La nostra redazione ha intervistato Stefano De Martino, Patron del Premio Lunezia, che quest’anno è stato assegnato ai Negramaro con la canzone Ricominciamo tutto.
Quest’anno la scelta non è stata facile, in quanto la rosa di candidati era composta oltre che dai Negramaro, anche da Fiorella Mannoia, Angelina Mango, Mr Rain, BigMama, Loredana Bertè, Dargen D’Amico, i Santi Francesi.
Nella motivazione del Premio, il Patron Stefano De Martino afferma:
Grazia e leggerezza in visita a luoghi interiori ed esteriori del sentimento amoroso, per chiedere di ricominciare, un dilemma nel quale tutti dovremmo ritrovare fede. Un testo dalla perfetta resa formale che troverà sicura alchimia con la musica e la voce del suo leader. Quindi una canzone di prenotata qualità musical-letteraria.
Con il Patron ci siamo dunque addentrati nella canzone come forma d’arte e nella spiegazione della qualità musical-letteraria di un brano.
Stefano De Martino e la nascita del Premio Lunezia
Il Premio Lunezia nacque nel 1996 ad Aulla e venne tenuto a battesimo da Fernanda Pivano. Dal 2011 si trasferì direttamente a Carrara per tre serate finali di luglio. Non è un premio sanremese, ma è sempre stato collaterale alla celebre manifestazione canora. Negli ultimi anni è molto cresciuto l’impatto mediatico.
Il Lunezia pone attenzione ai testi delle canzoni e al loro valore artistico secondo i criteri della Musical-Letterarietà, la cui tesi è stata anche spiegata dal critico Paolo Talanca.
Dal 2001 è stata aggiunta una sezione Nuove proposte diretta da Loredana D’Anghera. Nel 2012 i finalisti del Lunezia Nuove Proposte sono stati promossi da Rai Radio Uno. Nel 2013 l’edizione è stata seguita da Rai Educational e Rai Scuola.
Valore musical letterario della canzone: un’arte orizzontale
Il valore musical letterario della canzone è un intreccio perfetto tra il testo, la musica e l’interpretazione. Poesia e musica costituiscono due facce di una stessa medaglia che devono essere in grado di creare un’alchimia perfetta.
Nell’analizzare un brano si parte dal valore musical-letterario generale, fino a raggiungere un livello più profondo, passando per l’intreccio musical-letterario attraverso il quale si analizzano le due facce della medaglia, poesia e musica, se sono in grado di dialogare bene, se presentano una certa coerenza. Si arriva poi ad un’analisi ancora più approfondita, da addetti ai lavori, attraverso l’atomo musical letterario e l’analisi di piccole parti, come la sillaba se è ben sonorizzata con la nota e se su quest’ultima si appoggia bene una sillaba.
Il Patron ha inoltre presentato un decalogo relativo alla canzone come forma d’arte. E’ ancora sottovalutata, ma può contribuire a migliorare l’umore è in grado di svelare la “vocazione emotiva” di una persona, può creare empatia, attraverso la condivisione delle emozioni con un conseguente miglioramento delle relazioni umane, può influenzare i comportamenti, arricchire il vocabolario, creare neologismi, si può ripetere senza stancarsi mai. Arriva in maniera più diretta rispetto alle altre forme artistiche e può essere interpretata ad ogni livello.
Sul sito del Premio Lunezia puoi trovare valide argomentazioni che spiegano la natura artistica della canzone e ne mettono in evidenza il punto di forza, la capacità di arrivare a tutti senza avere una platea fissa:
la Canzone è un’arte orizzontale, si posa leggera su chiunque la ascolti senza scegliere preventivamente una platea.
Intervista a Stefano De Martino
Quest’anno la scelta del vincitore del Premio Lunezia è stata molto dibattuta, ma poi è caduta sui Negramaro. In sostanza si tratta di una storia di una coppia che si reinventa. Lo scorso anno vinsero i Coma Cose che sono una coppia anche nella vita e nella loro canzone parlano di una loro crisi che li ha portati ad una rottura. Paragonando il valore musicale e letterario di questi due testi ci può dire le condizioni e i contesti in cui sono nate queste scelte artistiche che pur in tempi diversi evidenziano le rotture e le ripartenze come dei veri motori per l’arte e per la vita?
Non avevo mai pensato a questo parallelo, hai fatto bene a dirmelo, ma in realtà si è trattato di un fatto casuale, non abbiamo una particolare inclinazione su questo concetto poetico della ripartenza. Per quanto riguarda i Negramaro ci siamo basati sul valore musical-letterario, che come hai detto tu è il motore emozionale che resta e permette alle persone di fruire di una canzone anche mille volte senza mai stancarsi. Questa tesi della musical-letterarietà è stata anche oggetto di studio all’Università. Per quanto riguarda i testi di Sanremo, noi li valutiamo quando escono su TV Sorrisi e Canzoni una settimana prima. Facciamo una valutazione di carattere sostanzialmente letterario e non musical-letterario, ma ci sta un po’ stretta questa definizione, nella nostra etica riteniamo che la canzone sia come una moneta, vale per entrambe le facce, quindi vale sia per la musica che per il testo, ma soprattutto sulla capacità di creare un’alchimia, un’osmosi tra testo e musica, dove anche una frase banale diventa emozionante perché “cucita bene”. Tornando ai Negramaro, questa volta siamo andati non solo alla ricerca di un testo, ma anche alla ricerca di una stesura che risultava essere articolata in modo da essere candidata ad un valore musical-letterario. E’ una canzone da riascolto è un brano non proprio per tutti, Sangiorgi al solito è bravissimo ad interpretarla a fare la differenza e a valorizzare il potere musical-letterario
Giuliano Sangiorgi, autore del testo e della musica ha citato due importanti canzoni di Battisti. Mentre raccoglievo spunti ed informazioni sul vostro sito, mi ha colpito l’affermazione di Loredana D’Anghera: Quando una canzone ha successo, le sue parole entrano nel costume, nel porsi poetico della gente, nel Linguaggio, nel vocabolario interiore. La canzone dei Negramaro mostra quanto Battisti sia entrato nelle nostre vite. Ci può portare altri esempi che convalidano questa affermazione?
Sì è vero, Sangiorgi utilizza delle frasi entrate nel costume e nel linguaggio, perché famosissime e legate alle canzoni di Battisti che sono entrate nel sentire comune. Ciò va a suffragare quanto affermato da Loredana. Addirittura in una canzone possono essere recuperati i linguaggi e gli elementi delle canzoni del passato.
Dario Salvatori afferma che questo testo può essere utilizzato come amuleto. Ci può ulteriormente spiegare il senso di questa affermazione?
Dario rispetto a noi procede per la sua pista, ma afferma una cosa giusta perché il concetto del ricominciare ha un valore universale e va al di là di una storia di una coppia. Sangiorgi cantando la canzone ha gridato Viva la pace! E’ un messaggio semplice, ma molto intenso.
A che punto è arrivato l’inserimento della canzone nelle antologie scolastiche? La canzone come arte orizzontale quanto può essere efficace e motivante per gli studenti?
Io penso che inserire lo studio della cultura letteraria e ampliarla anche attraverso l’utilizzo delle canzoni come forma d’arte nelle scuole potrebbe essere più piacevole e divertente. Affrontare certi temi, cantando, sentendo cantare, studiando i neologismi presenti nelle canzoni e invitando anche i ragazzi a provare a comporre, permette di tirar fuori anche una certa genialità presente in Italia. Credo che ci sia ancora molto da fare per valorizzare la canzone come forma d’arte, farla percepire ed usarla per migliorare le persone.
Una canzone è in grado di migliorare il nostro umore, fa linguaggio, viene usata come inno di guerra o di pace, una canzone è una cosa straordinaria, forse ancora troppo sottovalutata.
Progetti futuri?
Attualmente è aperta la sezione Nuove Proposte 2024. E’ possibile effettuare l’iscrizione on-line. Il regolamento è sul sito https://www.premiolunezia.it/nuove-proposte-come-partecipare/
La nostra redazione ringrazia il Patron Stefano De Martino per la sua disponibilità e si augura di portare avanti il valore musical-letterario della canzone.