Maggio è vicino e noi siamo tutti in trepida attesa della 58esima stagione della Fondazione Inda. Oggi ti farò conoscere da vicino i protagonisti e qualche approfondimento sull’opera che metteranno in scena. Laura Marinoni sarà Medea, mentre Alessandro Albertin sarà Prometeo.
Fondazione Inda: Laura Marinoni in Medea di Euripide
Laura Marinoni va in scena con Medea, per la regia di Federico Tiezzi e la traduzione di Massimo Fusillo. L’attrice ha già partecipato alle precedenti stagioni della Fondazione Inda, interpretando Io nel 2002, Andromaca nel 2011, Giocasta nel 2013, Elena nel 2019, Clitennestra nel 2021 e nel 2022.
Lo spettacolo andrà in scena dal 12 maggio al 24 giugno. Medea di Euripide è stato rappresentato al Teatro greco di Siracusa per sei volte. La prima nel 1927, con la direzione artistica e la traduzione di Ettore Romagnoli e la scenografia e i costumi di Duilio Cambellotti, poi nel 1958, poi nel 1972 regia di Enriquez con le scene e i costumi di Emanuele Luzzati, nel 1996, nel 2004 e infine nel 2009 con Elisabetta Pozzi.
Il mito di Medea è legato a quello degli Argonauti che nella Colchide rubarono il vello d’oro grazie all’aiuto della donna. Medea è dunque un personaggio che tradisce la sua terra, suo padre e suo fratello, ma successivamente viene tradita.
Ed è proprio da questo tradimento che parte la tragedia di Euripide. Medea apprende delle nuove nozze di Giasone con Glauce la figlia di Creonte, re di Corinto. La donna è dunque costretta ad andare esule con i suoi figli, ma con un astuto piano, attraverso il quale sfrutta la sua conoscenza dei veleni e delle pozioni magiche, uccide la futura moglie di Giasone, per mezzo di un prezioso peplo nuziale intriso di potenti veleni che le verranno recati in dono dai figli di Medea e Giasone.
Per l’effetto di questi veleni, la giovane principessa morirà insieme a suo padre Creonte in un incendio che scaturirà, non appena ella indosserà il peplo.
Nel frattempo Medea che si era già assicurata un rifugio presso il re di Atene Egeo, dovrà compiere la parte più tragica del suo piano. Uccidere i suoi figli per punire Giasone e per privarlo di una discendenza. Le donne di Corinto cercheranno invano di dissuaderla dal crudele progetto, ma dopo un accorato monologo, la protagonista compirà il gesto (fuori dal palco e si sentiranno solo le urla strazianti dei figli e il pianto del coro) e di fronte alle lacrime di Giasone fuggirà sul carro del Sole, il dio dal quale discende.
Medea è un personaggio molto complesso. Dal mito iniziale è stato trasmesso nella storia e nell’iconografia, il personaggio di donna avventuriera, appassionata, innamorata, donna sola senza più una patria, che ha tradito e perso la sua famiglia di origine, strega e donna criminale e una madre assassina. Nella letteratura greca è sia vittima che carnefice.
Nella letteratura latina soprattutto in Seneca, prevale la sua ferocia e l’uso della spada, al punto da mostrare in scena l’infanticidio.
Le diverse produzioni teatrali negli anni hanno messo in luce sia l’aspetto psicologico di Medea, molto forte e pieno di sfumature, sia l’aspetto sociale di donna emarginata, diversa e vittima del sistema.
Nel cinema invece Lars Von Trier evidenzia anche il tema dell’abuso di potere da parte dell’uomo, che il regista prende direttamente da Euripide. In un primo monologo di Medea infatti, la donna denuncia la condizione femminile.
Fondazione Inda: Alessandro Albertin ne Il Prometeo incatenato
Alessandro Albertin al suo primo debutto al Teatro greco di Siracusa, sarà Prometeo, nell’opera di Eschilo, Il Prometeo incatenato. Lo spettacolo debutterà l’11 maggio e rimarrà in scena fino al 4 giugno. La regia è di Leo Muscati e la traduzione di Roberto Vecchioni.
Il cantautore afferma che la parte più bella del Prometeo incatenato, che ha tradotto per prima è stata quella in cui il protagonista racconta il motivo che lo porta ad amare gli uomini. Per Vecchioni Prometeo è dunque un “eroe culturale” e “civilizzatore”.
All’inizio del Prometeo, il personaggio afferma:
“Io ho tolto agli uomini la paura della morte”
“Ho immesso nei loro cuori speranze cieche”
https://www.youtube.com/watch?v=37h5rT1J9Nw
Vecchioni sostiene che le “speranze cieche”, sono tutti pensieri come il lavoro, gli hobby, l’amicizia, l’amore che allontanano l’uomo dal pensiero della morte. Il Prometeo ci dà inoltre la sensazione che il potere influisca sul sentimento religioso. Eschilo rappresenta l’essenza della democrazia ateniese, ma contrappone la giustizia piena di amore di Prometeo, a quella interessata di Zeus.
Infatti il dio del fuoco, Efesto, aveva ricevuto da Zeus l’incarico di inchiodare a una roccia della Scizia (tra Polonia, Kazakistan, e Ucraina sudorientale ) Prometeo, sotto la supervisione di Cratos (Potere) e Bia (Forza), poiché l’eroe deve essere punito per aver avuto l’ardire di sfidare Zeus e gli Dei, donando agli uomini il fuoco.
Al coro delle Oceanine, Prometeo racconta di avere prima aiutato Zeus contro i Titani ribelli, di cui faceva parte, poi di essere passato dalla parte degli uomini. Arriva in volo Oceano, parente e amico di Prometeo , per indurlo a piegarsi a Zeus, ma senza successo.
La vicenda di Io, trasformata in vacca e perseguitata da un tafano diventa centrale. Prometeo sa che Io darà alla luce un figlio dalla cui discendenza e dopo molte generazioni nascerà Eracle, ma non dirà nulla. Ermes inutilmente cercherà di carpire il segreto di Prometeo, ma quest’ultimo verrà sprofondato nelle viscere della terra.
Il cantautore sostiene di aver umanizzato il più possibile Prometeo, rendendolo un abile politico e un uomo pieno di una rabbia giusta.
Il Professor Paduano afferma che il Prometeo affronta la riflessione religiosa e sull’ordinamento del mondo. Sottolinea infatti il richiamo alla Crocifissione nella scena in cui Prometeo viene inchiodato sulla montagna. In entrambi i casi sia Prometeo che Cristo soffrono per gli uomini.
Cristo soffre in quanto uomo, Prometeo è però un dio che è coinvolto nel potere, ma è confinato nell’impotenza e nell’insofferenza perché ha sfidato gli dei e il potere e ha aiutato gli uomini.
Il regista Leo Muscato sottolinea invece che Il Prometeo incatenato, testo che genera molte domande sottolinea il rapporto, oggi fortemente attuale tra l’uomo, la tecnica e la natura.
Per prenotazioni e informazioni vai sul sito della Fondazione Inda.