L’Appia Antica lo sa e bene. Certi percorsi sono lunghi, spesso tortuosi, senz’altro faticosi e qualche volta non portano da nessuna parte ma vale sempre e comunque la pena di provarci, perché ognuno ha il suo.
Quello della Regina Viarum, o almeno una parte di esso, si sta compiendo proprio in questi giorni perché la storia magnifica di questa consolare sembra ornarsi di un altro traguardo.
Patrimonio mondiale UNESCO è questa la meta che l’Appia Antica sta tentando di raggiungere.
Il progetto era già partito qualche anno fa con lo stanziamento di sostanziosi fondi che permettessero una riqualificazione del sito che ricordiamolo consta di ben 900 km su per giù.
Un’impresa faraonica anche per quella che gli antichi romani elevarono fra tutte a ruolo di regina viarum perché se è già complicato quadrare il cerchio per siti circoscritti, per una strada questo può diventare davvero impossibile.
Eppure, i sogni si avverano e proprio lo scorso 10 gennaio, nello scenario delle Terme di Diocleziano, è stato compiuto un ulteriore ed importante passo di avvicinamento verso la candidatura dell’Appia Antica a patrimonio UNESCO.
Alla cerimonia, sono intervenuti, tra gli altri, il Sottosegretario al MiC, Gianmarco Mazzi; il presidente della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra, mons. Pasquale Iacobone; il presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi; il presidente vicario della Regione Lazio, Daniele Leodori; l’assessore al Turismo della Giunta Regionale Campania, Felice Casucci; la delegata alle politiche culturali della Regione Puglia, Grazia Di Bari e l’assessore alla Cultura di Roma Capitale, Miguel Gotor.
Il protocollo d’intesa è stato presentato dalla dirigente dell’ufficio Unesco del MiC, Mariassunta Peci, dalla coordinatrice scientifica della candidatura, Angela Maria Ferroni e ad aprire i lavori è stato il direttore del Museo Nazionale Romano, Stéphane Verge.
Il progetto, promosso direttamente dal Ministero della Cultura attraverso i suoi uffici centrali e periferici, coinvolge 4 Regioni, Lazio, Campania, Basilicata e Puglia, 12 tra Province e Città Metropolitane, 73 Comuni, 15 Parchi, la Pontificia Commissione di Archeologia Sacra e 25 Università italiane e straniere.
Il Ministero sta investendo e come detto, già da qualche anno, nel restauro e nella valorizzazione lungo tutto il percorso della via Appia Antica che ricordiamolo parte da Porta di Villa Carpegna nei pressi del Circo Massimo per poi toccare Capua ed infine Brindisi.
L’obiettivo è cercare il giusto equilibrio tra l’esigenza primaria della conservazione e valorizzazione di questo importante patrimonio e lo sviluppo realmente sostenibile dei territori pertinenti.
Quest’ultimo elemento è giusto ricopra un ruolo di rilievo per la crescita sociale ed economica delle molte zone coinvolte, che nella maggior parte dei casi, sono intere aree interne e quindi fuori dai grandi circuiti turistici benché oggi il turismo stia tornando in parte sui suoi passi per essere vissuto in una dimensione più partecipata e personale.
Per dirla con termini più abbordabili, ci auguriamo vivamente che l’ago della bilancia delle necessarie valutazioni non strizzi troppo l’occhio a quel turismo con l’atavico atteggiamento da Marchese del Grillo, per rimanere in zona.
Appia Antica, Regina viarum dal tirreno all’adriatico
L’altisonante appellativo le fu conferito già al tempo degli antichi romani, i primi fruitori di questa consolare che sorniona che resistito al passare del tempo e con esso della storia dell’uomo.
Il prossimo 20 gennaio, la candidatura sarà valutata dal Consiglio direttivo della Commissione Nazionale Italiana Unesco come previsto dal regolamento.
A seguire, nel caso di parere favorevole, la richiesta sarà inviata alla sede centrale di Parigi che emetterà il parere definitivo.
In Italia, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura, ha già detto si per sette volte includendo nella lista del patrimonio mondiale altrettante eccellenze, stiamo parlando delle Dolomiti, di Assisi, della Val d’Orcia, dell’area archeologica di Agrigento, del centro storico di Roma, di Piazza del Duomo a Pisa e il Monte Etna.
Questi i patrimoni, mentre i siti UNESCO della nostra nazione sono 55 in totale e te li elenco di seguito perché è sempre un piacere scorrere sia pur con gli occhi come in questo caso, le eccellenze del nostro territorio che hanno avuto un riconoscimento internazionale e te le elenco in ordine temporale:
- 1979 Arte Rupestre della Valcamonica
- 1980 (e 1990) Centro storico di Roma, le proprietà extraterritoriali della Santa Sede nella città e San Paolo fuori le Mura
- 1980 La Chiesa e il convento Domenicano di Santa Maria delle Grazie e il ‘Cenacolo’ di Leonardo da Vinci
- 1982 Centro storico di Firenze
- 1987 Venezia e la sua Laguna
- 1987 Piazza del Duomo a Pisa
- 1990 Centro Storico di San Gimignano
- 1993 I Sassi e il Parco delle Chiese Rupestri di Matera
- 1994 La città di Vicenza e le ville del Palladio in Veneto
- 1995 Centro storico di Siena
- 1995 Centro storico di Napoli
- 1995 Crespi d’Adda
- 1995 Ferrara, città del Rinascimento, e il Delta del Po
- 1996 Castel del Monte
- 1996 Trulli di Alberobello
- 1996 Monumenti paleocristiani di Ravenna
- 1996 Centro storico di Pienza
- 1997 Aree archeologiche di Pompei, Ercolano e Torre Annunziata
- 1997 Il Palazzo reale del XVIII secolo di Caserta con il Parco, l’Acquedotto vanvitelliano e il Complesso di San Leucio
- 1997 Costiera Amalfitana
- 1997 Modena: Cattedrale, Torre Civica e Piazza Grande
- 1997 Portovenere, Cinque Terre e Isole (Palmaria, Tino e Tinetto)
- 1997 Residenze Sabaude
- 1997 Su Nuraxi di Barumini
- 1997 Area Archeologica di Agrigento
- 1997 Piazza Armerina, villa romana del Casale
- 1997 L’Orto botanico di Padova
- 1998 Area archeologica e Basilica Patriarcale di Aquileia
- 1998 Centro Storico di Urbino
- 1998 Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, con i siti archeologici di Paestum, Velia e la Certosa di Padula
- 1999 Villa Adriana (Tivoli)
- 2000 Isole Eolie
- 2000 Assisi, La Basilica di San Francesco e altri siti Francescani
- 2000 Città di Verona
- 2001 Villa d’Este (Tivoli)
- 2002 Le città tardo barocche del Val di Noto (Sicilia sud-orientale)
- 2003 Sacri Monti del Piemonte e della Lombardia
- 2004 Necropoli Etrusche di Cerveteri e Tarquinia
- 2004 Val d’Orcia
- 2005 Siracusa e le necropoli rupestri di Pantalica
- 2006 Genova, le Strade Nuove e il Sistema dei Palazzi dei Rolli
- 2008 Mantova e Sabbioneta
- 2008 La ferrovia retica nel paesaggio dell’Albula e del Bernina
- 2009 Dolomiti
- 2010 Monte San Giorgio
- 2011 I longobardi in Italia. Luoghi di potere
- 2011 Siti palafitticoli preistorici delle Alpi
- 2013 Ville e giardini medicei in Toscana
- 2013 Monte Etna
- 2014 Paesaggi vitivinicoli del Piemonte: Langhe-Roero e Monferrato
- 2015 Palermo arabo-normanna e le cattedrali di Cefalù e Monreale
- 2017 Opere di difesa veneziane del XVI e XVII sec. Stato di Terra-Stato di Mare Occidentale (bene transnazionale, per l’Italia Peschiera, Bergamo, Palmanova)
- 2017 Antiche faggete primordiali dei Carpazi e di altre regioni d’Europa, sito transnazionale. In Italia 13 faggete
- 2018 Ivrea, città industriale del XX secolo
- 2019 Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene
- 2021 Padova Urbs Picta – Giotto, la Cappella degli Scrovegni e i cicli pittorici del Trecento
- 2021 Le Grandi Città Termali d’Europa
- 2021 I Portici di Bologna
Qualora andasse a buon fine l’istanza, per a regina viarum, l’Appia Antica, si aprirebbero le porte per l’ottavo posto come PATRIMONIO UNESCO, quello della meraviglia delle meraviglie.