Immagina di essere di fronte a un monumento che ha attraversato secoli, guerre e incendi. Notre-Dame di Parigi, un simbolo indiscusso della storia e dell’arte europea, è di nuovo al centro di un acceso dibattito. Ma questa volta non si tratta della ricostruzione della guglia crollata, bensì delle vetrate di sei cappelle sul lato sud della cattedrale. Cosa c’è in gioco? Le finestre, commissionate nel XIX secolo, non sono state danneggiate dall’incendio del 2019, hanno solo bisogno di una pulizia. Allora, perché sostituirle con opere moderne?
Tradizione contro modernità
Nel dicembre 2023, l’arcivescovo di Parigi Laurent Ulrich e il presidente Emmanuel Macron hanno annunciato che queste vetrate storiche sarebbero state sostituite da creazioni contemporanee. Una scelta che ha sollevato immediatamente polemiche tra esperti e storici dell’arte, i quali vedono in questa decisione una violazione delle linee guida sulla tutela del patrimonio culturale. Secondo la Carta di Venezia del 1964, infatti, gli elementi artistici che fanno parte integrante di un monumento non dovrebbero essere rimossi, a meno che non sia indispensabile per la loro conservazione. E allora, perché cambiarle se sono ancora integre?
Ti sei mai chiesto se la modernità può davvero convivere con la tradizione in un luogo come Notre-Dame? O è meglio rispettare la sua storia, preservando ogni singolo dettaglio così com’è?
Macron e la sua visione personale
Non è la prima volta che Macron cerca di imprimere un tocco personale alla ricostruzione di Notre-Dame. Subito dopo l’incendio del 2019, aveva lanciato un concorso internazionale per progettare una guglia moderna, ma le controversie scatenate lo costrinsero a rinunciare all’idea. In seguito, la Commissione Nazionale per il Patrimonio e l’Architettura approvò all’unanimità una ricostruzione identica della guglia progettata da Viollet-Le-Duc.
Tuttavia, lo stesso Macron non sembra voler mollare: nonostante il rifiuto della commissione consultiva, che ha rigettato la sostituzione delle vetrate del XIX secolo, il presidente è determinato ad andare avanti. E non è il solo. Il ministro della Cultura, Rachida Dati, ha convocato una nuova sessione per discutere ulteriori proposte di artisti e vetrai. Tra questi, 110 squadre hanno già presentato i loro progetti, anche se uno dei finalisti, l’artista Pascal Convert, ha deciso di ritirarsi.
Cosa dicono gli esperti?
La critica principale riguarda il fatto che le vetrate progettate da Viollet-Le-Duc, sebbene meno vivaci rispetto a quelle gotiche originali, rappresentano comunque una parte fondamentale della storia architettonica della cattedrale. Viollet-Le-Duc scelse di utilizzare vetrate in “grisaille”, con forme geometriche su vetro traslucido, per creare un’armonia tra finestre, decorazioni murali e arredamento.
Negli anni ‘30, anche altre finestre furono sostituite da opere di artisti moderni, tra cui Pierre Bonnard e Raoul Dufy. Tuttavia, queste creazioni furono aspramente criticate dalla stampa dell’epoca e alla fine rimosse prima della Seconda Guerra Mondiale. Nonostante la controversia, l’idea di sostituire parti di Notre-Dame con opere moderne continua a tornare ciclicamente.
La domanda è: dove si trova il confine tra innovazione e rispetto della storia?
Questo dibattito su Notre-Dame riflette un dilemma più ampio: fino a che punto possiamo spingere la modernizzazione dei nostri monumenti storici? La storia è scolpita nella pietra, ma l’arte evolve, e ogni epoca lascia il proprio segno. Ma è giusto farlo su un edificio che rappresenta così tanto per la cultura mondiale?
E tu, cosa faresti?
La questione è aperta e coinvolge non solo gli esperti, ma anche chi, come te, apprezza il valore dell’arte e del patrimonio storico. Notre-Dame non appartiene solo alla Francia, ma al mondo intero. Cosa pensi che dovrebbe prevalere: la conservazione della storia o l’inserimento di un tocco moderno?
Se ti senti coinvolto da questa storia, perché non prendere parte al dibattito? Potresti firmare petizioni, condividere la tua opinione sui social o, se sei a Parigi, visitare la cattedrale per vedere con i tuoi occhi questo capolavoro in trasformazione. Fai sentire la tua voce: il patrimonio è di tutti noi.