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“L’Infinitamente piccolo”: La vita di San Francesco raccontata dal menestrello Angelo Branduardi

Angelo Branduardi ha interpretato la vita e le azioni di San Francesco d'Assisi, in un album unico e toccante

Caro iCrewer, non hai bisogno di me per ricordarti che oggi, 4 ottobre, si ricorda San Francesco d’Assisi. Vorrei approfittare dell’occasione per ricordare un bellissimo e delicato album, che racconta la storia del Santo che predicava l’umiltà e la semplicità. Parlo dell’album L’Infinitamente piccolo di Angelo Branduardi.

L’infinitamente piccolo: la storia di San Francesco

Molti hanno scritto libri, raccontato i miracoli di San Francesco e cantato, rivisitandola, Il Cantico delle Creature, composto intorno al 1224. Anche alcune canzoni moderne parlano del Santo o contengono riferimenti ad eventi della sua vita, ma nessuna canzone riesce ad eguagliare la bellezza dell’opera scritta da Angelo Branduardi e curata da Luisa Zappa, moglie del maestro.

L’album scritto dal menestrello della musica italiana, è stato pubblicato nel 2000 e contiene 11 tracce che raccontano la storia di San Francesco e si basa sulle fonti francescane.

l'infinitamente piccolo angelo branduardi Le 11 tracce di L’infinitamente piccolo sono:

  1. Il cantico delle creature
  2. Il sultano di Babilonia e la prostituta (cantata con Franco Battiato)
  3. Il lupo di Gubbio
  4. Audite poverelle (con Nuova Compagnia di Canto Popolare)
  5. Divina Commedia, Paradiso, Canto XI
  6. Il trattato dei miracoli
  7. Nelle paludi di Venezia Francesco si fermò per pregare e tutto tacque (con Madredeus)
  8. La regola
  9. La predica della perfetta letizia
  10. La morte di Francesco (con I Muvrini)
  11. Salmo (diretta da Ennio Morricone)

La prima traccia, Il cantico delle creature, non è nient’altro che la versione dell’opera francescana rivista dal cantante lombardo. Il Cantico è una lode a Dio che si snoda con intensità e vigore attraverso le sue opere, divenendo così anche un inno alla vita; è una preghiera permeata da una visione positiva della natura, poiché nel creato è riflessa l’immagine del Creatore.

l'infinitamente piccolo Angelo branduardi

La seconda canzone, intitolata Il sultano di Babilonia e la prostituta, racchiude due avvenimenti legati alla vita del santo. Il primo riguarda il suo viaggio in Egitto, alla corte del Sultano Melek-el-Kamel; il secondo relativo all’incontro con una prostituta. Francesco, non solo converte il Sultano, ma sconvolge (e santifica) la donna che gli si avvicina per sedurlo.

Frate Francesco partì una volta per oltremare
Fino alle terre di Babilonia a predicare
Coi suoi compagni sulla via dei Saracini
Furono presi e bastonati, i poverini
Frate Francesco parlò
E bene predicò
Che il Gran Sultano ascoltò
E molto lo ammirò
Lo liberò dalle catene
Così Francesco partì per Babilonia a predicare
Frate Francesco si fermò per riposare
Ed una donna gli si volle avvicinare
Bello il suo volto ma velenoso il suo cuore
Con il suo corpo lo invitava a peccare
Frate Francesco parlò
Con te io peccherò
Nel fuoco si distese
Le braccia a lei protese
Lei si pentì, si convertì
Così Francesco partì per Babilonia a predicare.

Continua L’infinitamente piccolo di Branduardi, e arriviamo alla canzone Il lupo di Gubbio. Questa canzone narra la storia più famosa del frate francescano, e che ha come un protagonista un famelico lupo. Il lupo era temuto dalla gente del posto, perché, per soddisfare la propria fame, uccideva e divorava persone ed animali.

San Francesco riuscì ad incontrare il lupo, e con delle dolci e ferme parole riuscì a convincere il lupo a smettere di compiere tali azioni. Il frate riuscì a mettere pace tra la comunità e il lupo: gli promette che le persone gli offriranno cibo e in cambio lui la smetterà con i suoi massacri. Il lupo, in segno di  approvazione, lo segue mansueto come un agnello.

Audite poverelle è una laude scritta da Francesco per Chiara e le sue Sorelle. Angelo Branduardi, per la parte corale, si fa aiutare dalla Nuova Compagnia di Canto Popolare. Un canto delicato che invita a non guardate alla vita fora, quella dello spirito è migliora. Ve prego per grande amore che in povertà viviate.

Divina Commedia, Paradiso, Canto XI riprende, come possiamo immaginare dal titolo il canto di Dante Alighieri e in particolare le parole di San Tommaso D’Aquino.

Ne Il trattato dei miracoli, Branduardi racconta i due miracoli compiuti dal Santo:

Un bambino a Capua cadde nel fiume,
alla vita ritornò chè era già morto.
Un giovane di Sessa fu travolto da un muro
Ma Francesco lo svegliò prima dell’alba

Il primo miracoli riguarda un avvenimento accaduto a Capua; resuscitò un fanciullo, che mentre giocava presso la riva del Volturno cadde nel fiume e vi annegò. Il secondo, invece, è accaduto a Sessa Aurunca una casa crollò uccidendo un giovane che era all’interno, i soccorritori lo estrassero dalle macerie senza vita e lo adagiarono su una lettiga. La madre formulò questo voto:

O San Francesco, rendi a questa sventurata il suo caro figlio, ed io cingerò il tuo altare con un filato di argento, lo coprirò con una tovaglia nuova, e circonderò di candele tutta la tua chiesa!

Verso la mezzanotte il giovinetto cominciò a respirare, e prima che spuntasse il giorno tornò completamente alla vita lodando il Signore.

Continua la storia di San Francesco all’interno de L’infinitamente piccolo, e si arriva a Nelle paludi di Venezia Francesco si fermò per pregare e tutto tacque. Il frate, di ritorno da un viaggio in oriente, si fermò a pregare con un altro frate che lo accompagnava. Durante la preghiera, uno stormo di uccelli iniziò a disturbare con il suo gracchiare le preghiere del Santo. San Francesco, gentilmente, chiese agli uccelli di smettere di far rumore e il silenzio sulle paludi calò e nessuno più cantò.

Ed ecco che Branduardi, con La Regola, spiega la regola francescana. Il menestrello canta l’umiltà e la povertà che il Santo di Assisi prodigava.

Come agnelli in mezzo ai lupi ora io vi mangioCon candore di colomba e astuzia di serpenteNon portate borsa, né mantello, né calzariNon portate pane, né bastone, né denari

Lascerete il padre e la madre ed i fratelliLascerete i figli e le vostre case e i campiNon cercate il lusso delle vesti in questo mondoAmatevi l’un l’altro, tra voi ditevi fratelli

Per servire voi veniste polvere in denaroAccogliete nella gioia l’uomo che a voi vengaSia l’amico che il nemico, il ladro ed il briganteNulla vi trattenga, vi divida, vi separi.

Nel testo La profezia della vera letizia, Branduardi descrive cos’è la letizia per San Francesco.

Quando a Santa Maria si arriveràE la porta non si apriràTormentati dalla fameNella pioggia a bagnarci staremo
Affrontare il male senza mormorareCon pazienza e gioia saper sopportareAver vinto su te stessoSappi, questa è la letizia.

Ed eccoci alle ultime due tracce de L’infinitamente piccolo. Sono i due brani che racchiudono la fine e l’inizio di San Francesco. La fine intesa come morte terrena e l’inizio deve intendersi come ricongiungimento al Padre. Inoltre, possiamo andare anche oltre e intendere l’inizio effettivo della diffusione della regola francescana. Ancora oggi, infatti i francescani sono semplici e vivono in povertà.

La morte di Francesco descrive l’istante in cui il frate ha chiuso per sempre gli occhi. Mentre, Salmo, in collaborazione con Ennio Morricone, ho percepito il ringraziamento di San Francesco al Signore che lo ha salvato – Ma tu hai preso la mia mano.

Credo che L’infinitamente piccolo sia una delle più belle opere musicali di Angelo Branduardi.

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