Sta per essere ufficialmente lanciata a livello globale l’Apple Music Classical, nuova nata alla corte della mela morsicata.
Il lancio ufficiale è previsto per il 28 marzo ma non si conoscono ancora i dettagli della presentazione, come da cliché ad Apple Park.
E’ possibile però find’ora procedere all’acquisizione dell’App Apple Music Classical sul proprio dispositivo andando su direttamente, neanche a dirlo, nell’app store ed avrai il mondo della musica classica ai tuoi piedi.
Un app che promette di collocarsi a livello mondiale come punto di riferimento in tema musica classica per un comfort d’ascolto senza eguali.
Tutto questo ha naturalmente un costo e non dei più abbordabili se consideriamo l’offerta concorrente, sebbene nessuno in effetti ancora sia riuscito come Apple Music classical ad offrire tanto contenuto.
Le tariffe per poter usufruire dell’intero parco musicale varieranno da nazione a nazione anche all’interno della stessa Europa ma si vocifera già di abbonamenti per famiglie, tariffe dedicate per gli studenti e formule più o meno accattivanti per convincere proprio tutti.
Gli amanti del genere già gongolano al pensiero di poter avere a portata di click tutta la musica classica mai prodotta.
A tal proposito sembra verosimilmente probabile che il target principale della nuova offerta di Apple sarà costituito da persone che in passato hanno utilizzato servizi di streaming specializzati come Qobuz, Idagio o Naxos Music Library per ascoltare musica classica in alta qualità.
A rassicurazione per questa ampia fetta di utenti, l’azienda della silicon Valley, ha fatto sapere che offrirà i contenuti nella massima modalità di qualità disponibile.
Si parla, per gli esperti, di Hi-Res Lossless con una risoluzione massima di 192 kHz/24 bit. Inoltre, saranno disponibili opere in formato Spatial Audio.
Tutto questo consentirà di avere il piacevole effetto di ascoltare la musica come se si fosse seduti in una sala da concerto canonica, sensazione questa ancora più accentuata con i brani classici proposti da Apple Music classical rispetto a quelli pop fanno sapere da Apple Park.
Va detto però che tutto sommato, anche con una radiolina da passeggio anni ’80, un Beethoven & co ha decisamente e sempre la meglio sul qualsivoglia famoso rapper di turno o sul tormentone dell’estate a prescindere quindi dalla qualità audio.
Lasciamo quindi questa terminologia spicciola a chi non ha argomenti e sottolineiamo ancora una volta come davvero e senza orpelli Apple Music Classical sia ormai realtà per ciò che riguarda le nuove frontiere dell’ascolto e questo non può che far ben sperare.
Magari l’idea che tanta tecnologia diventerà di uso comune a brevissimo ed in più forme d’arte, potrebbe sapientemente, o almeno ce lo auguriamo, spingere gli addetti ai lavori a strutturare in modo sempre più professionale ogni tipo di proposta visto che non ci sarà più pericolo che a veicolare il tutto non saranno più le famose radioline o similari ovviamente, di cui sopra.
Apple Music classical nuova frontiera del suono
Secondo Apple, la libreria di musica classica dovrebbe essere facilmente ricercabile attraverso l’idea di una ricerca ottimizzata.
Infatti è stato ritenuto fondamentale per questo segmento musicale ed i suoi utenti poter effettuare ricerche diverse rispetto ad altri generi e tutto questo in Apple music classical c’è.
Grazie a metadati completi e accurati, sarà quindi possibile trovare brani di specifici direttori o orchestre.
Nelle opere classiche più estese invece dovrebbe essere possibile cercare anche i singoli movimenti con un notevole aiuto per chi è alla ricerca di elementi specifici.
Inoltre, fanno sapere da Cupertino che ci sono migliaia di annotazioni editoriali, come biografie di compositori, descrizioni di opere importanti e altro ancora, elementi questi molto utili ai fini didattici di tutti i livelli finanche di ricerca.
Apple è tutt’ora alla ricerca di rapporti di collaborazione con le più prestigiose istituzioni di musica classica del mondo così che gli ascoltatori possano scoprire continuamente contenuti e registrazioni nuovi, unici ed esclusivi.
Che Apple virasse parte dei suoi obiettivi verso la musica classica era stato preannunciato da qualche voce più attenta delle altre che aveva visto nella recente acquisizione da parte del colosso americano della Primephonic, servizio di streaming specializzato in musica classica, nell’agosto del 2021.
Apple Music contava circa 88 milioni di abbonati paganti. Spotify ha recentemente registrato circa 205 milioni di persone con un abbonamento a pagamento.
È improbabile che Apple riesca a colmare questo divario con la sua offerta per gli appassionati di musica classica. Ma renderà l’abbonamento ad Apple Music più interessante per alcuni gruppi target. Chi oggi paga Spotify, ad esempio, e spende altri 13 franchi al mese (dieci euro in Germania o Austria) per Idagio, potrebbe considerare di passare ad Apple Music in futuro.
Soprattutto perché le funzioni annunciate hanno il potenziale per creare una comunità di musica classica.
E che dire di un’app per gli utenti Android? Beh, al momento non è ancora disponibile, ma dovrebbe arrivare presto. Ciò che non sarà disponibile, almeno per il momento, è la possibilità di scaricare musica. Manca anche un’applicazione separata per l’iPad.
In un breve video introduttivo l’azienda di Tim Cook definisce l’app “a new dawn in classical music”. Sicuramente questa operazione fa bene a tutto il “mondo classica”.
Le persone che utilizzano prodotti Apple sono prevalentemente giovani, grandi consumatori di musica e pieni di curiosità, per i quali la piattaforma propone una serie di playlist capaci di intercettare i loro gusti.
Anche il mondo discografico, ancora troppo legato al disco fisico e ai tanti costi, può trarne benefici. Non solo. C’è la possibilità che aumentino gli spazi per nuovi e promettenti progetti.
Apple pare stia già facendo accordi con artisti di musica classica e istituzioni musicali per offrire contenuti e registrazioni esclusive.
Bisogna capire se l’azienda vuole lanciarsi stabilmente anche nel mondo della produzione approcciandosi con la stessa strategia usata per Apple TV: produrre poco a livello quantitativo ma di altissimo livello qualitativo.
L’avvento di questa nuova piattaforma è una buona notizia anche per le grandi istituzioni musicali. La possibilità di ascoltare facilmente molta musica classica crea le condizioni per un aumento del pubblico che frequenta i teatri; migliora la cultura musicale di base e potrebbe ringiovanire le vetuste platee dei nostri concerti. Forse è la volta buona.