Il fantasma è nell’immaginario collettivo una parte dell’essere umano che sopravvive al corpo, qualcuno pensa che sia lo spirito, qualcuno l’anima, altri non credono ai fantasmi, altri ancora, credono di esserci entrati addirittura in contatto.
Indubbiamente la prima forma artistica che si è dedicata al genere è stata la letteratura, ma anche se con molto ritardo rispetto alla prima, anche i pittori sono stati ispirati da questo personaggio.
Il fantasma spesso “rivive” nelle leggende legate ad alcuni luoghi, come ad esempio nei vecchi castelli: ricordi il Castello di Azzurrina? Ma viene raffigurato in modalità diverse, a seconda dell’immaginazione dell’artista e ovviamente accade ciò anche nella pittura.
Il fantasma nei quadri
I fantasmi sono temuti, ma allo stesso tempo ricercati. Sono parecchie le persone che si divertono in sedute spiritiche e la pratica è piuttosto antica. Lascio a te, caro icrewer se credere o meno a queste pratiche, resta comunque il fatto che il fantasma attiri la mente umana e per questo l’arte ha deciso di esplorarla.
In questo quadro in basso, Il fantasma di Barbara Radziwill di Wojciech Gerson (1831-1901), Sigismondo, disperato per la perdita della consorte, chiede a Pan Twardowski, di evocare la defunta e amata moglie. Twardowski, secondo il mito, era un nobile di Cracovia del XVI secolo, che avendo venduto l’anima al diavolo in cambio di una grande conoscenza e poteri magici, poteva richiamare i morti.
La riflessione, nasce spontanea, sul significato della morte, che rappresenta ancora il muro che l’essere umano fa fatica ad affrontare. La morte incarna il distacco perenne che ci portiamo dentro e che di fatto ci accompagna per tutta la vita. Per l’essere umano il distacco dovuto alla morte fisica, tuttavia, è superabile idealmente ed emotivamente attraverso il concetto che al corpo sopravviva l’anima.
Il fantasma, vero a falso che sia, e tutte le fantasie sulla tematica, si annodano al concetto chiave del distacco dal corpo di un essere vivente.
Cercando nella storia dell’arte, anche il 900 è ricco di iconografia sul tema.
Osserva il dipinto sottostante, se fosse verde, questo fantasma potrebbe sembrare lo Slime di Ghostbusters, la mascotte degli acchiappa fantasmi, il piccolo mostriciattolo dispettoso e raramente spaventoso, ma questa opera dell’artista Marshall Arisman, Child ghost (1970 circa), vuole essere più inquietante. Si tratta appunto del fantasma di un bambino, che esce dalla serratura di una porta e che sembra stia piangendo. Rappresentare un fantasma, per un artista, potrebbe rappresentare la difficoltà del trapasso, che verosimilmente, quando colpisce un bambino assume maggiormente la connotazione del dolore.
Dal gotico e piuttosto grottesco, Fantasma bambino di Arisman, passiamo ad una pittrice del sol levante Fuyuko Matsui, un’artista che si è specializzata nel ritrarre fantasmi.
Questo suo quadro, in particolare, Nyctalopia, a me personalmente inquieta non poco. Sembra che la pittrice riesca a sondare le paure più profonde dell’animo umano, così da creare spavento e timore in chi osserva e chissà, anche in se stessa. Le opere della Matsui sono ascrivibili nelle Nihonga, un genere giapponese nato all’inizio del 900 nel quale si usano i materiali e le tecniche della pittura tradizionale del Giappone.
Una rappresentazione contemporanea del tema del fantasma nel castello, viene affrontata in casa nostra. Ancora una volta l’estro italiano congiunge alla perfezione passato e futuro. Parliamo del Castello di Vezio, un sito molto antico, si ipotizza possa essere di epoca romana, tuttavia conservato perfettamente, che gode di una splendida vista sul lago di Como. Nel Castello si possono incontrare “strani fantasmi”, i calchi dei viaggiatori giunti al castello, fatti interamente in gesso, che aumentano considerevolmente lo charme del luogo.
L’idea è accattivante e innovativa, ritrova il connubio fantasma-castello ed i risultati sono inquietanti e allo stesso tempo bellissimi.
Quadri maledetti: quando i fantasmi infestano le tele
Se parliamo di fantasmi rappresentati nell’arte, non possiamo parlare del contrario, ossia di fantasmi che si “impossessano dell’arte”.
E’ di qualche anno fa (2000) la vicenda del quadro The Hands Resist Him di Bill Stoneham, questo quadro passò per le mani di John Marley (attore apparso ne Il Padrino). Successivamente venne acquistato da una coppia (1984), che alcuni anni dopo se ne volle liberare, sostenendo che fosse stregato e che la bambola-bambina nel quadro, voleva convincere il bambino ad uscire da esso per entrare nella nostra dimensione.
Effettivamente il quadro mette abbastanza paura: dietro i bambini, nel buio delle finestre, si intravedono numerose mani che non lasciano presagire nulla di buono. Pensa che quando la coppia lo mise all’asta su Ebay, l’annuncio accolse 30 mila visite!
Questo quadro [sotto] che sto per mostrarti, invece, incute terrore sia per la storia che racconta, che per la sua realizzazione. Sembra infatti che l’autore del quadro, poco dopo averlo dipinto, si sia suicidato e che per ottenere questo rosso intenso, abbia usato il suo stesso sangue. Il proprietario del quadro Sean Robinson, che lo eredita dalla madre, racconta che da quando ne è entrato in possesso, in casa sua avverte strane “presenze”e si verificano strani eventi, che lui ha documentato nel video che trovi in calce all’articolo.
Ti propongo l’ultima inquietante storia maledetta, quella dei quadri dei bambini che piangono. Il 3 settembre del 1985 nel Regno Unito andò a fuoco un’abitazione, della quale non si salvò nulla, eccetto il quadro di un bambino che piange.
I vigili del fuoco allora, notarono che non era la prima volta che ai loro occhi appariva una scena similare. Essi avevano già spento altri incendi in case in cui gli unici “superstiti” pare fossero stati questi quadri di bambini piangenti.
La curiosità per la storia finì sul The Sun (tabloid britannico) e fu lanciato anche l’avvertimento di liberarsi di questi quadri, poiché portavano male ai loro possessori. In breve molti di essi furono distrutti.
L’autore di questi quadri, pare fosse un certo Bragolin, un pittore spagnolo con poche prospettive e ancor meno fortuna. L’uomo, pur di riuscire a vivere della sua arte, si narra, strinse un patto col diavolo il quale pretese che i suoi soggetti fossero solo bambini che piangono. Il patto funzionò e i quadri dell’artista arrivarono in ogni capo del mondo, portando male e discordia nelle case dove approdavano.
Indubbiamente l’umanità è divisa tra coloro che credono al paranormale e coloro che non vi hanno mai prestato la minima attenzione. Non ti nego che io un certo interesse per questi temi l’ho sempre avuto, sia per l’aspetto più psicologico legato all’elaborazione del lutto, sia sotto il profilo del paranormale.
Inoltre ti confesso un piccolo segreto, mentre scrivevo questo articolo, mi sono ricordata che mia nonna, in casa, possedeva un quadro di un bambino che piange e mia nonna, non è mai stata una donna troppo fortunata.
Sto controllando per tutta casa se ho un quadro di un bambino che piange! 😀
effettivamente è inquietante 😂