La Rivoluzione cinese del 1911 fu il risultato della guerra civile che iniziò con la rivolta di Wuchang il 10 ottobre 1911, e si concluse con l’abdicazione dell’imperatore Pu Yi il 12 febbraio 1912. Ma la Rivoluzione cinese, in realtà, è un evento alquanto bizzarro, perché quasi sconosciuto tra l’opinione pubblica europea, fatta eccezione di due nomi.
Sun Yat-sen e Chiang Kai-shek, questi in realtà sono le trascrizioni dei loro nomi in cantonese. Sun Zhongshan e Jiang Jieshi è la corretta trascrizione pinyin in mandarino, la lingua ufficiale.
Un altro nome rilevante è Yuan Shikai, colui che iniziò con una lunga carica militare e politica sotto il comando della dinastia Qing fino all’incarico di Primo Ministro, nel 1912 si mise a fare il Presidente della Repubblica per cercare di diventare imperatore quattro anni dopo, fallendo miseramente.
La Rivoluzione Cinese, 10 ottobre 1911
La Cina, che prese il nome dall’antica dinastia imperiale Qin (preceduta dalla dinastia Zhou e seguita dalla dinastia Han), ebbe un lungo dominio sotto una dinastia imperiale straniera: i Qing. Questi ultimi non erano cinesi ma mancesi, mal visti sotto gli occhi rancorosi della popolazione cinese.
Non fu il primo dominio straniero a cui sottostarono, ma fu l’ultimo. Nel Tredicesimo secolo erano arrivati i mongoli, nel 1368 un ex-monaco buddhista diede il via alla dinastia Ming, cinese, ma che sarebbe crollata sotto i colpi dei mancesi, i Qing.
L’idea e la speranza di riportare un Ming alla guida del paese cacciando gli stranieri era andata avanti per secoli, ma, al collasso dell’ultima dinastia straniera che occupava la Cina da 268 anni, si preferì la creazione di una repubblica.
Di fronte a una Cina devastata da oltre settant’anni di guerre e ribellioni, con imperatori e imperatrici incapaci di ripristinare una pace duratura nel paese, il 10 ottobre 1911 scoppiò così la Rivoluzione.
La rivolta di Wuchang diede inizio alla Rivoluzione Xinhai, la quale portò al crollo della dinastia Qing e alla costituzione della Repubblica di Cina. Il 1 gennaio dell’anno successivo veniva proclamata la Repubblica Cinese (Zhong Hua Min Guo) e in febbraio Pu Yi abdicava. In quegli anni Mao Zedong a faceva il soldato e aspettava la nascita del Partito Comunista Cinese (1921).
Nel 1900, l’impero della dinastia Qing creò un esercito al passo coni tempi. In quel periodo la città di Wuchang, sul Fiume Azzurro e nella provincia di Hubei, aveva le più moderne industrie militari. Iniziò con la fabbricazione di armi e altre forniture belliche per il Nuovo Esercito. Le idee rivoluzionarie di Sun Yat-sen ebbero un’enorme influenza sugli ufficiali e i soldati del Nuovo Esercito a Wuchang.
La rivolta accadde per caso, i militari rivoluzionari avevano fabbricato delle bombe dalle quali una scoppiò per caso causando non indifferenti danni, il timore di essere arrestati dalla polizia spinse il gruppo rivoluzionario ad agire promuovendo un colpo di Stato. I funzionari locali, presi dal panico, fuggirono e l’esercito ribelle prese in mano la città in meno di un giorno, telegrafando la loro indipendenza; solo sei settimane dopo altre province fecero altrettanto.
La scelleratezza della Repubblica
La fine dell’era dei Qing avvenne un decennio dopo il fallimento Boxer Rebellion, nel settembre 1901 il governo Qing rettificò il protocollo Boxer. Questa mossa fece muovere le potenze straniere contro la dinastia stessa, umiliando e indebolendo notevolmente la dinastia. La conservatrice e imperatrice Cixi (chiamata anche donna drago) fu costretta a diventare una figura più compiacente.
La burocrazia Qing fu revisionata e furono istituiti nuovi dipartimenti per supervisionare la polizia, il commercio, le comunicazioni, gli affari esteri, l’istruzione e la legge. Nel frattempo, la dinastia morente dovette affrontare due tempeste in arrivo: il provincialismo all’interno e il repubblicanesimo all’estero. Nel 1904 Sun Yixian invitò i suoi connazionali a espellere i barbari Manciù, far rivivere la Cina, fondare una repubblica e distribuire equamente le terre tra la gente.
Il governo Qing, temendo ulteriori disordini, iniziò a mobilitare i reggimenti del Nuovo Esercito nella vicina provincia di Hubei (Wuchang), Ma queste stesse unità militari passarono dalla parte dei repubblicani e dai loro simpatizzanti, dando inizio alla rivoluzione e proclamando la Repubblica di Cina, ma cosa accadde dopo?
Ci furono delle collaborazioni i comunisti e il Guomindang, il partito nazionalista. Ma nel 1925 però Sun Yat-sen moriva e Chiang Kai-shek ne approfittò per assumere il potere. Quest’ultimo aveva studiato in Unione Sovietica, dal quale non ebbe gradimento alcuno. Ruppe i rapporti con i comunisti e ne fece massacrare crudelmente un numero incalcolabile. Tra le vittime della violenza nazionalista vi è anche la moglie di Mao Zedong, Yang Kaihui.
I comunisti resistettero agli attacchi dei nazionalisti fino a stringere un’alleanza forzata con l’avvento del 1930. Nel 1931 i giapponesi invasero la Manciuria e rimesso sul trono in uno stato fantoccio Pu Yi, fino al 1937 con lo scoppio della Seconda guerra sino-giapponese (la prima avvenne tra il 1894 e il 1895).
La tragica situazione sotto l’occupazione giapponese andò avanti durante tutta la Seconda Guerra Mondiale, nel bel mezzo della lotta tra comunisti e nazionalisti, per poi unirsi e respingere gli aggressori pur mantenendo ognuno la propria autonomia d’azione (Chiang Kai-shek a Nanchino, Mao con base nel Jiangxi).
Alla fine della Seconda Guerra Mondiale
Falliti i tentativi di accordo tra ambo le parti, scoppiò (1946) la guerra civile, riprendendo la lotta tra comunisti e nazionalisti. Il Guomindang, appoggiato dagli USA, godeva di una netta superiorità militare, ma i comunisti, sostenuti dalla popolazione, potevano contare su una superiorità politica e sociale, che permise loro di sbaragliare gli avversari.
Lo stesso anno dell’atomica sovietica, Mao proclamò la Repubblica Popolare Cinese, mentre Chiang Kai-shek fuggiva a Taiwan dove proclamò la legittimità del suo governo, continuando a chiamare il suo paese Repubblica di Cina.
Il 1 ottobre 1949 Mao, stabilito il governo a Pechino, proclamò la nascita della Repubblica Popolare di Cina, Chiang Kai-shek non fu da meno, trasformano Taiwan in una dittatura.
La Cina Popolare viene ammessa all’Onu, Nixon visita Pechino e, nel 1979, anche Washington riconosce il governo comunista, pur continuando a difendere Taiwan, che lentamente inizia la sua camminata verso la democrazia.
Chicche di storia, la dinastia Qing
La dinastia Qing o Ch’ing, a volte nota anche come dinastia Manciù-Qing, fu una dinastia fondata dal clan Manciù degli Aisin Gioro, nell’attuale Manciuria. Tanto odiata e altrettanto temuta dagli abitanti della Cina.
Nel manifesto dell’Alleanza Rivoluzionaria promulgato nel 1905, Sun Yat-sen dichiarò: “I Mancesi di oggi furono in origine i barbari orientali al di là della Grande Muraglia. Essi provocarono frequentemente agitazioni alla frontiera durante la dinastia Ming; quindi quando la Cina era in una situazione di confusione vennero all’interno (della Grande Muraglia), conquistarono il paese, e assoggettarono le nostre genti. Coloro che si opposero furono uccisi in centinaia e migliaia, e i nostri Cinesi sono stati un popolo senza nazione per 260 anni.”
I mancesi, in origine, erano un popolo Jurchen: parenti stretti di colore che avevano fondato la dinastia Jin nel 1122. Praticavano l’agricoltura e commerciavano ampiamente con la Cina, inviando missioni tributarie a Pechino.
I Jurchen Jianzhou, il gruppo diretto antenato dei mancesi, emerse alla fine del XVI secolo nel Jin, la regione conosciuta come Changbaishan, le Lunghe Montagne Bianche. Fu Nurhaci (1559-1626) il creatore dello stato mancese e il fondatore della dinastia Qing.
Molte incursioni avvennero per mano dei mancesi in Cina, soprattutto da Nord, partendo dal regno di Abahai; ma l’opportunità per l’assoggettamento derivò a causa della situazione che si presentò negli ultimi anni di vita della dinastia Ming, la presa di Pechino e la morte dell’imperatore Ming fecero prendere la decisione di abbandonare la politica delle incursioni e di adempiere a una vera e proprio invasione.
La risposta del resto del paese alla conquista Qing fu una mescolanza di resistenza e di condiscendenza, il figlio di Abahai venne proclamato imperatore usando il titolo di Shunzhi, dopodiché venne perseguita e distrutta la reggenza Ming.
Furono mantenute le caratteristiche del dominio precedente, dichiarando un principio di diarchia Mancesi-Cinesi con la duplicazione delle cariche con la nomina di un mancese e di un cinese. Ma la distinzione etnica e il dominio mancese doveva essere ben marcato, obbligando la Cina a vestire la moda mancese anche nelle acconciature ed evitando matrimoni tra mancesi e cinesi.
L’impero cinese e la sua ultima dinastia non affondarono completamente con il suo declino, ma andarono alla deriva come un relitto, non potendo più essere ricostruito su vecchia base. Il sistema imperiale di governo, la cultura e l’economia che si erano sviluppate sotto la sua guida, giunsero alla fine della propria vita effettiva.