Nel 1824, a Torino veniva inaugurato il Museo Egizio, il più antico al mondo interamente dedicato alla civiltà egizia. Duecento anni dopo, questo straordinario istituto continua a essere un punto di riferimento internazionale, celebrando il suo bicentenario con una serie di importanti interventi di rinnovamento e iniziative culturali.
Le origini del Museo Egizio
La storia del museo inizia con l’acquisizione della collezione di Bernardino Drovetti, console francese in Egitto, che raccolse migliaia di reperti durante i primi anni del XIX secolo. Tra le opere più celebri portate a Torino vi è la statua in granodiorite del faraone Ramesse II e quella di Seti II, affettuosamente soprannominata “Ozymandias”, un riferimento poetico a un antico re egizio.
Inaugurato ufficialmente nel 1824, il museo è stato curato inizialmente da Giulio Cordero di San Quintino, che ne organizzò la prima esposizione, attirando l’attenzione di studiosi come Jean-François Champollion, celebre decifratore dei geroglifici.
Celebrazioni del bicentenario
Per il suo 200° anniversario, il Museo Egizio ha avviato un ambizioso progetto di rinnovamento, curato dallo studio di architettura OMA. Tra gli interventi principali vi sono:
- La creazione della Piazza Egizia, una corte coperta da una spettacolare struttura in vetro che sarà aperta gratuitamente al pubblico.
- Nuove gallerie sotterranee, tra cui un’area dedicata a installazioni digitali immersive, con un filmato sul Nilo che trasporta i visitatori nell’antico paesaggio egizio.
- Una rinnovata Galleria dei Re, dove le statue faraoniche sono state esposte in spazi rivisitati, abbandonando i vecchi specchi in favore di un design moderno e minimalista.
Il valore culturale del Museo Egizio
Con circa 40.000 reperti, il Museo Egizio di Torino è la più grande collezione di antichità egizie al di fuori del Cairo. Tra i tesori più celebri si trovano il Canone Reale di Torino, una lista cronologica dei faraoni, e la collezione completa della tomba di Kha e Merit, scoperta dall’egittologo italiano Ernesto Schiaparelli.
Una visione per il futuro
Il motto scelto per il bicentenario, “La memoria è il nostro futuro”, sottolinea l’importanza di preservare la storia egizia per le generazioni future. Tuttavia, il museo ha anche affrontato questioni legate al passato coloniale, introducendo pannelli esplicativi in arabo e collaborando con artisti contemporanei come Sara Sallam per dare voce alle prospettive egiziane moderne.
Un’esperienza imperdibile
Il Museo Egizio non è solo una celebrazione dell’antico Egitto, ma un ponte tra culture e tempi diversi. Che tu sia appassionato di storia o semplicemente curioso, una visita al museo durante il suo bicentenario offre l’opportunità unica di immergersi in un viaggio senza tempo.
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