“Piranesi oggi”: quaranta tavole del disegnatore ed archeologo veneziano esposte all’interno della Casa di Goethe a Roma, unico museo tedesco presente all’estero. La mostra, organizzata in occasione del 300° anniversario della sua nascita, è a cura di Maria Gazzetti e vede la partecipazione di sei artisti di origine italiana e tedesca. Inaugurata il 16 Ottobre, si svolgerà fino al 17 Gennaio 2021.
Piranesi: il “Rembrant delle rovine”
Così è stato definito nel titolo della precedente mostra, esposta nella Casa di Goethe dal 18 Febbraio al 18 Aprile 2010.
Ombre marcate, cieli perturbati da un perenne accenno di nuvole; una grandiosità sublime e nel contempo drammatica, tipica di un passato glorioso che si sgretola, giorno per giorno, in un inevitabile declino.
Sono queste le caratteristiche principali dell’opera di Piranesi, elogiato per la sua capacità di “restituire un’anima alle cose morte” attraverso il suo tratto inconfondibile, molto apprezzato durante gli anni del Romanticismo.
Chi è Giambattista Piranesi?
Scontroso, avido, iracondo, orgoglioso, vendicativo e, ancora: energico, entusiasta, carismatico, dotato di un talento e un’ispirazione inesauribili.
Giovanni Battista Piranesi, detto “Giambattista”, nasce il 4 Ottobre del 1720 a Mogliano Veneto. Viene istruito in architettura dal padre, Angelo Piranesi, e lo zio, il magistrato Matteo Lucchesi. Il fratello, padre domenicano, gli trasmette invece la passione per la lingua latina, la storia di Roma e la filosofia antica.
Si innamora dell’opera di Tito Livio e della sua Ab Urbe Condita, che narra la storia di Roma a partire dalla sua fondazione.
La famiglia lo vuole architetto, ma lui ha ben altre ambizioni. Trasferitosi proprio nella capitale nel mese di Settembre del 1740, a soli vent’anni inizia la sua carriera da disegnatore, partecipando alla spedizione diplomatica di Francesco Venier, nuovo ambasciatore della Serenissima.
Piranesi: il successo a Roma
A Roma conosce professionisti come i pensionnaires dell’Accademia di Francia e Giovanni Paolo Pannini, docente di prospettiva presso l’Accademia.
Svolge un periodo di apprendistato presso lo studio dei pittori-scenografi Domenico e Giuseppe Valeriani, per poi lavorare insieme con Giovanni Battista Nolli, all’epoca intento nella realizzazione della Nuova Pianta di Roma, e Giuseppe Vasi, che gli insegna le basi dell’incisione all’acquaforte.
Nel 1743 visita gli scavi archeologici di Ercolano e studia l’arte barocca a Napoli, insieme con l’amico Antonio Corradini. Nello stesso anno, pubblica la sua prima raccolta in dodici tavole: Prima parte di architetture e prospettive inventate ed incise da Gio. Batta Piranesi architetto veneziano, che riscuote un successo tale da essere più volte ristampata.
Realizza una versione in dimensioni ridotte della sua Nuova Pianta di Roma con il maestro Nolli, varie tavole inserite nelle raccolte di celebri autori come Zolli e lastre in piccolo formato, successivamente incluse in Varie vedute di Roma antica e moderna, disegnate e intagliate da celebri autori del 1745, riproposte più volte negli anni successivi e con diversi nomi.
Dopo una breve parentesi veneziana torna a Roma, dove apre una bottega in Via del Corso, di fronte all’Accademia di Francia. La sua è un’attività prolifica e non esente da screzi dovuti al suo temperamento fiero, come quello avuto con James Caulfeild, lord Charlemont.
Piranesi: la superiorità di Roma
Polemizza contro le tendenze neoclassicistiche del ‘700, ritenendo l’architettura romana non solo superiore a quella greca, ma addirittura distante da qualsivoglia influenza ellenistica. Ciò innesca un dibattito molto acceso, con gli architetti e archeologi James Stuart e Nicholas Revett, e aumenta la sua popolarità.
Eletto accademico onorario di S. Luca nel 1761, e cavaliere dello Speron d’oro nel 1766, gli vengono commissionati lo studio dei restauri all’interno del Pantheon, l’inserimento di una statua della Giustizia sul piedistallo della Colonna Antonina e delle modifiche da apportare alla basilica di San Giovanni in Laterano. Nel 1764 decora gli appartamenti del Quirinale e di Castel Gandolfo.
Si dedica per tutta la vita alla pubblicazione di diverse raccolte che illustrano Roma, potenza storica e architettonica.
Camere sepolcrali degli antichi romani, le quali esistono dentro e fuori di Roma (1752); Trofei di Ottaviano Augusto innalzati per la Vittoria ad Actium e conquista dell’Egitto con vari altri ornamenti diligentemente ricavati dagli avanzi più preziosi delle fabbriche antiche di Roma, utili a pittori, scultori ed architetti, disegnati ed incisi da Giambattista Piranesi architetto veneziano (1753).
E ancora: Della magnificenza ed architettura de’ romani (1761) e Alcune vedute di archi trionfali ed altri monumenti innalzati da’ romani (1765) sono solo alcune delle sue opere più celebri.
Una in particolare, la raccolta in due volumi delle Vedute di Roma iniziata nel 1748, lo occupa fino all’anno della sua morte (1778) e viene pubblicata postuma dal figlio, Francesco Piranesi.
Piranesi: Carceri, le tavole che hanno ispirato Escher
Durante la sua carriera, non priva di battute d’arresto dovute alle stringenti difficoltà economiche, è stato costretto a trasferirsi per alcuni mesi a Venezia, dove ha realizzato le raccolte Capricci – o Grotteschi – e Invenzioni capric[ciose] di carceri – anche conosciute come Carceri.
Quest’ultima è la sua opera più celebre in assoluto. Stampata, rifinita e ampliata più volte: si dice che Piranesi l’abbia concepita durante i deliri dovuti a una febbre molto alta.
Illustra scenari spaventosi che sembrano tratti direttamente da un incubo.
L’angoscia della condizione umana, paragonabile ad una prigione dove i carcerati – figure fantasmiche – sono liberi di vagare ovunque vogliano, sì, ma senza alcuna via di fuga. Dominano il senso di claustrofobia, abbandono e isolamento, all’interno di scenari spigolosi sia nel tratto che negli elementi architettonici, rappresentati come sempre con precisione ed estrema cura dei dettagli.
Carceri è un’opera inossidabile che ha ispirato l’incisore M.C. Escher, autore di opere come Relatività, e innumerevoli artisti contemporanei.
La mostra “Piranesi oggi” nella Casa di Goethe a Roma: una scelta ad hoc
Non è un caso che la mostra “Piranesi oggi” sia stata ospitata proprio nella Casa di Goethe.
L’artista veneziano è, infatti, il motivo che spinge l’autore dei Dolori del giovane Werther ad intraprendere il suo viaggio in incognito a Roma, nel 1786. Nella Casa di Goethe – quella in patria – il padre dello scrittore tedesco ha collocato sulle pareti di un’anticamera proprio le stampe del Piranesi, raffiguranti immagini visionarie che lo hanno predisposto sin da bambino al “concetto di colossale”.
Poter contemplare con i propri occhi tutto un complesso, del quale già si conoscevano interiormente ed esteriormente i particolari, è direi quasi come incominciare una vita nuova. Tutti i sogni della mia giovinezza ora li vedo vivi.
La mostra “Piranesi oggi” nella Casa di Goethe a Roma: sei mondi da scoprire
Ecco i sei artisti che partecipano alla mostra, esponendo le loro opere accanto alle incisioni piranesiane tratte da Capricci e Vedute di Roma.
Sebastian Felix Ernst (1987), architetto, ricercatore e designer, è uno dei fondatori di FAKT architettura: si occupa della progettazione di oggetti e spazi urbani, prediligendo soluzioni funzionali e nel contempo innovative. Esposte nella mostra le sue 21 tavole in stile piranesiano, realizzate con i suoi studenti.
Judith Schalansky (1980), artista e scrittrice laureata in Storia dell’Arte e in Communication Design, dal 2008 è docente di tipografia alla Potsdam Technical Institute.
Le sue opere sono Lo splendore casuale delle meduse, Atlante delle isole remote. Cinquanta isole dove non sono mai stata e mai andrò e Inventario di alcune cose perdute. In occasione della mostra, vengono presentate alcune parti tratte dal suo ultimo lavoro, in cui sono presenti dei riferimenti alle rovine di Villa Sacchetti e al maestro Piranesi.
Gabriele Basilico (1994-2013), celebre fotografo italiano, in mostra a Palazzo Cini proprio con Piranesi Roma Basilico fino al 23 Novembre, da cui è tratta una testimonianza illustrata in “Piranesi oggi”.
Ispirato dall’artista veneziano, che ha conosciuto e amato attraverso le pagine della scrittrice Marguerite Yourcenar, Basilico ha deciso infatti di riproporre in chiave moderna, attraverso la sua fotografia, tutti i luoghi illustrati nelle Vedute di Roma.
Gloria Pastore (1949), designer diplomata in scenografia all’Accademia delle Belle Arti di Napoli e specializzata in Storia dell’Arte. Tra le sue mostre più recenti, “Psiche e altre storie” (2018) al MANN e “Partiture”(2019) alla Dafna Home Gallery di Napoli. Esplora con un’opera apposita l’immaginario di Piranesi, artista esuberante che ha gettato le basi per un nuovo modo di concepire l’arte antica.
Max Renkel (1966), pittore dallo stile inconfondibile: noto per dipinti come “Five Paintings” e per sua la immensa collezione di oggetti, libri e fotografie inerenti a diverse tematiche, da cui trae spunto per raccontare il suo rapporto con Piranesi e Roma, città in cui vive da diversi anni.
Elisa Montessori (1931), anche lei pittrice, laureata in Scienze umanistiche presso la Sapienza; innamorata della Città Eterna e profondamente ispirata dall’opera di Piranesi, di cui tratta alcuni aspetti in particolare.
Flaminia Lizzani, nata a Roma (1963) dove vive e lavora attualmente. Restauratrice e disegnatrice di nudi femminili – di particolare interesse, la mostra “Nidi di donna” – ha frequentato l’Accademia di Belle Arti e la Scuola Libera del Nudo. Racconta il mondo interiore di Giambattista Piranesi e l’intensità con cui lo ha trasferito nelle sue opere.
Ai lavori dei sei artisti si aggiunge la matrice dedicata a Piranesi dall’Istituto centrale per la grafica.
Gli artisti che ne fanno parte hanno deciso di istallare l’opera all’interno della Casa di Goethe per tutta la durata dell’esposizione, organizzata in contemporanea con la mostra “Sognare il sogno impossibile” a Palazzo Povi.
La mostra “Piranesi oggi” nella Casa di Goethe a Roma: il significato dell’esposizione
Quella esposta nella Casa di Goethe a Roma non è una semplice mostra, ma una testimonianza di altissimo livello culturale.
“Piranesi oggi” ci dimostra come la storia con le sue fonti non sia soltanto uno sterile oggetto di studio, ma ispiratrice di visioni e pensieri che abbattono i confini del tempo per arrivare intatti ai giorni nostri.
Le incisioni non si limitano ad informare su quelle che sono le antiche fattezze di monumenti antichi, ma conquistano con la personale rielaborazione dell’artista.
Ancora oggi, Piranesi esercita lo stesso fascino che ha colpito le maggiori personalità del Romanticismo: e ne è prova il dialogo tra i sei artisti all’interno della Casa di Goethe, alcuni dei quali hanno fatto – come abbiamo potuto vedere – della sua opera una ragione di vita.