Sospeso a metà tra fiaba e memoria, Bramezza è un minuscolo villaggio aggrappato alla montagna sopra Alleghe, nel cuore delle Dolomiti bellunesi. Oggi ci vive una sola persona, ma ogni pietra racconta di tempi più popolosi, di tradizioni perdute e leggende che resistono. In particolare, una: quella dei camini orientali, dalle forme insolite, che spuntano dai tetti in legno come minareti tra le vette. Un dettaglio architettonico tanto misterioso quanto affascinante, che continua a incuriosire chi si avventura fin quassù.
Un villaggio dimenticato (ma non troppo)
Bramezza si raggiunge solo a piedi, con un sentiero che parte dalla località di Masarè e si inerpica tra i boschi, avvolto dal profumo di resina e dal canto sommesso degli uccelli. La salita è dolce ma costante, e offre scorci sempre nuovi sul lago di Alleghe, che appare e scompare tra le fronde come uno specchio incantato. Una volta in cima, ti accoglie un gruppo di case in pietra e legno, alcune restaurate con cura, altre abbandonate al tempo. Il tempo qui sembra essersi fermato: nessun bar, nessun negozio, nessuna insegna turistica. Solo silenzio, aria sottile, e panorami mozzafiato che spaziano fino alla Marmolada. È il luogo ideale per chi cerca una connessione autentica con la montagna.
I camini della leggenda in Bramezza
Ma ciò che rende davvero unico Bramezza sono i suoi camini. Alti, stretti, spesso decorati con motivi orientali, sembrano appartenere più a Istanbul che al Bellunese. Hanno forme bizzarre, allungate, a volte con coperture coniche o traforate, che ricordano i minareti delle moschee o gli elementi decorativi dell’architettura ottomana. Secondo la tradizione orale, furono costruiti da prigionieri turchi catturati dalla Serenissima durante le guerre del XVI secolo e mandati a lavorare qui come manovali. Nessuna prova storica documentata conferma questa origine, ma la suggestione è forte e alimentata dalle particolarità visive. E guardando quei camini, immersi nel silenzio della montagna, è difficile non lasciarsi trasportare da questa narrazione antica e affascinante.
Un viaggio che vale l’attesa
Visitare Bramezza non è comodo, ed è proprio questo a renderlo speciale. Non ci si arriva in auto, non ci sono ristoranti, né strutture ricettive, né attrazioni organizzate. Ma chi sceglie di salire fino a qui sa cosa cerca: autenticità, bellezza discreta, tempo rallentato. Ogni passo sul sentiero è parte dell’esperienza. Si ascolta il vento tra gli alberi, si osservano i fiori selvatici lungo la via, si fotografa un angolo dimenticato dell’Italia più vera. È un luogo che invita a rallentare, a respirare, a guardare davvero.
E magari, se hai fortuna, potrai scambiare due parole con l’unico abitante rimasto. Un uomo solitario e schivo, dicono, ma gentile. Un custode silenzioso di un borgo che resiste alla dimenticanza, come resistono i suoi camini alle intemperie. Simboli di una storia che continua a vivere, lontano dai riflettori ma vicino al cuore di chi sa ascoltare.
Ti piacerebbe visitare un borgo abitato da una sola persona?
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