Carpi-Melotti: due nomi che aprono lo sguardo sull’arte italiana degli anni 60, 70 e 80 del Novecento. Ai due artisti è dedicata una mostra che è stata inaugurata il 3 ottobre a Lucca presso il complesso monumentale di San Micheletto, dalla Fondazione Centro Studi sull’Arte Licia e Carlo Ludovico Ragghianti. La mostra sarà visitabile fino al 6 gennaio 2021.
Carpi-Melotti: andiamo a vedere nel dettaglio le due mostre
Carpi-Melotti sono due artisti poliedrici e sperimentatori che sono stati attivi tra Milano e Firenze. La prima mostra, dedicata a Cioni Carpi è curata da Angela Madesani. Cioni Carpi, il cui vero nome è Eugenio Carpi de Rosmini, nacque a Milano nel 1923 e morì nel 2011.
Carpi-Melotti: uno sguardo su Cioni Carpi
L’arte fu già cibo per la sua anima poichè era figlio di Aldo Carpi, storico direttore dell‘Accademia di Brera e pittore, fratello di Fiorenzo che era un musicista e di Pinin, illustratore di libri per ragazzi e scrittore. Cioni studia pittura a Parigi, ma poi si traferisce ad Haiti, New York e Canada. A metà degli anni 60 ritorna a Milano.
Oltre alla pittura, Cioni esplora anche il cinema e il teatro come campi di sperimentazione. Per quel che riguarda il cinema, conosce negli Stati Uniti Maya Deren, una regista di origine ucraina che lo spinge alla sperimentazione. Realizza così numerosi film d’artista tra il 1959 e il 1980. Molti di questi film sono attualmente ospitati al Moma di New York.
Per quanto riguarda il teatro, l’artista realizzò un filmato per L’istruttoria di Peter Weiss al Piccolo di Milano.
Insieme a Franco Vaccari, Carpi faceva parte della Narrative-Art. Oltre ai filmati utilizzò le installazioni, la fotografia e le proiezioni di luce. Il percorso espositivo della mostra si snoda dunque tra gli anni 60 e 80 e comprende in particolar modo le nove opere della collezione Panza di Biumo: testi e fotografie su carta come Trasfigurazioni/Sparizioni, Abbiamo creato atipici sistemi, Palinsesto 2.
Possiamo trovare anche fotografie e composizioni con immagini e disegni: Me ne tornavo ai luoghi sfatti della memoria, Lasciatemi vedere una cellula viva del vostro cervello, dove si ritrae come un clown, poichè Carpi studiò anche mimo e clown con Lecoq.
Pitture su tela come Pontypridd con stanza rossa. Troviamo inoltre strisce di iuta con fotografie e disegni stampati su carta o stoffa che rievocano il concetto di arazzo in chiave contemporanea.
Carpi-Melotti: uno sguardo su Gianni Melotti
La mostra, curata da Paolo Emilio Antognoli, affronta l’opera di Gianni Melotti nel suo primo decennio di attività dal 1974 al 1984. Di particolare rilevanze le opere definite cameraless, ossia senza l’uso di una macchina fotografica e in bianco e nero e inoltre opere coloratissime e tridimensionali realizzati con la Cibachrome.
Melotti si inserisce in una corrente sperimentale fiorentina dove gli artisti e le espressioni artistiche interagivano tra loro. Centri chiave per l’arte contemporanea in Italia sono stati Zona non profit Art space, la Galleria Schema, la Galleria Area.
Nella mostra sono presenti circa una trentina d’opere di Melotti, tra cui ricordiamo la sua opera di esordio nel 1975, dal titolo: 9:30/10:30 e Ritratti nella rete un insieme di foto scattate ai suoi amici con una Polaroid, mentre indossano una calza a rete. L’opera ha anticipato il concetto dei social network.
Carpi-Melotti due mostre da non perdere per scoprire l’arte contemporanea in Italia. Puoi trovare informazioni su www.fondazioneragghianti.it