Impressionisti segreti è il titolo della mostra esclusiva visibile a Roma fino all’8 marzo e titolo del film documentario di Sky arte. Il video, prodotto da Nexo digital racconta il movimento che ha rivoluzionato la storia dell’arte offrendo un’attenta chiave di lettura dell’impressionismo e uno stimolo per ammirare le 50 fantastiche opere “segrete” esposte a Palazzo Bonaparte.
Tutti i dipinti provengono da collezioni private e non sono mai arrivati al grande pubblico. Attraverso le immagini proposte dal docu-film, la curatrice della mostra Claire Durand-Ruel, ci accompagna lungo il percorso espositivo che include le opere di Monet, Renoir, Cézanne, Pissarro, Sisley, Caillebotte, Morisot, Gonzalès, Gauguin, Signac, Van Rysselberghe e Cross.
Queste opere impressioniste sono un magnifico segreto e una scoperta perchè non sono mai state esposte. Una piccola parte della storia dell’impressionismo che permette di capire ancora meglio il contributo che questo movimento ha portato alla storia dell’arte. Claire Durand-Ruel
Gli Impressionisti e l’arte della luce riflessa
L’impressionismo nasce attorno al 1870 e anche se oggi è il movimento artistico del colore e della luce riflessa – capace di muovere masse di appassionati da tutto il mondo – al suo esordio non fu minimamente apprezzato e anzi, per decenni ridicolizzato e criticato da tutto il panorama istituzionale, tanto da portare alla rinuncia e all’evoluzione stilistica, alcuni di quelli che oggi consideriamo i suoi massimi esponenti.
Il pubblico ha sempre paura delle novità e si aspetta di vedere ciò che sempre ha visto, che conosce. Quella dell’impressionismo, è quindi una “rottura epocale” che nel tempo, aprirà la strada a nuove correnti e nuove sperimentazioni. Vediamo insieme perché.
Siamo alla fine dell’Ottocento, in Francia, quando tra gli artisti inizia a farsi strada una nuova esigenza: libertà di pittura, libertà di rappresentazione, libera ricerca. L’idea è quella di uscire dall’oggettiva osservazione delle cose per interpretarla attraverso una visione personale, un sentire, una poesia.
I pittori, non seguono regole comuni, ogni artista è indipendente e produce una visione molto soggettiva del mondo pur condividendo gli stessi valori: libera interpretazione della realtà, impressione, colori chiari, mancanza di nero e la necessità estetica è quella di entrare nell’immagine del mondo lasciandosi assorbire dalla pittura e utilizzandola come tramite e specchio tra anima e vita reale. La tecnica ricercata è quella che imprigiona la luce attraverso il colore, che si allontana dalla figurazione e si avvicina alla suggestione della forma.
“Impressione al levar del sole” è il quadro che suggerirà ai critici il termine “impressionismo”.
Un’altra caratteristica dell’impressionismo è il dipingere all’aperto, una condizione importante e determinante che esige una pennellata rapida e un rapporto più diretto con la vita quotidiana. Il pittore inventa il luogo, utilizzando frammenti di reale reinventati. Interpretare la natura, per gli impressionisti, significa essere parte di Lei e trovare la chiave per riflettere se stessi in essa. La natura crea il pittore stesso, la natura è un artista.
Le evocazioni “misteriose” come qualche critico aveva commentato, sono trasferite sulla tela per mezzo della rifrazione della luce e l’idea rivoluzionaria partita dal massimo esponente dell’impressionismo Monet, è quella di avvicinare l’immagine al mondo interiore, essere lontani dall’oggettività delle cose.
Ma come spesso accade anche nel contemporaneo, la visione soggettiva e l’utilizzo di innovative tecniche espressive, non viene approvato dagli addetti ai lavori e anzi, escluso e criticato. Abituati alla definizione della figura e al realismo, i dipinti prodotti erano considerati dalla critica “poco più di scarabocchi non finiti” e per questo non ebbero l’immediata possibilità di accedere a importanti mostre ed essere quindi acquisiti dai collezionisti.
E’ immaginabile quindi, come questo meccanismo procurò a molti artisti una profonda depressione e una sfiducia verso il proprio operato, amplificata dalla condizione di povertà nella quale sarebbe stato inevitabile piombare con le mancate vendite.
Eppure, un gruppo di artisti, supportati da qualcuno che avrebbe creduto nella loro ricerca fino alla morte, riuscirono a iniziare un movimento che avrebbe cambiato le sorti dell’intera ricerca artistica e aperto le porte a nuovi orizzonti stilistici.
Gli impressionisti e Paul Durand-Ruel
Paul Durand-Ruel fu il mercante che rivoluzionò il mondo commerciale legato all’arte e al collezionismo.
Dopo aver conosciuto Monet, nel 1870, i suoi sforzi furono canalizzati sugli impressionisti fino a perdere tutti i suoi clienti. La sua passione fu talmente forte da non abbandonare mai l’amore verso questo rivoluzionario movimento anche quando le istituzioni le rifiutavano, ma riuscì a collezionare diverse opere che potrete vedere in mostra e finalmente da vicino, a Palazzo Bonaparte.
Nonostante tutti i nobili tentativi del mercante, gli artisti non ricevettero mai l’approvazione sperata e anche i più convinti pittori, iniziarono ad evolvere e attraverso la ricerca, giunsero alle porte del post impressionismo.
Gli impressionisti evolvono
Col finire del secolo, gli artisti iniziarono a dubitare della loro pittura fino ad evolvere e sconfinare in diverse soluzioni, ma fu proprio grazie alla loro sperimentazione e al loro lavoro che iniziò una generazione di nuovi artisti.
Nacque una nuova generazione, che partendo dall’impressionismo diede vita al “puntinismo”: piccoli punti che non si sovrappongono, colori accostati scientificamente che sfruttano la percezione visiva dell’osservatore.
La tecnica appare meno naturale di quella impressionista; razionale e basata su rigide regole. E’ interessante notare quindi, come la tecnica figlia della libertà, diviene diametralmente e profondamente opposta. La scomposizione della luce del puntinismo, è una tecnica lenta e molto attenta. Nulla a che vedere con l’idea di libertà espressiva e interpretazione del reale dei primi impressionisti.
Gli impressionisti aprono la strada a tutte le generazioni future e tutti gli artisti successivi cercheranno di discostarsi il più possibile da quel movimento sfortunato, nell’intento di farsi notare e di scovare nuovi linguaggi. L’innovazione avviene simultaneamente e grazie al coraggio degli impressionisti: d’ora in poi saranno il colore e la luce i punti cardine su cui lavorare e gli artisti, prendendo spunto dalle scoperte del movimento, troveranno modo di sperimentare senza paura del giudizio altrui. Non è difficile quindi immaginare come le avanguardie dei primi decenni del 900, giungano a noi con potenza dirompente.
Ma che fine fanno i fondatori del movimento impressionista?
Monet, con la sua ultima opera “immersione del mondo delle ninfee” prende coscienza dell’inesprimibilità dell’essere: un concetto che inciderà su tutta l’arte futura.
Renoir, altro massimo rappresentante del movimento, non smetterà mai di sperimentare. Amava i ritratti e per mezzo del colore ha dipinto le donne più belle, rendendole vive e sensuali. Attorno al 1880, decide di tornare alla maniera classica. Dopo aver conosciuto in Italia l’opera di Raffaello, s’impone di superarlo e di trovare il giusto equilibrio tra il suo dna impressionista e la purezza espressiva tipica di Raffaello.
Pissarro affermava “quando inizio a dipingere quello che cerco di fare è catturare la forma armonica”. Strati sovrapposti di pittura e virgole di pennellata in ogni direzione attribuiscono infatti all’immagine una formidabile relazione organica tra tutti gli elementi dell’opera. Il pittore resta presente nella scena e attraverso la sua visione, trasforma la quotidianità in frammento di eternità. Ecco allora un’altra grande caratteristica dell’arte impressionista, che nonostante le evoluzioni, non passerà mai più di moda.
A distanza di quasi 150 anni dall’ingresso dell’impressionismo, oggi i dipinti riscuotono grande apprezzamento tra gli appassionati di tutto il mondo e noi, speriamo che questo articolo ti porti alla scoperta delle opere mai viste di “impressionisti segreti” esposte fino all’8 marzo nelle stanze di Palazzo Bonaparte: un’occasione unica e probabilmente irripetibile per ammirare le opere segrete degli artisti più coraggiosi della storia dell’arte.
Di seguito, i riferimenti per accedere alla mostra: Impressionisti Segreti
Palazzo Bonaparte, piazza Venezia, 5 – Roma > acquista il biglietto online > info e orari