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NotizieAntico Egitto

Tesori nascosti nel Mar Tirreno: una scoperta che riscrive la storia

Relitti greco-romani trovati nel Mar Tirreno: un progetto di ricerca che svela preziosi reperti e la storia delle civiltà mediterranee.

Massimo 8 mesi fa 4
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Immagina di trovarti nel profondo del Mar Tirreno, dove il buio e il silenzio avvolgono antichi segreti custoditi per millenni. Tre incredibili relitti navali, perfettamente conservati, sono appena stati scoperti dai ricercatori dell’Università di Venezia in collaborazione con la Fondazione Azionemare. Questi tesori, risalenti al periodo tra il VI e il I secolo a.C., non solo offrono uno sguardo unico sulle rotte commerciali dell’antichità, ma ci permettono anche di toccare con mano la vita quotidiana delle civiltà greca e romana.

Contenuti
Un viaggio nel tempo sul fondo del Mar TirrenoIl racconto di tre navi e le loro storieUn progetto di ricerca che unisce passato e futuro

Un viaggio nel tempo sul fondo del Mar Tirreno

Cosa penseresti se ti dicessi che esistono navi antiche, complete del loro prezioso carico, nascoste da secoli nei fondali del Mar Tirreno? Sembra la trama di un film, ma è tutto reale. Grazie a tecnologie avanzate, come robot abissali comandati a distanza, i ricercatori italiani hanno esplorato queste imbarcazioni, recuperando reperti straordinari come anfore, ceramiche e persino tegole romane.

Uno dei relitti, situato tra l’Isola d’Elba e Pianosa, si trova a circa 600 metri di profondità. Con l’ausilio di due ROV (veicoli operati da remoto), gli studiosi hanno recuperato una tegola e un’anfora di età romana, perfettamente conservate. Ti sei mai chiesto come potrebbe essere stato il mondo in cui questi oggetti venivano usati quotidianamente? Ogni reperto ci parla di un’epoca lontana, di scambi commerciali, di viaggi pericolosi e di un Mediterraneo che era il crocevia delle civiltà.

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Mar tirreno

Il racconto di tre navi e le loro storie

Le altre due navi si trovano più a nord, tra l’Isola di Gorgona e Capo Corso, a profondità variabili tra i 400 e i 600 metri. Purtroppo, non tutti i relitti hanno avuto la stessa fortuna: l’azione delle reti a strascico ha danneggiato in modo significativo uno degli scafi, mentre l’altro è stato protetto dal tempo, come se il mare stesso volesse conservarne la storia. Grazie a tecniche avanzate di mappatura digitale, i ricercatori sono riusciti a creare modelli tridimensionali delle imbarcazioni e dei loro carichi, permettendoci di “vedere” come erano composte queste antiche navi.

Un progetto di ricerca che unisce passato e futuro

Ma chi c’è dietro a questa scoperta? Il progetto è nato dalla collaborazione tra l’Università Ca’ Foscari di Venezia e la Fondazione Azionemare, un’organizzazione svizzera senza scopo di lucro dedita all’esplorazione subacquea. Guidati dal professor Carlo Beltrame e dalla dottoressa Elisa Costa, insieme all’ingegnere Guido Gay, questi studiosi hanno un obiettivo chiaro: preservare e studiare i reperti per promuovere una maggiore consapevolezza del ricco patrimonio storico e culturale del Mar Mediterraneo.

La passione e la dedizione di questo team multidisciplinare di archeologi, storici e tecnici specializzati si riflette in ogni fase di questa avventura sottomarina. È affascinante pensare a quanto ancora ci sia da scoprire sotto la superficie dei nostri mari. Hai mai pensato a quanti segreti il mare possa ancora custodire?

Se questa storia ti ha appassionato, immagina quanto ancora ci sia da esplorare e scoprire. Condividi questo articolo, lascia un commento e raccontaci cosa ti ha colpito di più. Inoltre, se sei curioso di saperne di più su queste incredibili scoperte, continua a seguirci su iCrewPlay: ti terremo aggiornato su tutte le novità dal mondo dell’archeologia subacquea. Il mare ci parla, sta a noi ascoltarlo.

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