Prima ancora che per I Girasoli, Gli Iris, le notti stellate o la tela in cui raffigura la sua stanza, Van Gogh è famoso per i suoi autoritratti, declinati in qualsiasi forma, colore e in momenti differenti della propria esistenza.
Durante la sua vita, Vincent Van Gogh ne dipinse circa 40, la maggior parte dei quali realizzati tra il 1886 e il 1889 e attraverso essi, riusciamo a cogliere le sfumature del periodo che stava vivendo, le sue angosce, i suoi timori; soprattutto lo sfondo, ha un ruolo determinante per capire il vero stato d’animo e della mente dell’artista olandese.
In tutte queste opere, lo sguardo del pittore è raramente diretto verso l’osservatore. Anche quando lo sguardo è fisso, sembra guardare altrove. I dipinti variano in intensità e colore, alcuni ritraggono l’artista con la barba e altri senza.
Particolari sono gli autoritratti che lo rappresentano bendato, dipinti dopo l’episodio in cui si recise il lobo di un orecchio, accecato dalla rabbia perché il fratello, che lo aiutava economicamente, aveva deciso di sposarsi.
L’espressione del viso è solitamente molto ferma, controllata, ma i vortici di colore creano sullo sfondo un evidente contrasto; lo scopo di Van Gogh era proprio quello di spingere l’osservatore a guardare il ritratto nella sua totalità, scoprendo pian piano lo stato d’animo che comunicava con gli occhi e lo sguardo.
Uno degli ultimi autoritratti è quello che Vincent Van Gogh realizza poco prima di morire e che dona a suo fratello Theo; è possibile ammirarlo nel Musée d’Orsay e a Parigi.
L’ opera è stata realizzata nel settembre del 1889, nel luglio del 1890 Van Gogh si suiciderà.
Durante le ultime settimane di vita Van Gogh realizzò molti dipinti, ma nessun autoritratto, probabilmente perché non era concentrato su se stesso ma su ciò che lo circondava e in particolare sulla natura.
“In quanto a me, sono totalmente preso da questa infinita distesa di campi di grano su uno sfondo di colline, grande come il mare, dai colori delicati, gialli, verdi, il viola pallido di un terreno sarchiato e arato, regolarmente chiazzato dal verde delle pianticelle di patate in fiore: tutto sotto un ciclo tenue, nei toni azzurri, bianchi, rosa, violetti. Sono completamente in una condizione di calma persino eccessiva, proprio nello stato che occorre per dipingere ciò”
– Van Gogh. Auvers-sur-Oise, luglio 1890.
Dietro ogni autoritratto di Van Gogh quindi, sembra nascondersi una storia e nel 2022 avremo probabilmente modo di conoscerle tutte grazie ad una mostra che si terrà a Londra.
La Courtauld Gallery infatti, ospiterà la prima mostra in assoluto interamente dedicata agli autoritratti di Vincent van Gogh dal 3 febbraio all’8 maggio ed esporrà oltre quindici autoritratti che l’artista olandese realizzò nel corso della sua prolifica carriera.
“Questa sarà la prima volta che l’intero arco dell’autoritratto di Gogh è stato esplorato in una mostra”
ha detto in una nota il direttore la galleria, che riaprirà a novembre dopo una ristrutturazione.
“Un’eccezionale selezione di oltre 15 autoritratti sarà riunita per tracciare l’evoluzione dell’autorappresentazione di Van Gogh… Diverse opere in mostra sono state insieme per l’ultima volta nello studio di Gogh e non sono mai state riunite, fino ad ora.”
Partendo dall’iconico Autoritratto con orecchio bendato, tra le opere più celebri della collezione del museo, l’esposizione riunirà circa la metà degli autoritratti realizzati da van Gogh, molti dei quali raramente in prestito; in mostra anche Autoritratto con tavolozza, dipinto al manicomio di Saint-Rémy-de-Provence nel settembre 1889 e l’ Autoritratto con cappello di feltro scuro, il primo dipinto dall’artista nel 1886 a Parigi.
Molte opere arriveranno dai più importanti musei del mondo: dal Van Gogh Museum, dal Rijksmuseum di Amsterdam, dall’Art Istitute di Chicago, dal Detroit Institute of Arts, dalla National Gallery di Washington, dal Musée d’Orsay di Parigi e dalla National Gallery di Londra; l’ Autoritratto con orecchio bendato arriverà invece da una collezione privata.
La mostra sarà allestita nelle nuove Denise Coates Exhibition Galleries, all’ultimo piano della Somerset House e sarà curata da Karen Serres e sarà pubblicato un catalogo illustrato con saggi di esperti internazionali che presenterà le nuove ricerche e le schede dettagliate di ciascuna delle opere in mostra.