C’è un nuovo itinerario culturale che merita attenzione, e non solo da parte degli appassionati di archeologia: si chiama “Le Rotte del Mediterraneo nell’età del Bronzo”, ed è molto più di un progetto. È un invito a ripensare le sponde del nostro mare comune come un unico grande laboratorio di civiltà, scambio e memoria.
Parliamo di una rete internazionale di oltre venti approdi, tra musei, siti archeologici, centri di ricerca e paesaggi abitati, che si uniscono per raccontare uno dei periodi più affascinanti ma ancora poco conosciuti della storia mediterranea: l’età del Bronzo, tra il III e il I millennio a.C.
Non una mostra, ma una rotta
Il cuore del progetto è l’idea di connessione: fisica, culturale, narrativa. Le “rotte” non sono solo quelle percorse dai navigatori preistorici, ma anche quelle che oggi collegano Ustica, Procida, Lipari, Siracusa, Pantelleria, il Salento, la Grecia, Malta, la Spagna. Ogni tappa è un’occasione per leggere il paesaggio con occhi nuovi, riscoprendo tracce di antichi porti, villaggi, necropoli e manufatti che ci parlano di relazioni antichissime.
Non si tratta di una semplice mappatura. La forza di questa iniziativa è nel coinvolgimento attivo di partner diversi: musei, università, scuole, enti locali, artisti e studiosi che mettono in comune competenze e linguaggi per creare eventi, attività didattiche, scambi giovanili, percorsi immersivi. Un vero cantiere culturale diffuso.
Dove comincia il viaggio

Il punto di partenza simbolico è Ustica, nel cuore del Tirreno, con il Villaggio preistorico dei Faraglioni, uno degli insediamenti meglio conservati del Mediterraneo centrale, e il Museo archeologico Carmelo Seminara. Da qui si snoda un itinerario che tocca:
- Vivara (Procida), con i siti di Punta d’Alaca, Mezzogiorno e Capitello
- Lacco Ameno e i Campi Flegrei, testimoni della vivacità dei traffici marittimi
- Siracusa e il museo “Paolo Orsi”, insieme alla straordinaria Thapsos
- Le Eolie, con Filicudi, Lipari, Panarea, Stromboli e Salina
- Pantelleria, con il sito di Mursia, un avamposto tra Europa e Africa
- L’Adriatico, da Roca Vecchia nel Salento a Coppa Nevigata a Manfredonia
E non solo Italia. Il progetto, nella sua visione più ampia, abbraccia anche le coste di Grecia, Malta, Cipro, Francia e Spagna, costruendo una rete di memoria condivisa tra le culture costiere che hanno fatto del Mediterraneo un crocevia di mondi.
Un patrimonio da attraversare
Quello che rende speciale questo itinerario è la sua accessibilità emotiva: non ci troviamo di fronte a un singolo grande evento, ma a una trama di luoghi che possiamo esplorare con lentezza, curiosità e meraviglia. È un modo nuovo di fare turismo culturale, sostenibile e coinvolgente, lontano dai circuiti di massa, ma radicato nel territorio e nel tempo.
Le “Rotte” ci ricordano che il nostro presente è costruito su un’eredità fatta di relazioni, viaggi, contaminazioni, e che raccontare l’età del Bronzo oggi significa anche interrogarsi sulle nostre identità mediterranee.
Un invito a guardare oltre le sabbie del tempo
In un’epoca in cui la narrazione storica si consuma in pillole veloci, “Le Rotte del Mediterraneo” propongono una visione lenta, profonda, condivisa. Una storia antica che torna attuale, grazie alla sinergia tra istituzioni culturali e territori, e che ci invita a immaginare il passato come una risorsa per il futuro.
Per conoscere tappe, eventi, itinerari e musei coinvolti, è possibile seguire gli aggiornamenti sul sito del progetto (presto online) o consultare le pagine degli enti promotori.
Vuoi viaggiare tra le antiche civiltà del Mediterraneo con lo sguardo dell’arte e della storia?
Seguici su Instagram per non perdere aggiornamenti, approfondimenti e curiosità: @icrewplay_arte