Cari amici filonipponici, sappiamo quanto i giapponesi amino l’Italia. Ma se loro non possono venire qui, è l’Italia che va da loro. Ed è quello che prevede la mostra Pompeii, inaugurata il 14 gennaio 2022, che resterà aperta a Tokyo fino al 3 aprile.
Centosessanta reperti del Museo Archeologico Nazionale di Napoli sono al Tokyo National Museum, il più antico ed importante del paese, che festeggia i 150 anni con il suo primo grande percorso espositivo internazionale dell’era post-Covid.
Pompeii in Giappone con il MANN, nel segno dei vulcani
Un vero viaggio nel tempo, che attraverso i vulcani avvicina due civiltà distanti e diverse. La mostra Pompeii, aperta ufficialmente il 14 gennaio, dopo la prima tappa a Tokyo, fino a dicembre 2022 sarà in tour a Kyoto, Miyagi e Fukuoka.
La mostra è stata accolta benissimo dal popolo nipponico. Nei primi due giorni di apertura del botteghino 3.500 biglietti sono staccati, un dato che meraviglia viste le restrizioni per il Covid e la chiusura al turismo straniero.
L’allestimento Pompeii è inaugurato nella capitale nipponica in una data simbolica: nel 2022, infatti, ricorre il centocinquantesimo anno dalla fondazione del Tokyo National Museum, che è il più antico ed importante museo del paese, specializzato nella tutela e valorizzazione di antichità giapponesi e, più in generale, asiatiche.
Come spiega il direttore del MANN, Paolo Giulierini:
Con il Giappone abbiamo intrapreso un importante viaggio culturale, iniziato ormai due anni fa; l’arte crea ponti tra i popoli e gli esiti finali di questa operazione, che ritengo possa forse essere la più importante nei rapporti tra Giappone ed Italia, sono costituiti da due obiettivi: il restauro del Mosaico di Alessandro, possibile anche grazie al generoso contributo di The Asahi Shimbun, e la realizzazione della grande mostra su Pompei, organizzata da The Asahi Shimbun e NHK.
Questa mostra porta in Giappone reperti provenienti da contesti noti ed intende approfondire settori fondamentali della vita della celebre città vesuviana: passando dalla scoperta, che è stata la fortuna dell’archeologia occidentale, si giunge all’analisi della dimensione quotidiana, che avvicina le sensibilità di popoli, lontani nel tempo e nello spazio, ma pur sempre legati dalla necessità di fronteggiare le avversità della natura.
La mostra è articolata in cinque sezioni:
- L’eruzione del Vesuvio e il seppellimento di Pompei;
- La città di Pompei: architettura pubblica e religione;
- La società pompeiana;
- La prosperità di Pompei;
- Storia degli scavi, oggi e nel passato (Ercolano, Pompei, Stabiae e Somma Vesuviana).
Filo conduttore dell’allestimento, curato, tra gli altri, dal direttore del MANN, Paolo Giulierini, dal noto accademico Masanori Aoyagi, commissario per le attività culturali in Giappone, da Umberto Pappalardo, Rosaria Ciardiello e Kyoko Sengoku Haga, è il legame tra le città (Pompei, Ercolano, Tokyo, Kagoshima) e i vulcani.
Un percorso in collaborazione con il Parco Archeologico di Pompei, che promuove la conoscenza delle antichità vesuviane nel contesto internazionale.
Le storie della città antica di Pompei e del MANN sono indissolubilmente legate – sottolinea Gabriel Zuchtriegel, DG del Parco – E’ nell’ottica di promuovere la conoscenza di questo patrimonio che si muove da sempre la collaborazione tra le Istituzioni del territorio e quelle straniere. Oggi ancora di più a seguito dei recenti rinvenimenti, dagli scavi della Villa di Civita Giuliana a quelli che stanno riportando alla luce intere insule della città antica, gettando una luce nuova sulla storia della città e dei suoi abitanti, e generando uno stupore pari solo a quello che devono aver provato i primi scopritori”.
Realizzata ad hoc per la mostra, in questa ottica, c’è l’esclusiva ricostruzione delle pareti della villa di Cicerone a Pompei, grazie alla combinazione di frammenti di decorazioni parietali, come i famosi satiri funamboli, un progetto firmato dall’archeologa Rosaria Ciardiello e dai fotografi Luciano e Marco Pedicini.