Oggi 13 dicembre, si festeggia Santa Lucia di Siracusa, martire cristiana di inizio IV secolo. I devoti ritengono che lei sia la protettrice degli occhi, dei ciechi, degli oculisti, degli elettricisti e degli scalpellini. Nell’arte è stata celebrata con diverse opere, si va da Artemisia Gentileschi a Caravaggio. Ma non solo l’arte, anche nella letteratura scopriamo tanti autori che hanno avuto un pensiero per lei, come Dante Alighieri o Federico Garcia Lorca.
La sua storia si trova scritta in due famosi testi: la Legenda Aurea di Jacopo da Varazze e le Cronache di Norimberga di H. Schedel del 1493. Ma no solo. Santa Lucia è anche legata al Natale, soprattutto in Nord Europa, compreso il Settentrione italiano.
La storia di Santa Lucia
Secondo l’agiografia tramandata da due antiche e distinte fonti quali una Passio del codice greco Papadoupolos e gli Atti dei Martiri entrambi risalenti alla fine del V secolo, Lucia era una giovane nata a Siracusa nel 283 d.C. Di famiglia nobile e cristiana, ma orfana di padre dall’età di cinque anni e promessa in sposa a un pagano, sin da tenera età aveva fatto segreto voto di verginità a Cristo. Sua madre, Eutychia, da anni ammalata di emorragie, spendeva ingenti somme per curarsi, ma nulla le giovava.
Allora Lucia ed Eutychia si recarono pellegrine al sepolcro di Sant’Agata, martire a Catania nel 251 d.C., pregandola di intercedere per la guarigione. Giunte lì il 5 febbraio dell’anno 301, (dies natalis di Agata), Lucia si assopì durante la preghiera e vide in visione la santa catanese circondata da schiere angeliche dirle: “Lucia sorella mia, vergine consacrata a Dio, perché chiedi a me ciò che tu stessa puoi concedere? Infatti la tua fede ha giovato a tua madre ed ecco che è divenuta sana. E come per me è beneficata la città di Catania, così per te sarà onorata la città di Siracusa”.
Come riporta Settemuse, da quel giorno Lucia per tre anni, si spoglia di ogni bene terreno, diventando povera e dedicandosi soltanto alla carità verso i più deboli, i poveri, i malati e la Chiesa. Purtroppo, però lo sposo promesso non prende bene questa scelta e decide di vendicarsi sporgendo denuncia verso Lucia al tribunale dell’Impero Romano che sotto Diocleziano perseguiva i cristiani.
Lucia viene arrestata ma resta ferma sulle sue intenzioni, rifiutandosi di dedicarsi al paganesimo e confermando il suo essere cristiana. Subisce un processo dal magistrato Pascasio durante il quale Lucia risponde citando unicamente la Sacra Bibbia.
Alla richiesta del tribunale di sacrificarsi agli dei pagani, Lucia cita una lettera dell’apostolo Giacomo dove viene ribadita la volontà di sacrificarsi solo per Dio, per i poveri, gli orfani e le vedove, dicendo di avere solo se stessa da offrire avendo rinunciato ad ogni altro bene.
Si appella allo Spirito Santo citando il salmo che recita: “Mille cadranno al tuo fianco e diecimila alla tua destra, ma nulla ti potrà colpire“.
Da quel momento la sua condanna è scritta. Subisce una serie di gravi torture che la lasciano però sempre illesa tanto che Pascasio chiama addirittura dei maghi per punire Lucia. Non c’è però nessun attacco che sembra scalfire il suo corpo che ad ogni colpo resta illeso, resistendo perfino al fuoco.
Dopo aver profetizzato la fine imminente delle persecuzioni di Diocleziano e la tanto sognata pace per la Chiesa Cristiana, Lucia viene colpita con un colpo di spada alla gola il 13 Dicembre del 304 a soli 21 anni e seppellita nelle catacombe cristiane di Siracusa.
Le sue spoglie sono custodite nel Santuario di Santa Lucia a Venezia.
Perché è la protettrice della vista
Non ci sono notizie certe che possono attribuire il simbolo della vista a Lucia, se non per derivazione iconografica. Ad esempio c’è un’icona che la raffigura con in mano un piattino dove sopra ci sono i suoi stessi occhi.Non si sa per certo il motivo o almeno non c’è nulla di scritto.
Il nesso più logico deriva dall’etimologia del suo nome, lux, luce, lucia. Lucia era portatrice di luce, questo forse è un altro dei motivi che la rappresentano con questa iconografia.
I simboli a lei legati sono gli occhi, la palma, la lampada, oltre a simboli più rari rappresentativi del suo martirio come la spada, il calice, il libro, il fuoco.
Le immagini che raffigurano Santa Lucia nell’arte, non essendoci alcun chiaro riferimento storico al suo aspetto fisico, sono delle proiezioni di quanto questa martire ha ispirato, spesso derivanti dall’accostamento del nome Lucia a Luce, dove Lucia stessa diventa simbolo del cammino di luce.
La notte di Santa Lucia
In alcune zone del Nord Italia, i bambini attendono la notte di Santa Lucia con maggiore trepidazione. Secondo i piccoli, ma soprattutto secondo la tradizione, la Santa della vista lascia un dono ai bambini buoni. Nei giorni prima dell’arrivo di Santa Lucia c’è l’usanza che i ragazzi dei vari paesi percorrendo le strade di sera suonino un campanello per richiamare i più piccini a comportarsi bene e ad andare a letto perché se li vede Santa Lucia comportarsi male, getta della cenere nei loro occhi accecandoli.
In cambio le famiglie lasciano alla finestra delle arance, dei biscotti, del caffè e mezzo bicchiere di vino rosso e del fieno per l’asinello che porta i regali della Santa.
Al mattino del 13 dicembre quanto i bambini si alzano dal letto trovano caramelle e dolci al posto delle arance e i doni richiesti esauditi, soltanto a chi si è comportato bene.
La tradizione dei doni di Santa Lucia sembra risalga al XIV secolo, quanto nobili veneziani presero l’abitudine di fare regali ai più piccoli propri il 13 dicembre.