Alle Gallerie dell’Accademia di Venezia è in arrivo dal Kunsthistorisches Museum di Vienna Il Bravo (1520 circa) di Tiziano Vecellio. Sarà esposto dal 24 settembre al 20 gennaio 2022. Il prestito contribuisce ad arricchire il prestigio del museo veneto dopo l’inaugurazione dei nuovi saloni dedicati alla pittura del Seicento e Settecento.
Il Bravo torna alle Gallerie dell’Accademia di Venezia
Il Bravo si inserisce all’interno della sala VIII delle Gallerie, destinata a Giorgione e ai suoi allievi, esposti nel percorso museale nella fase giovanile della loro carriera artistica: Tiziano con l’Arcangelo Gabriele e Tobiolo e Sebastiano del Piombo con le ante d’organo di San Bartolomeo.
Un altro dato da tenere in considerazione è la provenienza dalla collezione dell’avvocato e diplomatico Giovanni Antonio Venier, proprietario di un’importante raccolta che includeva opere quali la Santa Margherita di Raffaello e il Guerriero di Giorgione, attualmente esposte al Kunsthistorisches Museum di Vienna.
La possibilità di poter ammirare all’interno del medesimo centro espositivo non solo il Bravo, ma anche la Tempesta e il Concerto significa offrire uno spunto di riflessione anche sul collezionismo delle famiglie patrizie veneziane dei primi decenni del Cinquecento.
Il Bravo è stato scelto poiché intesse una ricca trama di dialoghi, rimandi e confronti con le opere della collezione permanente e con il contesto artistico della città lagunare che l’ha generato. L’eccezionale prestito è una nuova opportunità di scambio con l’Istituto museale viennese […] – osserva il direttore delle Gallerie dell’Accademia Giulio Manieri Elia.
Il Bravo di Tiziano: descrizione dell’opera
Su uno sfondo scuro si stagliano due figure maschili: quello di destra è di spalle ed è ritratto mentre appoggia una mano sul collo del personaggio a sinistra facendolo girare di scatto. Nell’altra mano, invece, nasconde probabilmente un pugnale di cui, però, si intravede soltanto l’impugnatura. Questo dettaglio lascia pensare ad un presunto agguato.
La scena rappresentata richiama in maniera imprescindibile a Giorgione al quale il dipinto fu più volte attribuito a partire dalla metà del 1600 fino alla fine dell’Ottocento. Il ragazzo che viene attaccato è un giovane dalla folta capigliatura bionda, con una ghirlanda di foglie di vite in testa e il viso in piena luce. Il Bravo è ritratto in una fitta ombra, dalla quale risaltano però la manica di velluto rosso con i tagli tipici dell’epoca e i riflessi brillanti dell’armatura.
La tensione che accompagna la confrontazione violenta è forte e percepibile nel vivace contrapposto, anche cromatico, delle due figure. L’osservatore è coinvolto direttamente come testimone di un attacco imminente.
La violenza è annunciata dal pugnale nella mano dell’aggressore, nell’angolo inferiore destro e si trasmette attraverso il rosso brillante della manica intagliata, sulla vittima, il cui viso illuminato da una luce fredda spicca sul giubbone blu intenso – Francesca Del Torre Scheuch, curatrice della pittura italiana del Rinascimento al Kunsthistorisches Museum di Vienna.
Il ragazzo che viene attaccato presenta una folta capigliatura bionda, con una ghirlanda di foglie di vite in testa ed il viso è raffigurato in piena luce. Il Bravo è ritratto in una fitta ombra, dalla quale però risaltano la manica di velluto rosso con i tagli tipici dell’epoca e i riflessi brillanti dell’armatura.
Il Bravo – interpretazione del quadro
Nel corso degli anni è sempre stata lungamente dibattuta l’interpretazione dell’opera di Tiziano. Molte le ipotesi avallate da studiosi e storici dell’arte. Ma andiamo per gradi. L’aspetto giovanile del ragazzo e la presenza sulla scena delle foglie di vita, potrebbero indurre a pensare alla cattura di Bacco da parte del re di Tebe, Penteo (episodio narrato nelle Baccanti di Euripide e nelle Metamorfosi di Ovidio).