I lavoratori dello spettacolo e della cultura riuniti sotto l’ashtag “convocateci dal vivo” si stanno preparando per un sabato di “agitazione permanente” per avere delle risposte concrete sul Documento di emergenza alle Istituzioni, inviato il 19 maggio. Circa 14 collettivi autonomi, tra cui Attrici e Attori Uniti e Professioni spettacolo, che sono stati anche firmatari di una petizione su change.org che ha raggiunto quasi 4000 persone, si sono dati appuntamento attraverso le loro pagine Fb in ben 13 piazze d’Italia.
I lavoratori dello spettacolo #convocatecidalvivo, scendono nelle piazze per un “sabato di agitazione permanente”.
- Piazza Duomo a Milano
- Piazza San Giovanni a Roma
- Stazione di Venezia, Santa Lucia
- Piazza Castello a Torino
- Piazza De Ferrari a Genova
- Piazza Verdi a Trieste
- Piazza della Libertà a Bari
- Via Rizzoli a Bologna
- Piazza della Repubblica, Firenze
- Piazza del Plebiscito, Napoli
- Piazza Bellini a Catania
- Piazza XI settembre, Cosenza
- Piazza Verdi, Palermo
Questi sono i luoghi nei quali lo spettacolo dal vivo vuol far sentire la sua voce. I lavoratori dello spettacolo e della cultura, armati di gessetti per il distanziamento, di mascherina, ma soprattutto di oggetti rappresentativi della professione quali maschera, strumento, copione, scarpette, si riuniranno nelle piazze dalle quali lo spettacolo dal vivo deve ripartire con tutte le tutele e lottando contro la precarietà.
“Siamo convinti che nell’emergenza la Cultura possa ritrovare forza e fornire ai cittadini gli strumenti per affrontare la ripresa in seguito a un momento così drammatico, perché nei processi di ricostruzione il ruolo della Cultura è sempre stato fondamentale. La Cultura è un bene comune, dunque le voci dei lavoratori e degli operatori del settore non possono rimanere inascoltate.”
Questo è quanto recita una parte del Documento di emergenza redatto il 14/04/20 dai vari collettivi che si sono formati spontaneamente per affrontare l’emergenza Covid19. La decisione della mobilitazione generale del 30 maggio è quindi conseguenza delle mancate risposte da parte delle Istituzioni.
I lavoratori della cultura e dello spettacolo chiedono un piano di confronto tecnico-istituzionale e nuove riforme
Tra le principali ed urgenti richieste c’è la discussione sul reddito di continuità, che deve essere traghettato sul comparto cultura, al fine di consentire ai lavoratori dello spettacolo di poter riprendere ad operare nei vari settori, un tavolo di confronto tecnico-istituzionale che dia la priorità ai temi della salute dei lavoratori, delle lavoratrici e del pubblico, che stipuli dei protocolli di sicurezza e che si occupi dei finanziamenti pubblici. C’è inoltre la necessità di importanti riforme che consentano una ripresa gestibile e sostenibile sia per chi opera dal vivo, sia per chi continua a lavorare con la virtualità.
Il 15 giugno riapriranno infatti i teatri, ma solo una percentuale compresa tra il 15 e il 20 % potrà riprendere a lavorare, mentre le realtà medie e piccole rischiano la disoccupazione o una ripresa in data da destinarsi.
Il Documento di emergenza verrà quindi letto nelle piazze dai lavoratori della cultura e dello spettacolo insieme agli articoli 4-9-33 della Costituzione italiana.
Il Coronavirus ha quindi svelato i punti deboli di un settore che si regge sull’intermittenza, sul precariato e lo sfruttamento. Spesso chi lavora nel campo della cultura e dello spettacolo è costretto a svolgere altri lavori o a cambiare addirittura lavoro. E’ quindi il momento di attuare delle Riforme importanti per proteggere un settore antico che costituisce una risorsa importante per il nostro Paese.