 nasce sotto il segno della Zeromania Music Edizioni, nuova etichetta distribuita dalla casa discografica R.C.A.
La favola mia, Sogni di latta, Triangolo, Sesso o esse, Sbattiamoci, Una guerra senza eroi, Uomo no, diventano immediatamente dei veri e propri “cult”.
Triangolo, brano, scritto da Renato Zero per il testo e da Renato Zero-Mario Vicari per la musica, è caratterizzato da un ritmo ballabile e una musica pop caratteristica del periodo, è una canzone ironica e trasgressiva al tempo stesso e parla della possibilità del triangolo amoroso.
Il brano viene estratto come singolo e raccolto nel 45 giri insieme a Sesso o esse brano che condanna la mercificazione del sesso. “Affidarsi al sesso e buttare i sentimenti in fondo al cesso”. Sbattiamoci parla di un rapporto con un transessuale. Brano trasgressivo e ironico al tempo stesso, costruito con grande teatralità.
La favola mia e Sogni di latta rappresentano invece la dimensione onirica, fantasiosa, teatrale e profonda dell’artista. I sogni, le maschere e il trucco rappresentano dimensioni dell’anima per giocare con la vita che può sparire in un attimo.
Ciao Nì! e il tendone
Il 1979 è un anno ricco di eventi per Renato Zero. Grande successo nelle sale cinematografiche con il film Ciao Nì. L’artista comincia inoltre ad esibirsi in un tendone da circo che affitta dalla famiglia Togni. Esce inoltre il nuovo album EroZero dal quale vengono estratti i singoli Il carrozzone/Baratto.
Il carrozzone è una splendida poesia in forma di musica. Una sfilata teatrale sul senso della vita (“Bella la vita che se ne va!”). Il brano fu scritto da Franca Evangelisti e Piero Pintucci ed era destinato a Gabriella Ferri, che lo rifiutò. Fu così offerto a Renato Zero. Due anni dopo venne anche inserito nel doppio album dal vivo Icaro.
Baratto è scritto da Franca Evangelisti e Renato Zero per il testo. Per quel che riguarda invece la musica è scritta da Caviri e Renato Zero. Ad un certo punto la canzone cita la romanza Amami Alfredo tratta dall’opera lirica La traviata di Giuseppe Verdi. Gli arrangiamenti sono curati dal maestro Piero Pintucci.
https://www.youtube.com/watch?v=VQjSsCKnR94
Ancora poesia con Più su
Nel 1980 Renato subisce una grave perdita, in quanto viene a mancare suo padre Domenico. Pubblica l’album Tregua, dedicato al padre. Dall’album viene estratto Il 45 giri Amico/Amore sì, amore no che arriva immediatamente al primo posto in classifica. Nel marzo 1981 pubblica il doppio live Icaro, contenente due brani inediti, Chi più chi meno e Più su. Il disco live arriva al primo posto in classifica.
In estate pubblica il singolo Galeotto fu il canotto/Più su. Più su è un’altra splendida riflessione sul senso e la fragilità della vita e della speranza di proiettarsi sempre più in alto alla ricerca di una spiritualità. Il testo è di Renato Zero e la musica di Dario Baldan Bembo.
Artide Antartide, un album di rottura e di influssi delle borgate pasoliniane
Artide Antartide è il nuovo album di Renato Zero che rappresenta una parziale rottura col passato. Alla produzione e agli arrangiamenti non ci saranno più Piero Pintucci e Ruggero Cini.
Lo scopo è quello di rappresentare gli opposti: il bianco e il nero, il bene e il male, il Polo sud e il Polo nord. Il sound è diverso dai precedenti, poichè l’artista collabora con la band progressive Osanna, il sassofonista Elio D’Anna del gruppo R&B Showmen e il chitarrista Corrado Rustici.
I brani del doppio album hanno contenuti di denuncia sociale, che rendono l’album una sorta di raccolta di storie “pasoliniane” di periferia romana, ispirate ai suoi anni giovanili trascorsi alla Montagnola di Roma. Si apre col brano Pionieri e contiene canzoni come Ed io ti seguirò, Marciapiedi, Non passerà, Sterili, Padre nostro, Il jolly, Gente, Stranieri.
Fantastico 3 e Via Tagliamento 1965/1970
Nel 1982 partecipa al programma televisivo del sabato sera, abbinato alla Lotteria Italia, Fantastico 3, dove presenta brani storici del suo repertorio, intervallati ad altri della nuova produzione, raccolti nel doppio album Via Tagliamento 1965/1970. Il disco è un tributo al periodo del Piper e arriva subito al primo posto in classifica.
Tra le canzoni dell’album che rappresentano al meglio quel periodo, ricordiamo: Piper Club, Che bella libertà, La facciata, Resisti, Ragazzo senza fortuna, Angeli, Ci tira la vita, Soldi (sigla finale di Fantastico 3), Viva la Rai (sigla del suo spazio sempre all’interno di Fantastico 3), Ancora fuoco.
La chiusura del tendone di Zerolandia
Dal 1984 si apre un periodo critico per Renato Zero. Viene chiuso il tendone di Zerolandia e l’artista prepara un concept album dove risalta la rabbia giusta di un artista che esige il suo spazio perchè ha duramente lottato e lavorato per ottenerlo.
Durante la conferenza stampa organizzata allo Zoo di Roma si presenta indossando una pelle di leone con tanto di pigmei al seguito, al fine di ribadire la sua rabbia. L’album Leoni si nasce, sale subito al primo posto in classifica, ma ne esce rapidamente. Tra le canzoni più significative ricordiamo Da uomo a uomo, Per non essere così e Giorni. Per questo lavoro discografico si avvale inoltre dell’orchestra sinfonica della Rai diretta dal Maestro Renato Serio.
Nell’album Identikit Zero sono compresi oltre ai suoi vecchi successi anche due brani inediti: La gente come noi e Io qui.
Soggetti smarriti, una nuova fase di Renato Zero
Nel 1986 l’artista presenta l’album Soggetti smarriti. Qui abbandona i costumi eccentrici, lustrini e paillettes e adotta un look più sobrio. Il cantautore inaugura così una nuova era. L’album ottiene il disco d’oro per centomila copie vendute. Tra i brani memorabili ricordiamo Infiniti treni, Fantasmi, Ostinato amore, Problemi.
Con una conferenza stampa organizzata nel 1987 presenta l’album Zero. Il disco è stato mixato al Puk Studio in Danimarca e il suo staff è quello di sempre con l’aggiunta di Troiani e Lakatos per i brani, Ho dato, Telecomando, Artisti.
Tra le Canzoni di maggior successo ricordiamo Siamo eroi, Calendario, Promessa, Più o meno. L’album fu un flop, mentre il tour seguente ottenne un discreto successo.
1989 viaggio nel Regno Unito
Nel 1989, Renato Zero intraprese un viaggio nel Regno Unito, alla ricerca di suoni nuovi e nuove ispirazioni. Qui incontrò Geoff Westley, il produttore di Lucio Battisti in Una donna per amico e Una giornata uggiosa, di Claudio Baglioni in Strada facendo, Riccardo Cocciante, Laura Pausini, Mango, Anna Oxa, i Bee Gees.
Incontra inoltre Phil Palmer, collaboratore di Paul McCartney, Bob Dylan, Frank Zappa, Elton John, Eric Clapton, Dire Straits, Pete Townshend, Tina Turner, Pet Shop Boys, Tears for Fears, George Michael, Robbie Williams.
Esce così Voyeur, un album ricco di suoni e di sfaccettature. L’album viene registrato e mixato al Parsifal Studio di Londra e contiene brani quali: Il canto di Esmeralda, Voyeur, I nuovi santi, Accade, Talento, Rose, Ha tanti cieli la luna.
La partecipazione al festival di Sanremo
Per la prima volta Renato Zero partecipa al Festival di Sanremo del 1991 con una canzone scritta da Mariella Nava: Spalle al muro. Qui con grande eleganza e sobrietà mostrerà la sua intensità interpretativa e la sua esibizione ottenne un lunghissimo applauso con tutto il pubblico in piedi.
Il brano sanremese viene inserito nel disco live Prometeo e un altro brano inedito scritto da Renato Zero nel 1965, L’equilibrista. L’album ha registrato 250 000 copie vendute. Per il Natale di quell’anno pubblica una raccolta di inediti, scritti tra il 1977 e il 1990, alcuni riveduti e corretti. Il titolo è La coscienza di Zero.
Il Progetto di Fonopoli
Nel 1993 Renato Zero partecipa ancora una volta al Festival di Sanremo con il brano Ave Maria. Nello stesso anno esce il nuovo album Quando non sei più di nessuno. I testi sono tutti di Renato Zero, tranne per Figli della guerra e Casal de’ pazzi, per i quali chiese la collaborazione di Franca Evangelisti. Questi ultimi brani sono liberamente tratto dagli scritti di Pier Paolo Pasolini. Le musiche furono arrangiate dal Maestro Renato Serio e da Dario Baldan Bembo.
Incide il mini album Passaporto per Fonòpoli che conteneva un calendario disegnato da Giovanni Barca e la Tessera dell’Associazione, i cui proventi erano interamente destinati a Fonòpoli. Il CD contiene tre brani inediti (Menefotto, I ragazzi nella pioggia e Giorni senza storia) più Ave Maria, già inclusa nell’album precedente. Ritornò ad esibirsi dal vivo con la tournée ZerOpera, nei principali teatri italiani, con la collaborazione dell’Orchestra Filarmonica di Parma.
L’album L’imperfetto del 1994 viene registrato e mixato presso lo Studio Fonòpoli di Roma con la partecipazione di tredici musicisti e di coristi di Baraonna, Augusto Giardino e Pasquale Schembri. Ritorna al suo amore per il cinema poichè partecipa alla colonna sonora del film di Henry Selick, prodotto da Tim Burton, Nightmare Before Christmas. Le canzoni, scritte nella versione italiana da Carla Vistarini, sono Re del blu re del mai, Cos’è, Assemblea cittadina, L’ossessione di Jack, Far Natale, Povero Jack e Finale/Reprise. Inoltre doppia il personaggio Jack Skeletron.
Sulle tracce dell’imperfetto
Nel 1995 pubblica l’album Sulle tracce dell’imperfetto per festeggiare i 30 anni di carriera. L’album vede la partecipazione dell’Orchestra dell’Accademia Musicale Italiana diretta e arrangiata dal Maestro Renato Serio e i musicisti della ritmica. Il disco contiene il brano I migliori anni della nostra vita, titolo che sarà usato per presentare il cofanetto natalizio contenente i due album L’imperfetto e Sulle tracce dell’imperfetto.
Nel 1998 Renato pubblica l’album Amore dopo amore, che contiene Cercami. Il lavoro è stato prodotto da Stefano Senesi, Phil Palmer, Stephen W. Tayler e Renato Serio con i musicisti dell’Orchestra Aurora ed arrangiata e diretta dal Maestro Renato Serio con i musicisti della ritmica. Nel 1999, Renato pubblica l’album live Amore dopo amore, tour dopo tour, registrato a Milano, al FilaForum di Assago, il 20 ottobre 1998 da Franco Finetti.
L’album contiene cinque brani inediti, registrati presso lo Studio Fonopòli di Roma: Si sta facendo notte, Che strano gioco è, Al buio, Il circo e Il coraggio delle idee.
Renato Zero e la TV: Tutti gli Zeri del Mondo
Nel 2000 finalmente Renato Zero ottiene un suo spazio come conduttore del programma, Tutti gli Zeri del Mondo trasmesso in diretta dallo Studio di Mirabilandia. Si tratta di un viaggio musicale fantastico in cui il mondo onirico di Renato Zero prende corpo a bordo della Zeronave. Renato Zero è affiancato dall’orchestra di Fonopoli diretta da Renato Serio e da due attori: Paolo Bonacelli nel ruolo di Capitan Lucro che rappresenta quindi il lato razionale e materiale della vita e Lucrezia Lante della Rovere che rappresenta un personaggio più leggero e sognatore.
Ogni sera diversi ospiti duettano con Renato creando nuove magie e sinergie. Il tutto arricchito da splendide coreografie. Un programma che ha riportato la qualità in televisione. L’artista dà inoltre spazio alla quotidianità e alle lettere ricevute.
La sigla finale Tutti gli zeri del mondo è cantata con Mina che esegue una parte recitata.
Il nuovo millennio
Nel 2001, ritorna primo nelle classifiche l’album La curva dell’angelo. Con il tour Prove di volo del 2002 raccoglie mezzo milione di spettatori e ottiene il premio per la migliore tournée dell’anno, conquistando anche un tutto esaurito allo stadio Olimpico di Roma, con oltre 70.000 biglietti venduti.
L’album Cattura venne presentato in anteprima in diretta radiofonica su Rai Radio 1, al Teatro Eliseo di Roma ed uscì alla fine del 2003. Contiene i brani Magari, Come mi vorresti, Figlio (dedicata a Roberto, il giovane da lui adottato legalmente proprio quell’anno), L’altra sponda in cui si parla di omosessualità e il brano Naturalmente strano.
A metà novembre del 2004 esce l’album Il dono. A febbraio del 2006 parte il nuovo tour Zeromovimento. A novembre del 2006 la Sony Music per festeggiare i 40 anni di carriera dell’artista pubblica la raccolta Renatissimo.
Il 20 di marzo esce Presente, album che contiene 17 brani inediti. Il disco viene anticipato dal singolo Ancora qui, trasmesso in esclusiva sul sito web del Corriere della Sera. In quei giorni viene girato il videoclip del brano, con la partecipazione di Paola Cortellesi, Massimo Ghini, Asia Argento, Giorgio Panariello e altri.