Se pensi di conoscere già ogni angolo affascinante della Toscana, preparati a ricrederti. Stavolta ti portiamo nel cuore della provincia di Firenze, in un luogo che sembra uscito da Le Mille e una Notte ma che affonda le sue radici nella storia italiana: il Castello di Sammezzano, un vero e proprio gioiello dell’eclettismo moresco, tanto spettacolare quanto dimenticato.
Un castello fuori dal tempo (e fuori rotta)
Situato a Leccio, nel comune di Reggello, questo castello non ha nulla a che vedere con le classiche fortezze medievali toscane. Sammezzano è un mondo a parte: un’esplosione di stucchi, cupole, arabeschi e geometrie coloratissime, frutto dell’estro visionario del marchese Ferdinando Panciatichi Ximenes d’Aragona, che tra il 1853 e il 1889 trasformò una villa rinascimentale in una residenza esotica fuori scala.
Il suo obiettivo? Dare corpo a un ideale estetico che unisse Oriente e Occidente, storia e fantasia, scienza e simbolismo. E ci riuscì: ogni stanza è un viaggio, ogni dettaglio un racconto. Il tutto in una Toscana ottocentesca che non era affatto pronta per qualcosa del genere.
365 stanze, una per ogni giorno dell’anno?

È una delle leggende che circolano più spesso su Sammezzano, ma non ci sono conferme ufficiali che il numero esatto delle stanze corrisponda davvero a 365. Quello che è certo, però, è che l’interno è un labirinto di meraviglie: la Sala dei Pavoni, forse la più fotografata, sembra una visione psichedelica. La Sala Bianca, con i suoi giochi di luce e motivi arabeggianti, è un tributo all’arte islamica reinterpretata secondo il gusto europeo dell’Ottocento.
Molti spazi, purtroppo, oggi sono chiusi al pubblico o in stato di abbandono. Le aperture sono state rarissime negli ultimi anni, spesso organizzate da associazioni culturali o comitati di salvaguardia. Non esiste una visita standard attiva al momento, quindi se stai pensando a una gita, è bene verificare se ci sono aperture straordinarie previste.
Dalla gloria all’oblio (e forse a una rinascita)

Dopo la morte del marchese, il castello ha conosciuto fortune alterne. È stato hotel di lusso, poi centro semidimenticato. Oggi è proprietà privata e il suo stato è oggetto di accesi dibattiti tra chi vorrebbe vederlo restaurato e reso fruibile, e chi teme nuovi usi poco rispettosi del suo valore culturale.
Quel che è certo è che Sammezzano rappresenta un unicum nel panorama architettonico italiano. Non esiste nulla di simile per dimensioni, stile e ambizione visionaria. Eppure, nonostante il suo valore storico e artistico, rimane uno dei castelli meno noti al grande pubblico. Anche per questo l’abbiamo scelto per la nostra rubrica: non è solo una “destinazione sconosciuta” per turisti, ma spesso anche per gli stessi toscani.
Un bosco magico, un parco dimenticato

Oltre al castello, il complesso includeva un vasto parco romantico con piante esotiche, statue, fontane e torri. Molti alberi monumentali sopravvivono ancora oggi – tra cui sequoie e cedri – a testimonianza della visione botanica del marchese. Tuttavia, anche in questo caso, l’accesso al parco non è sempre garantito e dipende dalle stesse aperture saltuarie del castello.
Come visitarlo (quando si può)
Al momento della stesura di questo articolo, non risultano date ufficiali di apertura regolare. In passato, eventi come le Giornate FAI o le iniziative del comitato Save Sammezzano hanno offerto occasioni di visita. Ti consigliamo di seguire i canali di associazioni locali e iniziative di tutela del patrimonio per eventuali aggiornamenti.
Nel frattempo, Sammezzano resta lì: imponente, silenzioso, bellissimo. Un castello che racconta il sogno di un uomo solo e il destino di un intero patrimonio culturale da riscoprire.
Ti piacerebbe visitarlo se riaprisse? Hai mai sentito parlare di Sammezzano prima d’ora? Raccontacelo nei commenti o seguici su Instagram @icrewplay_arte per altre “Destinazioni Sconosciute” da scoprire insieme.