Ci guardiamo dentro ogni giorno. Per sistemare i capelli, per controllare la postura, per curiosità o per abitudine. Ma quando è nato davvero lo specchio? E perché da secoli è molto più di un semplice oggetto riflettente?
Dietro una superficie liscia e lucida si nasconde un universo di significati, simboli, paure, arte, spiritualità e scienza. Perché lo specchio non mostra solo “noi”, ma come scegliamo di vederci.
Dai laghi alle botteghe: una lunga evoluzione
I primi “specchi” erano pozze d’acqua ferme. Poi, nel Neolitico, vennero realizzati con ossidiana levigata, rame lucidato, bronzo, argento.
Gli antichi Egizi ne avevano versioni portatili. I Romani li consideravano strumenti di vanità… o di verità.
Ma è a Venezia nel XV secolo che nasce lo specchio come lo conosciamo oggi: vetro soffiato e stagno, lucente, fragile, perfetto.
Talmente prezioso che veniva nascosto dai nobili, custodito come un tesoro. E in un certo senso, lo è ancora.
Simbolo di bellezza o di inganno?
Nel Rinascimento, lo specchio diventa simbolo doppio: da un lato strumento di conoscenza, dall’altro metafora del narcisismo.
Lo usano gli artisti, i filosofi, i teologi. Ma anche gli alchimisti e i maghi.
Lo specchio riflette la verità… ma anche l’illusione. E per questo, nei secoli, è stato visto come portale verso altri mondi, oggetto maledetto, finestra sull’anima.
Specchi e superstizione

Sette anni di sfortuna se si rompe. Non specchiarsi al buio. Non mettere due specchi uno di fronte all’altro.
Quante credenze popolari ruotano attorno a questo oggetto?
Per alcune culture, lo specchio imprigiona una parte dell’anima. Per altre, riflette energie sottili. E anche oggi, inconsciamente, lo trattiamo con una certa reverenza.
Lo specchio nell’arte
Pensa a Velázquez e il suo “Las Meninas”, dove uno specchio confonde prospettive e sguardi. O al Narciso di Caravaggio, prigioniero del proprio riflesso.
Nell’arte contemporanea, artisti come Anish Kapoor o Michelangelo Pistoletto usano specchi reali per coinvolgere lo spettatore, rendendolo parte dell’opera.
Perché in fondo, ogni specchio è interattivo. Non esiste senza chi lo guarda.
Cosa ci dice oggi uno specchio?
In un’epoca di selfie e filtri, lo specchio resta l’unico che non mente.
Ti guarda in silenzio. Non giudica. Non abbellisce. Ma… dice la verità o solo quello che vuoi vedere?
E qui torna la domanda: lo specchio riflette o rivela?
Ti sei mai soffermato a lungo davanti a uno specchio senza fare nulla? Ti ha mai spaventato, confuso, emozionato?
Scrivicelo nei commenti o raccontalo su Instagram: certe superfici non riflettono solo il volto. A volte, riflettono quello che non riusciamo a dire.