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Lettura: Quando un “falso” diventa capolavoro: Rodin riscoperto su un pianoforte di famiglia
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ArteNotizie

Quando un “falso” diventa capolavoro: Rodin riscoperto su un pianoforte di famiglia

Un Rodin dimenticato sopra un pianoforte viene riscoperto dopo 120 anni e venduto per quasi un milione: la storia incredibile di Le Désespoir.

Massimo 3 settimane fa Commenta! 5
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In una casa qualunque, nel cuore della Francia, sopra un pianoforte tra fotografie di famiglia e oggetti quotidiani, giaceva una scultura considerata da tutti poco più che una copia decorativa. E invece era un Rodin autentico, sparito dai radar del mondo dell’arte da oltre un secolo. Oggi, quella stessa opera – Le Désespoir, scolpita in marmo tra il 1892 e il 1893 – è stata battuta all’asta per quasi un milione di dollari.

Contenuti
Un capolavoro falso dimenticato (e sottovalutato)L’occhio dell’esperto (e la mano del maestro)La bellezza dell’inattesoPerché Le Désespoir colpisce ancora oggiUna vendita con colpo di scena

Un capolavoro falso dimenticato (e sottovalutato)

Succede ancora, di tanto in tanto. Che un’opera d’arte si nasconda sotto i nostri occhi, silenziosa. In questo caso, si trattava di una versione di Le Désespoir di Auguste Rodin, uno dei padri della scultura moderna. Il soggetto – una figura femminile seduta, con una posa raccolta e intensa – era nato per far parte del monumentale progetto de Le Porte dell’Inferno, ispirato alla Divina Commedia.

Di piccole dimensioni (appena 28,5 cm di altezza), il pezzo fu scolpito in marmo dallo stesso Rodin e da un suo assistente fidato. La sua tracciabilità si era persa nel 1906. Da allora, silenzio. Fino al 2024, quando la famiglia che lo possedeva contattò l’esperto d’arte Aymeric Rouillac, con la certezza che fosse solo una copia. Una convinzione che sarebbe presto crollata.

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L’occhio dell’esperto (e la mano del maestro)

Pitture rupestri

Rouillac rimase colpito dai dettagli: la schiena della figura, i muscoli, le vertebre scolpite con una precisione quasi sensuale. Qualcosa non tornava. Così decise di rivolgersi al Comité Rodin, l’istituzione ufficiale che certifica l’autenticità delle opere dell’artista. Lì, Jérôme Le Blay capì subito: non era un’imitazione. Era un Rodin vero, e per di più risalente a uno dei periodi più ispirati del maestro.

Rodin, infatti, dedicò enorme attenzione al marmo proprio in quegli anni, prima che il suo successo lo spingesse a delegare parte della produzione in bronzo a una catena più ampia di assistenti. Questo pezzo, invece, mostrava la qualità e l’attenzione delle sue prime sculture, quando ogni opera era una dichiarazione d’intenti.

La bellezza dell’inatteso

Chopin
Il pianoforte pleyel appartenuto a chopin (museo chopin, parigi, quai d’orléans)

Il fascino di questa vicenda non sta solo nel valore economico – 860.000 euro, il prezzo d’asta finale – ma nel suo potere narrativo. In un mondo in cui l’arte sembra sempre più separata dalla vita quotidiana, qui abbiamo un esempio concreto del contrario: una scultura capolavoro vissuta come oggetto familiare, sopra un pianoforte, tra fotografie e ricordi.

È un monito per collezionisti, eredi e appassionati: l’arte può trovarsi ovunque. Non serve cercarla solo nei musei o nelle grandi gallerie. A volte, è già in casa. Basta saperla guardare.

Perché Le Désespoir colpisce ancora oggi

Il soggetto della scultura – una donna in posa raccolta, disperata ma dignitosa – risuona con forza anche oggi. È una figura vulnerabile, forse stanca, ma piena di grazia. Rodin riusciva a scolpire l’emozione, più che la forma. E questo pezzo lo dimostra.

La sua riscoperta ci parla non solo del valore dell’opera in sé, ma anche del tempo: quello che passa, che dimentica, ma che ogni tanto restituisce qualcosa. Un’opera che torna alla luce dopo 120 anni è un piccolo miracolo culturale. Ed è anche un invito a guardare meglio gli oggetti che ci circondano. Chi sa cosa si nasconde davvero in soffitta?

Una vendita con colpo di scena

Alla fine, l’asta è stata vinta da un giovane banchiere della West Coast americana, evidentemente colpito dalla storia e dalla bellezza dell’opera. Il nuovo proprietario non ha rilasciato dichiarazioni, ma si sa che il pezzo resterà per ora in collezione privata.

Intanto, il mondo dell’arte festeggia questa riemersione inattesa. I marmi di Rodin sono rari, e quasi tutti appartengono a musei come il Musée Rodin di Parigi. Vederne uno tornare alla luce, con tutta la sua carica emotiva e storica, è qualcosa che non accade spesso.

E tu, cosa hai sopra il pianoforte? O in soffitta, o in garage?
Questa storia ci insegna che anche ciò che sembra familiare può nascondere meraviglie.

Ti è piaciuto questo racconto? Scrivici cosa ne pensi e seguici su Instagram per altre storie di arte dimenticata, riscoperte e piccoli miracoli culturali.

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