Di certo conosci “Faccia di gomma”, protagonista di “The Mask” e straordinario interprete cinematografico, ma forse non sai che Jim Carrey, ha uno straordinario rapporto con la pittura: ti raccontiamo la storia di un artista poliedrico.
Il giovane Jim, aveva sempre riconosciuto nella pittura un possibile medium per la sua espressione, ma la vocazione estrema per la recitazione, lo aveva portato a fare cinema – a farlo bene -. Aveva raggiunto i vertici del successo: dopo l’uscita di The Mask, tutti lo chiamavano “faccia di gomma” e le successive interpretazioni magistrali gli avevano conferito diversi riconoscimenti. L’espressività del volto – le sue mutazioni – hanno caratterizzato tutta la sua carriera.
Qualche anno fa, però, la vita dell’attore viene sconvolta da un tragico evento. La morte prematura della sua compagna lo fa piombare nella depressione: un vortice che lo aveva trascinato sempre più nell’oblìo e costretto ad un periodo di “ritiro dalle scene”.
In una giornata grigia, passeggiando per New York, l’attore si ritrova a pensare: “ … Veramente brutto!”
Il colore come cura
Sul come abbia fatto Carrey, a mantenere il sorriso e la sua “faccia di gomma” non è più un mistero. In un documentario a lui dedicato nel 2017 – dal titolo “I need Color” – l’artista dichiara:
Improvvisamente, sei anni fa, in un momento in cui stavo cercando di curare il cuore spezzato, ho pensato: bene, forse dipingerò. Non so cosa mi insegni la pittura, so solo che mi rende libero. Libero dal futuro, libero dal passato, libero dal rimpianto e dalla preoccupazione…” Jim Carrey – I Need Color
In una giornata grigia, passeggiando per New York, l’attore si ritrova a pensare: “ … Veramente brutto” e capisce che la sua vita ha bisogno di colore. La pittura, rappresenta per lui una forma di liberazione, una cura.
L’artista inizia a dipingere e in pochi anni si fa subito notare. Basta ricordare alcuni scandali recenti sui social che vedono alcune opere dissacranti di Carrey, toccare sul vivo il presidente Donald Trump o anche, la polemica su twitter dello scorso marzo che vede un’Alessandra Mussolini agguerrita, dopo aver visto il suo caro nonno, appeso a testa in giù. La sua cifra stilistica ricorda il mondo espressionista e quello della pop art.
L’arte di un poliedrico, non può che toccare anche l’attualità: essere influenzata dalla politica e dalla società. Carrey, ha trovato nel colore, nella satira e nella provocazione la sua chiave espressiva e gli strumenti grazie ai quali canalizzare frustrazione e paure della vita. Una vera e propria medicina.
Per noi, l’amico “faccia di gomma”, può esprimersi in qualsiasi forma lo faccia stare bene. Bravo!