Il Presidente del Consiglio Mario Draghi ha annunciato le nuove aperture del 26 aprile, giorno in cui molte Regioni d’Italia ritorneranno zone gialle e di conseguenza le porte dei musei e dei teatri si riapriranno al pubblico.
“Questi provvedimenti rispondono al disagio delle categorie, di tanti operatori, famiglie, ragazzi e in questo senso portano una maggiore serenità nel paese, portano le basi per un rilancio nell’economia. Avremo un rimbalzo molto forte nei prossimi mesi e poi dovremmo attestarci su un sentiero, su un livello di crescita che ci permetta di uscire dall’alto rapporto debito/PIL. Il rimbalzo è certo, non è sicuro quanto sarà forte, quello su cui però dobbiamo lavorare nella sfida più importante è assicurare che nella ripresa dei prossimi mesi continueremo a crescere, a mantenere alto il livello dell’occupazione, e a crescere nella misura necessaria per tornare ad essere un paese che cresce”
Questo è quanto ha dichiarato Mario Draghi. Ma quali saranno i provvedimenti adottati per le prossime aperture del 26 aprile?
Aperture del 26 aprile
Dal 26 aprile sarà possibile andare al ristorante anche la sera, ma si potrà solo consumare con i tavoli all’aperto e rimarrà in vigore il coprifuoco fino alle 22.
Dal 3 maggio torneranno a scuola tutti gli studenti, anche quelli delle scuole superiori che finora si sono alternati tra la DID e la DAD. Dal 15 maggio verranno riaperte le piscine all’aperto, dal 1 giugno le palestre, dal 1 luglio l’attività fieristica.
Aperture del 26 aprile: gli spettacoli dal vivo
Qualche giorno fa il Ministro dei Beni culturali Franceschini è intervenuto al Teatro Globe occupato dal 14 aprile e ha manifestato la sua solidarietà verso le maestranze e i lavoratori dello spettacolo.
“Stiamo lavorando per garantire un’apertura massima possibile” ha dichiarato il Ministro dei Beni culturali.
E’ prevista anche la riapertura di cinema, teatri, concerti e musei, ma con numeri più grandi: 500 persone al chiuso e 1000 all’aperto. Il Ministro Franceschini ha chiesto e ottenuto dal CTS un aumento del pubblico ammissibile passando dal 25% al 50% dei posti occupabili in sala. Dai 200 spettatori si passa ai 500, mentre per gli spazi aperti dai 400 spettatori si passa ai 1000.
Le dure parole di Ascanio Celestini hanno esemplificato tutte le difficoltà di un settore che non ha mai avuto una regolamentazione idonea e che è stato fortemente provato dalla pandemia:
“Ci si è occupati dei teatri come delle aziende che inquinano e che non è possibile mettere a norma. Non si è fatto il lavoro che serviva e quindi ci ritroveremo a riaprire questi spazi con tutti i problemi che c’erano prima più quelli che si sono aggravati nel corso del tempo”
Nonostante le aperture i problemi restano. Le criticità sono infatti date dalla diversità di ogni singolo spazio e dal coprifuoco delle 22, ma soprattutto dalla mancanza di una vera e propria riforma del settore dello spettacolo, aspetto che è stato messo in luce proprio ieri nella manifestazione a Roma, a Piazza del Popolo, “Bauli in Piazza”.
Sabato 17 aprile, 1000 Bauli ai piedi del Pincio e tanti operatori vestiti di nero con una maschera sul volto, simbolo dell’anonimato nel quale sono stati lasciati dalla politica, hanno fatto sentire la loro voce e hanno ricevuto la solidarietà di Renato Zero, Max Gazzè, Fiorella Mannoia, Daniele Silvestri, Manuel Agnelli, Emma, Diodato, Alessandra Amoroso.
Aperture del 26 aprile e richieste nel corso della manifestazione “Bauli in Piazza”
Le aperture del 26 aprile convincono poco i lavoratori dello spettacolo. Se non si riparte con una precisa riforma del settore dello spettacolo si rischia di ricominciare a lavorare tra mille incertezze e con il rischio di chiudere di nuovo.
L’obiettivo del movimento Bauli in Piazza è infatti quello di “Ribadire l’urgenza di un sostegno strutturale e continuativo alle imprese e soprattutto ai lavoratori e alle lavoratrici dello spettacolo, molti dei quali sono autonomi e atipici”.
Su questa base, la manifestazione Bauli in Piazza, organizzata dall’Aps e moderata da Maura Gancitano e Andrea Colamedici di Tlon, scuola permanente di filosofia e immaginazione con la quali Bauli in Piazza collabora, elabora le seguenti richieste:
- Immediata istituzione di un fondo da erogare in soluzioni mensili a tutte le lavoratrici e i lavoratori dello spettacolo ed eventi, sia discontinui che partite iva, che coprano il periodo gennaio-dicembre 2021, al fine di garantire una soglia minima di continuità del reddito.
- Immediato sostegno economico per le imprese della filiera il cui fatturato annuo è legato allo svolgimento di spettacoli ed eventi.
- Immediata calendarizzazione di un tavolo interministeriale che imposti dei modelli graduali di ripartenza del settore.
- Immediata calendarizzazione di un tavolo interministeriale che affronti la questione della riforma del settore con particolare riferimento alla previdenza e all’assistenza dei lavoratori e delle lavoratrici dello spettacolo.
Questa manifestazione si inserisce in una campagna di comunicazione internazionale promossa da We make events, nata in Inghilterra e sostenuta da artisti come Mike Jagger, con lo scopo di dare voce e visibilità al settore.
L’iniziativa BIO Bauli in Piazza-We Make Events Italia è nata il 10 ottobre 2020 in Piazza Duomo a Milano. Per la prima volta i lavoratori e le lavoratrici dello spettacolo, insieme ai rappresentanti delle imprese operanti nel settore, hanno chiesto alle istituzioni di poter essere ascoltati. 1300 operatori e 500 bauli con lo slogan “Un unico settore, Un Unico Futuro”.
Per approfondimenti su Bauli in Piazza-We Make events Italia potete andare sulle seguenti pagine:
Le aperture del 26 aprile e il progetto dell’aumento della capienza ottenuto dal Ministro Franceschini costituiscono un segnale di apertura verso un settore che per anni ha vissuto nella precarietà, ma la strada sarà ancora lunga.