Raffaello Sanzio, l’Italia del 6 marzo 2020 si stava preparando a celebrare i Cinquecento anni dalla morte con una grande mostra monografica alle Scuderie del Quirinale, ma il Covid19 ha blindato il nostro paese. Così il 2 giugno, data che avrebbe dovuto segnare la chiusura dell’evento, diventa invece una riapertura che sarà prorogata fino al 30 agosto.
Le misure di sicurezza sono state elaborate da un esperto del Dipartimento di Sanità Pubblica e Malattie Infettive dell’Università La Sapienza che ha armonizzato il progetto tecnico-sanitario con le linee guida del Comitato tecnico scientifico. In concomitanza con le celebrazioni del 2 giugno, l’arte italiana ritorna a fiorire grazie a uno dei suoi massimi esponenti.
Raffaello Sanzio: un intenso dialogo tra le Scuderie e gli Uffizi
Roma e la sua grandiosità, Firenze con il suo ordine e la sua armonia; un dialogo intenso tra le Scuderie del Quirinale e gli Uffizi teatro di un singolare e probabilmente catartico evento dedicato a Raffaello Sanzio.
Le Scuderie del Quirinale ospitano duecento capolavori, 50 dei quali provengono dagli Uffizi. La Mostra rappresenta infatti l’evento principale del programma approvato da un Comitato Nazionale istituito dal Ministro Dario Franceschini e presieduto dallo storico dell’arte Antonio Paolucci, in passato Ministro dei Beni culturali e Direttore dei Musei vaticani. Curatori dell’esposizione sono Marzia Faietti e Matteo Lanfranconi con il contributo di Vincenzo Farinella e Francesco Paolo Di Teodoro.
Molto importante il lavoro di squadra del Comitato scientifico presieduto dalla studiosa Sylvia Ferino che aveva già curato dal 1989 i cataloghi delle opere dell’urbinate, Nicholas Penny, Direttore del National Gallery di Londra, Barbara Jatta, Direttore dei Musei vaticani, Alessandro Nova (Kunsthistoriches Institut di Firenze).
Raffaello Sanzio: 100 opere in mostra
Cento opere sconosciute di Raffaello tra dipinti e disegni, ma purtroppo manca La Madonna del Cardellino che, come sottolinea lo stesso Paolucci in un intervento de “Il Sole 24 ore” di giugno 2018 dal titolo I doni di Michelangelo e Raffaello, è l’opera che determina il peso e l’eredità dell’urbinate. Come scriveva anche il Vasari, Raffaello nel suo periodo fiorentino dal 1504 al 1507 guarda ai moderni, ossia Michelangelo e Leonardo, ma guarda anche agli antichi: i pittori della scuola di San Marco.
Persegue inoltre un ideale di “bellezza virtuosa”, un ideale di purezza, guardando ai seguaci dell’eredità spirituale di Girolamo Savonarola, ossia Fra’ Bartolomeo e Mariotto Albertinelli. Ma anche Masaccio del Carmine, il Beato Angelico, Donatello, Luca Della Robbia e aprirà poi la strada ad Annibale Carracci, a Guido Reni, a Poussin, David, Ingres, Canova e anche a Picasso del periodo classico. Là dove c’è ordine, armonia, bellezza e purezza si riconosce quindi l’impronta di Raffaello.
Una mostra che vede la partecipazione dei Musei internazionali. Tra le opere presenti nel percorso espositivo ricordiamo infatti: La Madonna del Granduca delle Gallerie degli Uffizi, la Santa Cecilia dalla Pinacoteca di Bologna, la Madonna Alba dalla National Gallery di Washington, il Ritratto di Baldassarre Castiglione e l’autoritratto con amico dal Louvre, la Madonna della Rosa dal Prado, la Velata dagli Uffizi.
Mario Di Simoni, Presidente della Ad Ales-Scuderie del Quirinale afferma che la collocazione della monografica presso le Scuderie del Quirinale è una decisione corretta e “in stretto collegamento con il grande sistema dei Musei Statali. E’ il coronamento di venti anni di apertura al pubblico delle Scuderie del Quirinale”.
Firenze è stato quindi il centro della nascita artistica di Raffaello, Roma il consolidamento del pensiero dell’artista e la sua grande occasione ufficiale. Basti pensare agli affreschi della Stanza della Segnatura, ossia La Disputa del Sacramento, il Parnaso e la Scuola d’Atene, per avere la dimensione della grandezza dell’artista e una celebrazione della cultura umanistica, una sintesi efficace del pensiero religioso, razionale filosofico e della poesia come elevazione dello spirito. Ordine e naturalezza raggiungono qui livelli maturi ed elevati.
Una mostra da non perdere; un’occasione unica per studiare e approfondire un maestro della classicità e trovare in questo mare agitato della contemporaneità la personale perla per ampliare lo sguardo.