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Lettura: Piera Degli Esposti: addio alla “sacerdotessa della parola”
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Piera Degli Esposti: addio alla “sacerdotessa della parola”

Elisa Pellegrini 4 anni fa Commenta! 6
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E’ andata via alla vigilia di Ferragosto, all’età di 83 anni, l’attrice Piera Degli Esposti, che dal 1 giugno era ricoverata all’ospedale di Santo Spirito a Roma per l’aggravarsi di una patologia polmonare della quale soffriva sin da quando era giovane.

Contenuti
Piera Degli Esposti, il messaggio di cordoglio della Fondazione IndaPiera degli Esposti e la sua amicizia con Dacia MarainiPiera Degli Esposti, tra mito, Joyce e il teatro greco di SiracusaPiera Degli Esposti e la sua cifra stilistica

Piera Degli Esposti nasce a Roma nel marzo del 1938. Si afferma insieme ai colleghi Nando Gazzolo e Gigi Proietti tra il 1969 e il 1976 al Teatro Stabile dell’Aquila dove ha lavorato con Antonio Calenda, Aldo Trionfo, Giancarlo Cobelli. Dal sodalizio con Calenda e Gigi Proietti creò un Teatro Indipendente, il Centouno.

Dalla Fondazione Inda è arrivato il messaggio di cordoglio per la perdita di una delle grandi protagoniste della scena cinematografica e teatrale.

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Piera Degli Esposti, il messaggio di cordoglio della Fondazione Inda

La Fondazione Inda vuole infatti ricordare Piera Degli Esposti come interprete di autori come Achille Campanile e Antonio Tarantino. Tra i successi che portò in scena ricordiamo Gli Asparagi e l’immortalità dell’anima nel 2005. Fu grazie all’umorismo di Achille Campanile che Piera Degli Esposti scoprì le sue corde comiche ed ironiche.

Un altro grande sodalizio fu con Massimo Castri e l’attore Tino Schirinzi. Con Castri interpretò Rosmersholm un testo di Henrick Ibsen.

Piera degli Esposti e la sua amicizia con Dacia Maraini

Dall’amicizia dell’attrice con Dacia Maraini, nasce il libro Storia di Piera nel 1980, un’autobiografia senza veli e senza censure, come recita il comunicato stampa. Tre anni dopo il regista  Marco Ferreri ne trae un film la cui sceneggiatura venne affidata a Piera degli Esposti e a Dacia Maraini. Tra le interpreti di spicco ricordiamo Isabelle Huppert e Hanna Schygulla.

Il sodalizio tra le due donne proseguì anche nel successivo film di Marco Ferreri, Il futuro è donna. Successivamente la Maraini e Piera degli Esposti scrissero anche Piera e gli assassini.

In ambito cinematografico oltre che con Marco Ferreri, l’attrice collaborò con Pasolini, Lina Wertmuller, Marco Bellocchio, Nanni Moretti.

Piera Degli Esposti, tra mito, Joyce e il teatro greco di Siracusa

Profondamente affascinata dall’Ulisse di Joyce, ne ha tratto uno spettacolo teatrale dal titolo Molly cara. Prodotto dalla compagnia Schirinzi, andò in scena il 25 gennaio 1979 al Teatro Uomo di Milano.

Al Teatro greco di Siracusa ha interpretato: Elettra nelle Coefore di Eschilo diretta da Giuseppe Di Martino, Io nel Prometeo di Eschilo, Clitennestra in Agamennone di Eschilo, la Regina Atossa nei Persiani di Eschilo e l’Ombra di Clitennestra in Eumenidi di Eschilo, questi ultimi per la regia di Antonio Calenda.

La sua ultima interpretazione a Siracusa è stata quella della dea Atena nell’Orestea del Centenario nel 2014, messa in scena da Daniele Salvo. Nel 2003 ha ricevuto il premio Eschilo d’Oro.

Piera Degli Esposti e la sua cifra stilistica

“O verbo nuovo”, così fu definita da Eduardo De Filippo che ne notò subito il carattere ribelle, anticonformista e innovativo. I suoi inizi non furono affatto semplici, proprio perchè diversa dalle attrici dell’epoca, sia per la sua fisionomia, sia per la sua costante ricerca sulla parola. Fu infatti bocciata all’Accademia d’arte drammatica Silvio D’Amico, ma furono proprio degli artisti grandi e diversi a riconoscerne la portata innovativa. De Chirico, Pasolini e il già citato Eduardo. Pasolini la volle come ancella della Callas in Medea.

Attraverso le conversazioni in famiglia, i suoi giochi e l’osservazione dell’attività teatrale di alcuni ragazzi sordi di un Istituto, Piera scoprì la sua vocazione per la parola. Se ne sentiva quasi una sacerdotessa poichè la parola doveva per lei essere un conforto, un balsamo dell’anima.

Ella afferma che le strade percorribili erano quella dell’infermiera e dell’attrice e scelse così la seconda. Grande, intenso e fecondo fu quindi il suo lavoro sulla parola: dal teatro, alla scrittura con Dacia Maraini, alle sceneggiature per Marco Ferreri.

La parola aveva un grande lavoro, rappresentava una conquista, il risultato di un magma dell’anima e questa fu la lezione che imparò dai ragazzi sordi che faticosamente la cercavano.

Ella inoltre si definiva “una grande costruttrice di immagini”:

 “Più che un’attrice sono una grande costruttrice di immagini: potrei mitizzare anche il primo gelataio che incontro per strada”

Ella amava molto la conversazione, quella vera, dove c’è l’ascolto e il confronto e di conseguenza una crescita e notava il profondo narcisismo dei nostri tempi. In questa intervista rilasciata tempo prima del nostro sciagurato 2020, l’attrice sembrava quasi prevedere la nascita di una società “diaframmata” dove tutti sono rinchiusi nelle loro case di fronte a uno schermo e dove veniva a scemare la vera conversazione.

Il mio personale ricordo di Piera Degli Esposti risale al 2004, in una serata al teatro Argentina, insieme alla sua grande amica Dacia Maraini. Fu una serata di piacevoli conversazioni e risate, non sembrava di essere all’interno di un teatro istituzionale. Pertanto questo mio ricordo combacia con il pensiero espresso da Piera in questo video che vi lascio qua sotto e che potete ascoltare, per apprendere una grande lezione di teatro e di vita.

Anche Arte Icrewplay si unisce al cordoglio per la scomparsa di Piera Degli Esposti.

 

 

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