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Lettura: Destinazioni Sconosciute #47 – Bramezza (BL): il borgo dei camini orientali abitato da un solo residente
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ArteDestinazioni Sconosciute

Destinazioni Sconosciute #47 – Bramezza (BL): il borgo dei camini orientali abitato da un solo residente

Bramezza, borgo fantasma sulle Dolomiti bellunesi, custodisce camini orientali e una leggenda legata a prigionieri turchi. Oggi vi abita una sola persona.

Massimo 1 mese fa Commenta! 4
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Sospeso a metà tra fiaba e memoria, Bramezza è un minuscolo villaggio aggrappato alla montagna sopra Alleghe, nel cuore delle Dolomiti bellunesi. Oggi ci vive una sola persona, ma ogni pietra racconta di tempi più popolosi, di tradizioni perdute e leggende che resistono. In particolare, una: quella dei camini orientali, dalle forme insolite, che spuntano dai tetti in legno come minareti tra le vette. Un dettaglio architettonico tanto misterioso quanto affascinante, che continua a incuriosire chi si avventura fin quassù.

Contenuti
Un villaggio dimenticato (ma non troppo)I camini della leggenda in BramezzaUn viaggio che vale l’attesa

Un villaggio dimenticato (ma non troppo)

Bramezza si raggiunge solo a piedi, con un sentiero che parte dalla località di Masarè e si inerpica tra i boschi, avvolto dal profumo di resina e dal canto sommesso degli uccelli. La salita è dolce ma costante, e offre scorci sempre nuovi sul lago di Alleghe, che appare e scompare tra le fronde come uno specchio incantato. Una volta in cima, ti accoglie un gruppo di case in pietra e legno, alcune restaurate con cura, altre abbandonate al tempo. Il tempo qui sembra essersi fermato: nessun bar, nessun negozio, nessuna insegna turistica. Solo silenzio, aria sottile, e panorami mozzafiato che spaziano fino alla Marmolada. È il luogo ideale per chi cerca una connessione autentica con la montagna.

I camini della leggenda in Bramezza

Ma ciò che rende davvero unico Bramezza sono i suoi camini. Alti, stretti, spesso decorati con motivi orientali, sembrano appartenere più a Istanbul che al Bellunese. Hanno forme bizzarre, allungate, a volte con coperture coniche o traforate, che ricordano i minareti delle moschee o gli elementi decorativi dell’architettura ottomana. Secondo la tradizione orale, furono costruiti da prigionieri turchi catturati dalla Serenissima durante le guerre del XVI secolo e mandati a lavorare qui come manovali. Nessuna prova storica documentata conferma questa origine, ma la suggestione è forte e alimentata dalle particolarità visive. E guardando quei camini, immersi nel silenzio della montagna, è difficile non lasciarsi trasportare da questa narrazione antica e affascinante.

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Un viaggio che vale l’attesa

Visitare Bramezza non è comodo, ed è proprio questo a renderlo speciale. Non ci si arriva in auto, non ci sono ristoranti, né strutture ricettive, né attrazioni organizzate. Ma chi sceglie di salire fino a qui sa cosa cerca: autenticità, bellezza discreta, tempo rallentato. Ogni passo sul sentiero è parte dell’esperienza. Si ascolta il vento tra gli alberi, si osservano i fiori selvatici lungo la via, si fotografa un angolo dimenticato dell’Italia più vera. È un luogo che invita a rallentare, a respirare, a guardare davvero.

E magari, se hai fortuna, potrai scambiare due parole con l’unico abitante rimasto. Un uomo solitario e schivo, dicono, ma gentile. Un custode silenzioso di un borgo che resiste alla dimenticanza, come resistono i suoi camini alle intemperie. Simboli di una storia che continua a vivere, lontano dai riflettori ma vicino al cuore di chi sa ascoltare.

Ti piacerebbe visitare un borgo abitato da una sola persona?
Tagga chi verrebbe con te a Bramezza e raccontaci: qual è il luogo più remoto che hai mai visto?
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