Il 18 dicembre è stata inaugurata, presso la Galleria De Bonis a Reggio Emilia, la mostra dell’artista Fausto Pirandello dal titolo Poesia della cruda realtà. Tale galleria è da sempre stata un importante punto di riferimento degli artisti del 900 come Renato Guttuso.
Conosciamo Fausto Pirandello come figlio dello scrittore e Premio Nobel Luigi Pirandello. La mostra raccoglie oltre 20 opere dell’artista siciliano che ne illustrano l’intero percorso artistico.
Fausto Pirandello: il percorso espositivo e la storia
Tra le opere più importanti del percorso espositivo troviamo Tetti di Roma, Nature morte, Bagnanti. I Tetti di Roma viene considerato come un atto d’amore verso la capitale e l’uso sapiente dei colori caldi dà la sensazione di essere avvolti in un vento di scirocco.
Emerge quindi la dimensione materica della pittura di Fausto Pirandello, nonchè la sua capacità di essere tragico o ironico e in equilibrio tra realismo e simbolismo.
Suo padre Luigi lo mandò a studiare con lo scultore Ettore Ximenes, ma il giovane Fausto abbandonò per dedicarsi al disegno. Seguì i corsi dell’incisore Sigmund Lipinsky, successivamente nel 1922 seguì un corso di pittura muovendosi tra Roma e Anticoli Corrado ed insieme ad Emanuele Cavalli e Giuseppe Capogrossi formarono la “Scuola romana”.
Nel 1925 esordì alla Biennale romana con Bagnanti, opera profondamente rappresentativa dell’artista, che guardava al geometrismo delle forme fino a lasciare poi sempre più spazio alle sole linee costruttive. Una pittura che non solo mette a nudo la carne, ma anche l’intimo dolore dei corpi.
Nel 1928 si recò a Parigi, dove studiò la pittura degli “Italiens de Paris” e dei surrealisti e incontrò Pablo Picasso, il cui influsso, insieme a quello degli espressionisti tedeschi, fu decisivo per la sua opera.
Nel 1930 rientrò in Italia e presso la “Galleria di Roma” tenne la sua prima personale. Negli anni successivi realizzò altre importanti opere come Interno di mattina e Scala. Quest’ultima entrò a far parte della Biennale di Venezia del 1934.
Nel 1935 partecipò a “II Quadriennale d’Arte Nazionale” a Roma, dove presentò La pioggia d’oro, presente a Roma presso la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Il bagno. Il pittore ottenne il terzo posto.
Dopo la morte del padre Luigi, avvenuta nel 1936, Fausto Pirandello trovò una sua dimensione più matura, in quanto tentò una fusione tra la pittura antica e il 900. Appartengono a questo periodo Siccità, (conservata alla Galleria Nazionale d’arte moderna) e La Tempesta.
Negli anni del secondo dopoguerra rifiutò le avanguardie americane e approfondì il Cubismo. Nel 1947 ottenne un importante riconoscimento come accademico di merito all’Accademia di San Luca.
Gli anni 50 furono per lui un periodo di grande creatività. Dopo il 1956, durante una crisi personale, sperimentò per un breve periodo l’astrattismo e poi ritornò alla figurazione. Con l’aggravarsi delle sue condizioni di salute lasciò i colori ad olio e si concentrò sulla tecnica del pastello. Morì il 30 novembre 1975.
L’esposizione, con ingresso gratuito, sarà visitabile fino al 29 gennaio 2022, dal martedì al sabato con orario 10.00-13.00 e 16.00-19.00, il giovedì dalle 10.00 alle 13.00; chiusura prevista per le festività 24-27 dicembre, 31 dicembre – 3 gennaio, 6 gennaio compresi. Per informazioni telefonare allo 0522 580605, cell. 338 3731881, oppure mandare una mail a info@galleriadebonis.com e consultare il sito www.galleriadebonis.com.