Diamo uno sguardo a quali sono le 28 città candidate alla Capitale Italiana della Cultura 2022, di seguito elencate in ordine alfabetico: 1. Ancona (Marche), 2. Arezzo (Toscana), 3. Arpino (Frosinone, Lazio), 4. Bari (Puglia), 5. Carbonaia (Sardegna), 6. Castellammare di Stabia (Napoli, Campania), 7. Cerveteri (Roma, Lazio), 8. Fano (Pescara e Urbino, Marche), 9. Isernia (Molise), 10. L’Aquila (Abruzzo), 11. Modica (libero consorzio comunale di Ragusa, Sicilia), 12. Molfetta (Bari, Puglia), 13. Padula (Salerno, Campania), 14. Palma di Montechiaro (Agrigento, Sicilia), 15. Pieve di Soligo (Treviso, Veneto), 16. Pisa (Toscana), 17. Procida (Napoli, Campania), 18. San Severo (Foggia, Puglia), 19. Scicli (Ragusa, Sicilia), 20. Taranto (Puglia), 21. Trani (Barletta-Andria-Trani, Puglia), 22. Trapani (Sicilia), 23. Troppe (Vibo Valentia, Calabria), 24. Venosa (Potenza, Basilicata), 25. Verbania (Verbano-Cusio-Ossolo, Piemonte), 26. Verona (Veneto), 27. Vigevano (Pavia, Lombardia), 28. Volterra (Pisa, Toscana).
Le città candidate a Capitale Italiana della Cultura 2022 sono quelle che si erano già proposte per il 2021, annullata a causa del covid19. Il 12 Ottobre verranno rese note le 10 città finaliste, il 12 Novembre ci sarà la proclamazione della vincitrice. Il premio viene assegnato dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo. La città designata come Capitale Italiana della Cultura, per il periodo di un anno, avrà la possibilità di farsi conoscere e promuovere i propri beni culturali e paesaggistici. Questa iniziativa è volta principalmente alla valorizzazione del territorio e dei servizi rivolti ai turisti.
Capitale Italiana della Cultura 2022: le origini.
L’idea di istituire il concorso a Capitale Italiana della Cultura è nata a seguito di quello a Capitale Europea della Cultura del 2014, anno in cui Matera viene designata come Capitale Europea della Cultura per il 2019.
La Capitale Europea della Cultura è designata dall’Unione europea, concepita per avvicinare i cittadini europei. Nasce nel 1985 dal Consiglio dei ministri in Grecia con il nome di Città Europea della Cultura, in quell’anno vinta non a caso da Atene. Da allora l’iniziativa ha avuto un grande seguito e dal 1999 prende il nome di Capitale Europea della Cultura. Diverse città europee hanno potuto sfruttare questo periodo per avere più visibilità ed arricchire il proprio panorama culturale.
La Capitale Italiana della Cultura è l’equivalente nazionale del progetto europeo, istituita nel 2014 con il decreto cultura. Le prime città ad avere questo conferimento sono state le stesse che, insieme a Matera, avevano partecipato al progetto europeo.
In questo breve elenco troviamo la Capitale Italiana della Cultura negli anni: 2015. Cagliari, Lecce, Perugia, Ravenna e Siena, 2016. Mantova, 2017. Pistoia, 2018. Palermo, 2019, non assegnata perché Mantova è già Capitale Europea della Cultura, 2020/21. Parma. Bergamo e Brescia sono già state nominate per il 2023.
Il premio di Capitale Italiana della Cultura viene assegnato dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo. Lo scopo di questa iniziativa è di favorire ed incrementare lo sviluppo culturale delle città e del territorio, valorizzare i beni paesaggistici e culturali, incoraggiare alla riqualificazione urbana, migliorare ed ottimizzare i servizi turistici.
Le città che desiderano candidarsi al titolo di Capitale Italiana della Cultura, devono partecipare ad un bando di concorso presentando un dossier di candidatura. In questo documento il sindaco deve stilare una lista dei miglioramenti che intende apportare durante il periodo di un anno a sua disposizione. Il bando di concorso è facilmente reperibile online. Le richieste di candidatura, una volta ricevute, vengono valutate da una commissione e successivamente inserite nella lista delle partecipanti. Dopo aver assegnato il titolo di Capitale Italiana della Cultura, il governo stanzia un finanziamento da impiegarsi per realizzare almeno uno dei progetti inseriti nel proprio programma.
Le parole di Dario Franceschini, ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, sono incoraggianti:
“In tutte le sue edizioni la Capitale della Cultura ha innescato meccanismi virtuosi tra le realtà economiche e sociali dei territori. Non è un concorso di bellezza, viene premiata la città che riesce a sviluppare il progetto culturale più coinvolgente, più aperto, innovativo e trasversale”.