Amore e non amore è un album del 1971 di Lucio Battisti, uscito con l’etichetta Ricordi, il suo quarto album in studio e quello che ha avuto meno successo commerciale. E’ disponibile dal 29 ottobre in Vinile rimasterizzato a 24bit/182KHZ, nella collana Sony Legacy Vinyl Edition. Come abbiamo già visto per i vinili di Fabrizio De Andrè e Lucio Dalla, la pubblicazione si avvale di un libro che contiene approfondimenti sulla lavorazione dell’album.
Per ulteriori informazioni puoi consultare il sito www.legacyrecordings.it.
Lucio Battisti: come nasce Amore e non amore
L’intenzione di Lucio Battisti era quella di creare un concept album dedicato alle varie sfaccettature dell’amore, come già rivela il titolo. A proposito dell’album Mogol afferma:
“Con Amore e non amore basta il titolo: amore e non amore. C’erano due discorsi in contrapposizione: un discorso di amore, che era rappresentato da tutti i brani per l’orchestra, e poi c’era un discorso di non amore, che passa normalmente per amore […] e proprio da questa contrapposizione stridente nasce questo long playing.”
L’album è formato da una serie di inediti tra cui 4 brani cantati che rappresentano il non amore e quattro brani strumentali che rappresentano l’amore.
I brani strumentali, quelli dedicati all’amore, seguono una linea verde ed ecologista e sono composti sia con delle sonorità progressive rock, sia con l’utilizzo dell’orchestra sinfonica. Mogol non volle aggiungere le parole, ma si limitò a scrivere i titoli, molto lunghi e ispirati ad alcuni film di Lina Wertmuller.
Tra questi ricordiamo Seduto sotto un platano con una margherita in bocca guardando il fiume nero macchiato dalla schiuma bianca dei detersivi, 7 agosto di pomeriggio. Fra le lamiere roventi di un cimitero di automobili solo io, silenzioso eppure straordinariamente vivo, Davanti ad un distributore automatico di fiori dell’aeroporto di Bruxelles, anch’io chiuso in una bolla di vetro.
Un discorso a parte merita Una poltrona, un bicchiere di cognac, un televisore, 35 morti ai confini di Israele e Giordania, brano nel quale Battisti interviene solo con dei vocalizzi, mentre gli strumenti procedono in crescendo con pianoforte, chitarra, bassi e sitar sul finale. Mogol e Battisti vogliono sottolineare una situazione paradossale e purtroppo ancora attuale: guardare scene di guerra e di morte comodamente seduti in poltrona. Ci si abitua al dolore nella più completa indifferenza e con un grande senso di incomunicabilità, ulteriormente sottolineata dai vocalizzi di Battisti.
Lucio Battisti e il non amore: l’intraprendenza delle donne e il rovesciamento dei ruoli
I brani cantati, quelli dedicati al non amore, seguono invece un andamento rock, con influenze blues e trattano tematiche inerenti la libertà sessuale di quegli anni.
E’ emblematico Dio mio no, che nel luglio del 1971 fu estratto come singolo. L’uomo sta aspettando la donna. Mogol nel suo testo lo rappresenta come il tipico macho che viene poi messo in crisi dall’intraprendenza della donna, che consumata la cena, si mette il pigiama e prende l’iniziativa per il rapporto sessuale.
«la vedo in pigiama e lei si avvicina. Dio mio no! Cosa fai? Che cosa fai?»
Questa fu la frase incriminata dalla RAI, ma Battisti nel programma di Capodanno Cento di queste notti, prima di eseguire La canzone del sole, improvvisò l’introduzione di Dio mio no, come una provocazione nei confronti della censura.
Supermarket e Se la mia pelle vuoi come Mio Dio No, sono registrate in presa diretta, senza escludere le indicazioni che Battisti dava ai suoi musicisti. In Se la mia pelle vuoi, Battisti utilizza una vocalità blues, mentre in Supermarket, oltre ai virtuosismi di chitarra, cambia la voce interpretando anche il padrone del Supermercato. In quest’ultimo brano Mogol accentua il concetto della sessualità che diventa parte integrante della società dei consumi.
Tra i musicisti che parteciparono a quest’album ricordiamo i componenti della Premiata Forneria Marconi, Dario Baldan Bembo, Alberto Radius, Giorgio “Fico” Piazza.
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