forma/informe mostra fotografica gam torino
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La Gam di Torino inaugura la mostra Forma/informe: “viaggio al termine della forma” della fotografia italiana (1935-1958)

Forma/informe: mostra fotografica alla Gam di Torino, un percorso sperimentale nella fotografia italiana del dopoguerra

La Gam di Torino inaugura oggi, 24 giugno, negli spazi della Wunderkammer, una mostra fotografica dedicata alla nascita della fotografia non oggettiva e informale in Italia. Da qui, il nome Forma/informe,  l’esposizione vanta 50 opere di 7 fotografi, alcuni scatti sono inediti e 23 rare pubblicazioni che testimoniano la fotografia sperimentale italiana dalla metà degli anni ’30 alla fine degli anni ’50. Definita un “viaggio al termine della forma”, la mostra è curata dalla storica e teorica della fotografia Antonella Russo, attraverso le immagini di Giuseppe Cavalli, Luigi Veronesi, Franco Grignani, Pasquale De Antonis, Piergiorgio Branzi, Paolo Monti e Nino Migliori.

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Forma/informe: un percorso della fotografia italiana dalla metà degli anni ’30 alla fine degli anni ’50

La Gam di Torino è pronta per l’inaugurazione  della mostra curata da Antonella Russo:

“una mostra studio, primo caso di ricerca approfondita su un capitolo finora quasi dimenticato nella storia della fotografia italiana, e la Gam era il luogo adatto per ospitare questa mostra, perché pensiamo che il pubblico guardandola si incuriosisca e visiti al secondo piano della Galleria la pittura informale di Vedova, Burri, Dorazio e altri. C’è infatti una relazione tra fotografia e pittura informale”.

Uno sguardo più da vicino ai 7 artisti in esposizione alla mostra alla Gam di Torino

Pittore, grafico, scenografo e fotografo, Luigi Veronesi nella sua lunga carriera produce immagini di accoppiamenti di positivo-negativo, inversioni tonali, sovraimpressione e immagini solarizzate. Tra queste, l’opera in mostra “Le stelle dalla mia finestra” (1940), immagine di un cielo senza luna attraversato da scie luminose e puntini bianchi, reso con graffiature che alternano il bianco e nero e grigio che danno movimento alla fotografia.
Franco Grignani, pittore e fotografo autodidatta e graphic designer, mette la fotografia a servizio della grafica con esperimenti di esposizioni multiple e sovrapposizioni di diversi negativi. A fine anni quaranta affina la sua ricerca moltiplicando le sue sperimentazioni: nascono così le “dissonanze percettive”, le “vibrazioni visive”, le “rotazioni formali” e le “tensioni visive”.
Del grande fotografo umanista Piergiorgio Branzi sono esposti scatti inediti della serie Montmartre (1954), vedute urbane del quartiere parigino ancora sconvolto dalle ferite della guerra, insieme a Mykonos (1957), che descrive la struttura e la materia stessa del paesaggio.
Uno dei protagonisti più autorevoli della fotografia italiana, Paolo Monti, dedica buona parte della sua ricerca alla fotografia “astratta” che, come scrive la curatrice in catalogo: “è una investigazione nel cuore della materia del mondo, un andare alle fondamenta della produzione di forme primordiali”.

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Muretto(1950)

Pasquale De Antonis (1908-2001) elabora una sua personale e particolare tecnica basata sull’utilizzo di più fonti luminose filtrate da uno schermo cartaceo forato in più punti, e in seguito perfeziona queste prime esperienze spingendosi a fissare direttamente sulla carta sensibile le mille forme che andavano assumendo gocce e liquidi oleosi o inchiostri densi versati su una lastra di vetro retroilluminata.
Nino Migliori (1926) ha iniziato a fine anni Quaranta lavorando in una minuscola camera oscura allestita in un angolo della cucina di casa, facendo uso di acidi per lo sviluppo e fissaggio applicati su ritagli di carta, perché un foglio intero era troppo prezioso. La carta veniva cosparsa di liquido di sviluppo e poi esposta alla luce artificiale, o solare o di una fiamma. Migliori denominò questo procedimento Ossidazioni. Altre esperienze, i Pirogrammi, sono ricavate da registrazioni di piccole bruciature inferte alla pellicola con una punta riscaldata o esposte a una fiamma, mentre gli Idrogrammi fissano tracce di gocce di acqua o liquidi schiumosi applicati sul lastrino dell’ingranditore; allora l’immagine appare un organismo vivente, una costellazione di cellule sospese come in un liquido amniotico. (Fonte: GAM-Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea)

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Antonella Russo sul canale facebook della galleria Gam, ci regala un assaggio su quello che vedremo alla mostra

Se volete approfondire questo viaggio, ecco il link per curiosare in anteprima su quello che ci aspetta. La mostra sarà visitabile fino al 27 settembre 2020, ed è accompagnata da un catalogo bilingue in italiano e inglese edito da Silvana Editoriale, con 60 immagini, comprese le riproduzioni di tutte le fotografie esposte, pubblicazioni ed eventi fotografici dell’epoca, saggio teorico e appartati biografici . Per conoscere le altre mostre alla Gam di Torino, potete consultare il sito ufficiale dove troverete tutte le informazioni dell’esposizione forma/informe e degli eventi in corso.

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Pallina(1949)

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