Giovanna Botteri è stata protagonista del 2020 in quanto ha raccontato il Covid proprio dalla Cina, il paese dal quale ha avuto origine questo incubo. Sanremo in questi anni oltre che una vetrina per i giovani artisti e una conferma per la categoria big è sempre stato uno spazio dove si sono svolti importanti dibattiti sull’attualità.
Quest’anno assisteremo ad un Sanremo blindato e senza pubblico e chi meglio di Giovanna Botteri poteva narrare agli spettatori un anno in prima linea, sempre sul pezzo e pronta ad informarci sugli sviluppi del Covid in Cina?
Oltre al suo lavoro è passata anche l’immagine di una donna normale che adempie ai suoi doveri professionali mettendo in secondo piano l’aspetto fisico. Motivo per cui è stata sia derisa, sia celebrata. Ma quello che ha trionfato è stato soprattutto il concetto delle priorità della vita.
Prima di parlare del suo intervento a Sanremo e dare un breve accenno della sua carriera, vi lasciamo un articolo sulle opere delle Lediesis , che a Giovanna Botteri un anno fa hanno dedicato un omaggio.
Giovanna Botteri porta sul palco dell’Ariston il bello di essere donne impegnate e normali
Un anno fa stavamo guardando Sanremo, discutevamo sulla partecipazione di Junior Kelly, del presunto sessismo di Amadeus, sulle mise di Achille Lauro. Sentivamo ancora il Covid lontano da noi, mentre Giovanna Botteri nella Cina in pieno lockdown ci informava di quello che stava succedendo, e la gente stolta pensava solo a criticare i suoi capelli non perfettamente in ordine e la sua tenuta che io considero orgogliosamente “da battaglia”.
“Un anno fa a Sanremo si respirava ancora un clima normale: ricordo che ho seguito il festival in streaming, mentre in Cina eravamo già da un mese in lockdown, si contavano i morti, si percepiva la tragedia”
Così mentre noi litigavamo per delle inezie, Giovanna Botteri viveva ogni giorno la tragedia e la paura e per svago e senso dell’informazione, seguiva in streaming un Sanremo sempre meno di qualità e sempre più fiera della vanità.
Il senso del suo intervento a Sanremo 2021 è quindi una riflessione su ciò che eravamo e su quanto la pandemia ci ha cambiato:
“Sarà un modo per tornare su quei giorni, su quello che è successo in questo anno che ci ha cambiato per sempre, nella cornice di un festival completamente diverso”.
Anche in questa occasione Giovanna Botteri si impone di essere se stessa senza fronzoli e sovrastrutture, poichè non va a Sanremo per cantare, nè tantomeno per sfilare, ma semplicemente per fornire un’importante testimonianza. E’ una donna che ha il gravoso compito di informare ed è normale in questi casi educare il pubblico ad ascoltare la sostanza e smetterla una volta per tutte di giudicare l’apparenza, atteggiamento completamente fuori luogo in determinati casi.
“Non aspettatevi il tacco 12 e l’abito lungo, è più facile che salga sul palco in mimetica”.
Una donna che sa porsi in maniera sobria e anche molto ironica e che finalmente rappresenterà le donne normali e di sostanza:
“Non ho certo le physique du role da serata di gala, non saprei neanche da che parte cominciare. Per fortuna nessuno si aspetta che non sia me stessa: sono persona normale e sarò lì in rappresentanza di tutte le donne normali. A me fa tremare i polsi una serata di gala, quasi più di un servizio sotto un bombardamento.”
Noi donne normali e che curiamo i contenuti (anche se noi che parliamo di arte siamo anche un po’ estete) siamo con lei e siamo consapevoli che il suo intervento potrà forse essere la parte migliore di questo Sanremo 2021.
Ma chi è Giovanna Botteri? Andiamo a scoprire qualcosa sulla sua carriera.
https://www.youtube.com/watch?v=XhZ3YF6hHj4
Giovanna Botteri: la carriera
Già da bambina respirava aria di giornalismo. E’ infatti figlia di un ex direttore della Rai del Friuli Venezia Giulia, Guido Botteri, mentre sua madre è originaria del Montenegro. Parla correttamente l’inglese, il francese e il montenegrino, si laurea in Filosofia presso l’Università di Trieste e ottiene un dottorato in Storia del Cinema presso l’Università La Sorbona di Parigi.
Iscritta come giornalista professionista dal 1990 all’Albo dei Giornalisti del Friuli Venezia Giulia, ha cominciato collaborando con importanti testate giornalistiche locali come “Il Piccolo” e “L’Alto Adige”. Nel 1985 comincia a collaborare con la Rai di Trieste. Dopo uno speciale con Margherita Hack nel 1986 inizia a collaborare con Michele Santoro per il programma Samarcanda.
Viene poi assunta presso la redazione Esteri di Rai 3 e comincia così una carriera di inviata speciale per la Rai. Dal 1991 ha seguito infatti il Crollo dell’Unione sovietica, poi la guerra di indipendenza in Croazia, dal 1992 al 1996 la Guerra in Bosnia e l’assedio a Sarajevo. Ha seguito inoltre la ribellione a Valona nel 1987 e documentato la guerra in Kosovo.
Presente al G8 di Genova nel 2001, è stata in Afghanistan fino al rovesciamento del Regime talebano. In Iraq ha filmato nel 2003 l’esclusiva mondiale dei bombardamenti su Baghdad.
Dal 2004 al 2019 è stata corrispondente estera negli Stati Uniti, mentre dall’agosto del 2019 è stata corrispondente in Cina dove ha vissuto e documentato l’inizio della pandemia.
Si è occupata delle recenti elezioni presidenziali negli U.S.A con uno speciale del Tg3.
Caro Icrewer, trovo che sia riduttivo parlare dei capelli di una donna piena di attributi e con un curriculum denso di esperienze che farebbe impallidire chiunque. Tu cosa ne pensi?